Si mandano degli operai a pulir la vasca, si vuota. Trovano mio suocero nel condotto maestro, col capo in giù, e una piena confessione nello stivale destro. Lo tirano fuori, e dalla fontana zampilla meglio che mai.
— Permettete che pigli nota di questo piccolo romanzo? ¾ disse il signor Snodgrass, vivamente commosso.
— Servitevi, signore, servitevi. Altri cinquanta, se vi piace. Una strana vita la mia, curiosa anzi che no, niente di straordinario, ma singolare, molto singolare.
Su questo tono seguitò a discorrere il loquace viaggiatore, interrompendosi solo per ingurgitare un bicchiere di birra, a guisa di parentesi, alle varie poste di cavalli; sicchè quando furono giunti al ponte di Rochester, i libri di appunti così del signor Pickwick come del signor Snodgrass erano completamente riempiti di una scelta delle sue avventure.
— Magnifiche rovine! — esclamò il signor Augusto Snodgrass con quella foga poetica ch'era tutta sua, quando ebbero davanti il vecchio castello.
— Che studio per un antiquario! — furono le precise parole che il signor Pickwick, adattandosi all'occhio il suo telescopio, si fece sfuggire dalle labbra.
— Ah! un bel posto, — soggiunse lo sconosciuto. — Splendido edifizio, mura accigliate, archi cadenti, biechi nascondigli, scale crollanti. Vecchia cattedrale anche, odore terrigno, i gradini consumati dai piedi dei pellegrini, porticine sassoni, confessionali, come il botteghino di un teatro. Curiosi cotesti frati, papi e tesorieri, e altro vecchio ciarpame, facce rosse e nasi smozzicati; ne dissotterrano tutti i giorni. Dei giachi di pelle anche, degli archibugi, sarcofaghi, bel posto, antiche leggende, storie curiosissime, magnifico!
E lo sconosciuto continuò il suo monologo fino a che la diligenza non si fermò, sulla via maestra, davanti all'Albergo del Toro.
— Rimanete qui, signore? — domandò il signor Nataniele Winkle.
— Qui? no davvero. Voi sì, farete bene. Buona casa, letti eccellenti. Troppo caro l'albergo accanto. Mezza lira di più sul conto, soltanto per aver guardato in viso il cameriere. Conto più salato se vi permettete di desinare da un amico che se non uscite dall'albergo. Bei tipi, davvero.
Il signor Winkle si accostò al signor Pickwick e gli bisbigliò qualche parola all'orecchio. Un mormorio passò dal signor Pickwick al signor Snodgrass, dal signor Snodgrass al signor Tupman, e dei segni di assenso furono scambiati. Allora il signor Pickwick, volgendosi al forestiero:
— Voi ci avete reso stamane un grande servigio, caro signore, — disse; — vorreste permetterci di offrirvi un lieve attestato della nostra gratitudine domandandovi il favore della vostra compagnia a pranzo?
— Volentierissimo. Non pretendo mica imporre i miei gusti, ma polli arrosto, funghi, squisito! A che ora?
— Vediamo, — disse il signor Pickwick, tirando fuori l'orologio. — Adesso son le tre. Vi accomoda per le cinque?
— Egregiamente. Cinque in punto. Fino allora, vi lascio in libertà; — e sollevatosi di qualche pollice il cappello dalla testa in segno di saluto e aggiustatolo sulle ventiquattro, lo sconosciuto traversò svelto svelto il cortile e voltò nella via, avendo sempre fuori della tasca metà del suo fagotto di carta grigia.
— Un gran viaggiatore, senza dubbio, ed un arguto osservatore degli uomini e delle cose. — disse il signor Pickwick.
— Mi piacerebbe dare un'occhiata al suo poema, — disse il signor Snodgrass.
— Quanto avrei voluto vedere quel suo cane! — disse il signor Winkle.
Il signor Tupman non disse niente; ma pensava a donna Cristina, alla pompa, alla fontana, e gli si empivano gli occhi di lagrime.
Dopo aver fissato una camera da pranzo privata, esaminati i letti, e ordinato il desinare, i nostri viaggiatori uscirono per visitare la città e le sue vicinanze.
Noi non troviamo, da un'attenta lettura delle note del signor Pickwick sulle quattro città, Stroud, Rochester, Chatham e Brompton, che le sue impressioni in proposito differiscano gran fatto da quelle di altri viaggiatori che abbiano percorso le medesime regioni. Si può riassumere in poche parole la sua descrizione.
"I prodotti principali di queste città" scrive il signor Pickwick "pare che siano soldati, marinai, Ebrei, calce, gamberi, ufficiali e impiegati della marina. Le merci poste in vendita sulla pubblica via sono specialmente roba marinaresca, biscotto, mele, baccalà ed ostriche. Le vie presentano un aspetto animatissimo, in grazia soprattutto del buon umore dei militari. È veramente uno spettacolo delizioso per un animo filantropico il vedere quei bravi soldati, presi da un accesso combinato di spiriti animali ed artifiziali, andar qua e là ciondoloni come battagli; tanto più quando si pensi che divertimento innocente e poco dispendioso essi offrano alla popolazione dei ragazzi che corre loro dietro e scherza con essi.
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