Perché sei ritornato? Il comandante ti aveva ordinato di portare il cadavere a bordo della nave.

- Non l'ho potuto, compare. La foresta è stata invasa da parecchi drappelli di soldati giunti probabilmente dalla costa.

- Si erano già accorti del nostro sbarco?

- Lo temo, compare bianco.

- Ed il cadavere, dove l'hai nascosto?

- Nella mia capanna, in mezzo ad un fitto strato di fresche foglie.

- Non lo troveranno gli spagnuoli?

- Ho avuto la precauzione di mettere in libertà tutti i serpenti. Se i soldati vorranno entrare nella capanna, vedranno i rettili e fuggiranno.

- Sei furbo, compare.

- Si fa quello che si può.

- Tu dunque non credi possibile prendere il largo per ora?

- Ti ho detto che nella foresta vi sono dei soldati.

- La cosa è grave. Morgan, il comandante in seconda della Folgore, non vedendoci tornare può commettere qualche imprudenza, - mormorò il filibustiere. Vedremo come finirà questa avventura. Compare, sei conosciuto in Maracaibo?

- Tutti mi conoscono, venendo sovente a vendere delle erbe che guariscono le ferite.

- Nessuno sospetterà di te?

- No, compare.

- Allora seguimi: andiamo dal comandante.

- Un momento, compare.

- Che vuoi?

- Ho condotto anche il vostro compagno.

- Chi? Wan Stiller?...

- Correva inutilmente il pericolo di farsi prendere, ed egli ha pensato che poteva rendere maggiori servizi qui che standosene a guardia della capanna.

- Ed il prigioniero?

- Lo abbiamo legato così bene, che lo ritroveremo ancora se i suoi camerati non andranno a liberarlo.

- E dov'è Wan Stiller?

- Aspetta un momento, compare.

Il negro s'accostò ambo le mani alle labbra e mandò un lieve grido che si poteva confondere con quello d'un vampiro, uno di quei grossi pipistrelli che sono così numerosi nell'America del Sud.

Un istante dopo un uomo superava la muraglia del giardino e balzava quasi addosso a Carmaux, dicendo:

- Ben felice di vederti ancora vivo, camerata.

- Ed io più felice di te, amico Wan Stiller, - rispose Carmaux.

- Credi che il capitano mi rimprovererà di essere venuto qui? Sapendovi in pericolo, io non potevo starmene nascosto nel bosco a guardare gli alberi.

- Il comandante sarà contento, mio caro. Un valoroso di più è un uomo troppo prezioso in questi momenti. 

- Amici, andiamo!...

Cominciava allora ad albeggiare. Le stelle rapidamente impallidivano non essendovi veramente l'alba in quelle regioni, anzi nemmeno l'aurora; alla notte succede di colpo il giorno. Il sole spunta quasi d'improvviso e colla potenza dei suoi raggi scaccia bruscamente le tenebre, le quali in un istante si dileguano. 

Gli abitanti di Maracaybo, quasi tutti mattinieri, cominciavano a svegliarsi. Le finestre si aprivano e qualche testa appariva; si udivano qua e là dei sonori starnuti e degli sbadigli ed il chiacchierio cominciava nelle case.

Certamente si commentavano gli avvenimenti della notte, che avevano sparso non poco terrore fra tutti, essendo i filibustieri assai temuti in tutte le colonie spagnole dell'immenso Golfo del Messico.

Carmaux che non voleva fare incontri, per tema di venire riconosciuto da qualcuno dei bevitori della taverna, allungava il passo seguito dal negro e dall'amburghese.

Giunto presso la viuzza, trovò ancora il soldato che passeggiava da un angolo all'altro della via, tenendo a spalla l'alabarda.

- Già di ritorno, signor notaio? - chiese scorgendo Carmaux.

- Che cosa volete, - rispose il filibustiere, - il mio cliente aveva fretta di lasciare questa valle di lacrime e s'è sbrigato presto.

- Vi ha lasciato forse in eredità questo superbo negro? - chiese, indicando l'incantatore di serpenti. - Caramba! Un colosso che vale delle migliaia di piastre.

- Sì, me lo ha regalato. Buon giorno, signor soldato.

