Be', l'avrebbe rivisto presto. Solo quando fu vicino all'oste, che lo salutava con deferenza, notò due uomini, ciascuno a un lato della porta. Tolse di mano all'oste la lanterna e illuminò i due; erano i giovani incontrati prima, quelli che aveva sentito chiamare Artur e Jeremias. Questa volta essi gli fecero un saluto militare. Ricordando i tempi felici del suo servizio nell'esercito K. fece un largo sorriso. «Chi siete?», chiese guardando prima l'uno poi l'altro. «I vostri aiutanti», risposero. «Sono gli aiutanti», confermò l'oste a bassa voce. «Come?», chiese K. «Siete i miei vecchi aiutanti, quelli che ho fatto venire, quelli che aspettavo?». I due risposero affermativamente. «Va bene», disse K. dopo un momento, «sono contento che siate arrivati». E dopo un'altra pausa aggiunse: «Però siete molto in ritardo, avete trascurato il vostro dovere». «La strada era lunga», disse l'uno. «La strada era lunga», ripeté K., «ma io vi ho incontrati che tornavate dal castello». «Sì», dissero quelli senza altre spiegazioni. «Dove sono gli strumenti?», disse K. «Non ne abbiamo», dissero i due. «Gli strumenti che vi ho affidati», disse K. «Non ne abbiamo», ripeterono. «Ah, che gente!», disse K. «Ve ne intendete un po' di agrimensura?». «No», dissero. «Ma se siete i miei vecchi aiutanti dovete pur conoscere il mestiere», disse K. e li spinse in casa davanti a sé.
2 • BARNABAS
Presero allora posto a un tavolino e rimasero seduti tutti e tre piuttosto silenziosi davanti alle loro birre, K. nel mezzo, a destra e a sinistra gli aiutanti. Solo un altro tavolo era occupato dai contadini, come la sera prima. «È difficile con voi», disse K.
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