Sai che fra me e lui si è impegnata una guerra a morte.
- Nessuno sa che voi siete qui.
- Si potrebbe sospettarlo e poi, hai dimenticato i biscaglini? Io credo che hanno saputo che l'uccisore di quello spaccone di conte era il fratello del povero Corsaro Rosso e del Verde.
- Forse avete ragione, signore. Credete che Morgan ci manderà dei soccorsi?
- Il luogotenente non è uomo da abbandonare il suo comandante nelle mani degli spagnuoli. È un audace, un valoroso e non sarei sorpreso se tentasse di forzare il passo, per far piovere sulla città una tempesta di palle.
- Sarebbe una pazzia che potrebbe pagare cara, signore.
- Eh!.. Quante non ne abbiamo commesse noi, e sempre o quasi sempre con esito fortunato.!
- Questo è vero.
Il Corsaro si sedette sorseggiando un bicchiere, poi si alzò e si diresse verso una finestra che s'apriva sul pianerottolo e che dominava l'intera viuzza. Si era messo in osservazione da una mezz'ora, quando Carmaux lo vide entrare precipitosamente nella stanza, dicendo:
- È sicuro il negro?
- È un uomo fidato, comandante.
- Incapace di tradirci?...
- Metterei una mano sul fuoco per lui.
- Egli è qui...
- L'avete veduto?
- Ronza nella viuzza.
- Bisogna farlo salire, comandante.
- E del cadavere di mio fratello, che cosa ne avrà fatto? - chiese il Corsaro, aggrottando la fronte.
- Quando sarà qui lo sapremo.
- Và a chiamarlo, ma sii prudente. Se ti scorgono non risponderei più della nostra vita.
- Lasciate pensare a me, signore, - disse Carmaux, con un sorriso. - Vi domando solamente dieci minuti di tempo per diventare il notaio di Maracaybo.
Inizio
Capitolo Sesto
LA SITUAZIONE DEI FILIBUSTIERI SI AGGRAVA
I dieci minuti non erano ancora trascorsi, quando Carmaux lasciava la casa del notaio per mettersi in cerca del negro che il Corsaro aveva veduto ronzare nella viuzza.
In quel brevissimo tempo, il bravo e coraggioso filibustiere si era così completamente trasformato, da diventare irriconoscibile. Con pochi colpi di forbice si era accorciata l'incolta barba ed i lunghi capelli arruffati, poi aveva indossato lestamente un costume spagnuolo che il notaio doveva aver serbato per le grandi occasioni e che gli si adattava benissimo, essendo entrambi della medesima statura.
Così vestito, il terribile scorridore del mare poteva passare per un tranquillo ed onesto borghese di Gibraltar, se non per il notaio stesso. Da uomo prudente però, nelle profonde e comodissime tasche, si era nascosto le pistole, non fidandosi nemmeno di quel costume.
Così trasformato, lasciò l'abitazione come un pacifico cittadino che va a respirare una boccata d'aria mattutina, guardando in alto per vedere se l'alba, già non lontana, si decideva a fugare le tenebre.
La viuzza era deserta, ma se il comandante aveva poco prima scorto il negro, questi non doveva essere andato molto lontano.
- In qualche luogo lo scoverò, - mormorò il filibustiere. - Se compare sacco di carbone s'è deciso a ritornare, vuol dire che dei gravi motivi gli hanno impedito di abbandonare Maracaybo. Che quel dannato di Wan Guld abbia saputo che è stato il Corsaro Nero a fare il colpo? Che sia proprio destino che i tre valorosi fratelli debbano cadere tutti nelle mani di quel sinistro vecchio?... Ma vivaddio!... Noi usciremo di qui per rendergli un giorno dente per dente, occhio per occhio, vita per vita!...
Così monologando era uscito dalla viuzza e si preparava a voltare l'angolo d'una casa, quando un soldato armato d'un archibugio e che erasi tenuto nascosto sotto l'arcata d'un portone, gli sbarrò improvvisamente il passo, dicendogli con voce minacciosa:
- Alto là!...
- Morte e dannazione! - brontolò Carmaux, cacciando una mano in tasca ed impugnando una delle pistole. - Ci siamo già!...