Voltarono frettolosamente l'angolo, si cacciarono nella viuzza, ed entrarono nell'abitazione del notaio, chiudendo poi la porta e sbarrandola.

Il Corsaro Nero li aspettava sul pianerottolo, in preda ad una viva impazienza che non sapeva nascondere.

- Dunque - chiese. - Perché il negro è tornato? Ed il cadavere di mio fratello?... Ed anche tu qui, Wan Stiller?

Carmaux in poche parole lo informò dei motivi che avevano costretto il negro a fare ritorno a Maracaybo e deciso Wan Stiller ad accorrere in loro aiuto, poi di ciò che aveva potuto sapere dal soldato che vegliava all'estremità della viuzza.

- Le notizie che tu rechi sono gravi, - disse il capitano, rivolgendosi al negro. - Se gli spagnuoli battono la campagna e la costa, non so come potremo raggiungere la mia Folgore. Non è per me che io temo, ma per la mia nave che può venire sorpresa dalla squadra dell'ammiraglio Toledo.

- Tuoni! - esclamò Carmaux. - Non mancherebbe che questo!

- Io comincio a temere che questa avventura finisca male, - mormorò Wan Stiller. - Bah!... Dovevamo già essere appiccati da due giorni, possiamo quindi accontentarci di essere vissuti altre quarantotto ore.

Il Corsaro Nero si era messo a passeggiare per la stanza, girando e rigirando attorno alla cassa che aveva servito da tavola. Pareva assai preoccupato e nervoso: di tratto in tratto interrompeva quei giri, fermandosi bruscamente dinanzi ai suoi uomini, poi riprendeva le mosse, crollando il capo.

D'improvviso s'arrestò dinanzi al notaio che giaceva sul letto strettamente legato, e piantandogli in viso uno sguardo minaccioso gli disse:

- Tu conosci i dintorni di Maracaybo?

- Sì, eccellenza, - rispose il povero uomo con voce tremante.

- Potresti farci uscire dalla città senza venire sorpresi dai tuoi compatrioti e condurci in qualche luogo sicuro?

- Come potrei farlo, signore?... Appena fuori della mia casa vi riconoscerebbero e vi prenderebbero ed io assieme a voi; poi si incolperebbe me di avere cercato di salvarvi, ed il Governatore, che è un uomo che non scherza, mi farebbe appiccare.

- Ah!... Si ha paura di Wan Guld, - disse il Corsaro, coi denti stretti, mentre un cupo lampo gli balenava negli occhi. - Sì, quell'uomo è energico, fiero ed anche spietato: egli sa farsi temere e fare tremare tutti. Tutti! No, non tutti! Sarà lui un giorno, che io vedrò tremare!... Quel giorno egli pagherà colla vita la morte dei miei fratelli!

- Voi volete uccidere il Governatore? - chiese il notaio, con tono incredulo.

- Silenzio, vecchio, se ti preme la pelle, - disse Carmaux.

Il Corsaro pareva che non avesse udito né l'uno né l'altro. Era uscito dalla stanza dirigendosi verso la finestra dell'attiguo corridoio e dalla quale, come fu detto, si poteva dominare l'intera viuzza.

- Eccoci in un bell'imbarazzo, - disse Wan Stiller, volgendosi verso il negro. - Nostro compare sacco di carbone non ha nel suo cranio qualche eccellente idea che ci tragga da questa situazione poco allegra?... Non mi sento troppo sicuro in questa casa.

- Forse ne ho una, - rispose il negro.

- Gettala fuori, compare, - disse Carmaux. - Se la tua idea è realizzabile, ti prometto un abbraccio, io che non ho mai abbracciato un uomo di color nero, né giallo, né rosso.

- Bisogna però attendere la sera.

- Non abbiamo fretta, per ora.

- Vestitevi da spagnuoli e uscite tranquillamente dalla città.

- Forse non ho indosso le vesti del notaio?

- Non bastano.

- Cosa vuoi che mi metta adunque?

- Un bel costume da moschettiere o da alabardiere. Se voi uscite dalla città vestiti da borghesi, le truppe che battono la campagna non tarderebbero ad arrestarvi.

- Lampi!...