Poi assumendo l'aspetto d'un buon borghese, disse:
- Che cosa desiderate, signor soldato?
- Sapere chi siete.
- Come!... Non mi conoscete?... Io sono il notaio del quartiere, signor soldato.
- Scusate, sono giunto da poco a Maracaybo, signor notaio. Dove andate, si può saperlo?
- C'è un povero diavolo che sta per morire e capirete bene che quando si prepara ad andarsene all'altro mondo, bisogna che pensi agli eredi.
- È vero, signor notaio, guardate però di non incontrare i filibustieri.
- Dio mio! - esclamò Carmaux, fingendosi spaventato. - I filibustieri qui? Come mai quelle canaglie hanno osato di sbarcare a Maracaybo città quasi impenetrabile e governata da quel valoroso soldato che si chiama Wan Guld?
- Non si sa in quale modo siano riusciti a sbarcare, non essendo stata scorta alcuna nave filibustiera né presso le isole, né al golfo di Coro; però che qui siano venuti ormai non se ne dubita più. Vi basti sapere che hanno ucciso tre o quattro uomini e che hanno avuto l'audacia di rapire il cadavere del Corsaro Rosso, il quale era stato appiccato dinanzi al palazzo del Governatore assieme al suo equipaggio.
- Che birbanti!... E dove sono?
- Si crede che siano fuggiti per la campagna. Delle truppe sono state spedite in vari luoghi e si spera di catturarli e di mandarli a tenere poco allegra compagnia agli appiccati.
- Che siano invece nascosti in città?...
- Non è possibile; sono stati visti fuggire verso la campagna.
Carmaux ne sapeva abbastanza e credette essere giunto il momento di andarsene, onde non perdere il negro.
- Mi guarderò dall'incontrarli, - disse - Buona guardia, signor soldato. Io me ne vado o giungerò troppo tardi presso il mio cliente moribondo.
- Buona fortuna, signor notaio.
Il furbo filibustiere si calò il cappello sugli occhi e si allontanò frettolosamente, fingendo di guardarsi intorno per simulare meglio le paure che non sentiva affatto.
- Ah! Ah!... - esclamò quando fu lontano. - Ci credono usciti dalla città!... Benissimo miei cari!... Ce ne staremo pacificamente nella casa di quell'ottimo notaio, finché i soldati saranno rientrati, poi prenderemo tranquillamente il largo. Che superba idea ha avuto il comandante!... L'Olonese, che si vanta il più astuto filibustiere della Tortue, non ne avrebbe avuta una migliore.
Aveva già voltato l'angolo della via per prenderne un'altra più larga, fiancheggiata da belle casette circondate da eleganti verande sostenute da pali variopinti, quando scorse un'ombra nerissima e di statura gigantesca, ferma presso una palma che cresceva dinanzi ad una graziosa palazzina.
- Se non m'inganno è il mio compare sacco di carbone, - mormorò il filibustiere. - Questa volta noi abbiamo una fortuna straordinaria, ma già si sa che il diavolo ci protegge, così almeno dicono gli spagnuoli.
L'uomo che si teneva semi-nascosto dietro il tronco del palmizio, vedendo Carmaux avvicinarsi, cercò di appiattarsi sotto il portone della palazzina, credendo forse di avere da fare con qualche soldato, poi, non credendosi sicuro nemmeno colà, voltò rapidamente l'angolo dell'abitazione, onde raggiungere forse una delle tante viuzze della città.
Il filibustiere aveva avuto il tempo di accertarsi che si trattava veramente del negro.
In pochi salti giunse presso la palazzina e svoltò l'angolo, gridando a mezza voce:
- Ehi, compare!...Compare!...
Il negro s'era subito arrestato, poi dopo qualche istante di esitazione era tornato indietro. Riconoscendo Carmaux, quantunque questi si fosse bene camuffato da borghese spagnuolo, una esclamazione di gioia e di stupore gli sfuggì.
- Tu compare bianco!...
- Hai due buoni occhi, compare sacco di carbone, - disse il filibustiere, ridendo.
- Ed il capitano?
- Non occuparti di lui, per ora è salvo e basta.
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