Che superba idea!... - esclamò Carmaux. - Tu hai ragione, compare sacco di carbone!... Vestiti da soldati, a nessuno verrebbe di certo il ticchio di fermarci per chiederci dove andiamo e chi siamo, specialmente di notte. Ci crederanno una ronda e noi potremo prendere comodamente il largo ed imbarcarci.

- E le vesti, dove trovarle? - chiese Wan Stiller.

- Dove?... Si va a sbudellare un paio di soldati e si spogliano, - disse risolutamente Carmaux. - Sai bene che noi siamo lesti di mano.

- Non è necessario esporvi a tanto pericolo, - disse il negro. - Io sono conosciuto in città, nessuno sospetta di me, dunque posso recarmi a comperare delle vesti ed anche delle armi.

- Compare sacco di carbone, tu sei un brav'uomo ed io ti darò un abbraccio da fratello.

Così dicendo il filibustiere aveva aperte le braccia per stringere il negro, ma gli mancò il tempo. Un colpo sonoro era rimbombato sulla via echeggiando sulle scale.

- Lampi!... - esclamò Carmaux. - Qualcuno picchia alla porta!... 

In quel momento il Corsaro Nero entrò, dicendo:

- V'è un uomo che forse chiede di voi, notaio.

- Sarà qualche mio cliente, signore, - rispose il prigioniero, con un sospiro. - Qualche cliente che forse mi avrebbe fatto guadagnare una buona giornata, mentre io invece...

- Basta, finiscila, - disse Carmaux. - Ne sappiamo abbastanza, chiacchierone.

Un secondo colpo, più violento del primo, fece tremare la porta, seguito da queste parole:

- Aprite, signor notaio! Non vi è tempo da perdere!...

- Carmaux, - disse il Corsaro, che aveva presa una rapida risoluzione. - Se noi ci ostinassimo a non aprire, quell'uomo potrebbe insospettirsi, temere che qualche accidente abbia colto il vecchio e recarsi ad avvertire l'alcalde del quartiere.

- Che cosa devo fare comandante?

- Aprire, poi legare per bene quell'importuno e mandarlo a tenere compagnia al notaio.

Non aveva ancora finito di parlare che già Carmaux era sulle scale, accompagnato dal gigantesco negro.

Udendo risuonare un terzo colpo che per poco non fece saltare le tavole della porta, si affrettò ad aprire, dicendo:

- Uh!... Che furia, signore!...

Un giovanotto di diciotto o vent'anni, vestito signorilmente ed armato d'un elegante pugnaletto che teneva appeso alla cintura, entrò frettolosamente, gridando:

- È così che si fanno attendere le persone che hanno fretta?... Carr...

Vedendo Carmaux ed il negro, egli s'era arrestato guardandoli con stupore ed anche con un po' d'inquietudine, poi cercò di fare un passo indietro ma la porta era stata prontamente chiusa dietro di lui.

- Chi siete voi? - chiese.

- Due servi del signor notaio - rispose Carmaux, facendo un goffo inchino.

- Ah!... Ah!... - esclamò il giovanotto. - Don Turillo è diventato tutto d'un tratto ricco, per permettersi il lusso di avere due servi?...

- Sì, ha ereditato da un suo zio morto nel Perù, - disse il filibustiere, ridendo.

- Conducetemi subito da lui. Era già avvertito che oggi doveva avere luogo il mio matrimonio colla señorita Carmen di Vasconcellos. Ha bisogno di farsi pregare quel...

La frase gli era stata bruscamente strozzata da una mano del negro piombatagli improvvisamente fra le due spalle. Il povero giovane, mezzo strangolato da una rapida stretta, cadde sulle ginocchia mentre gli occhi gli uscivano dalle orbite e la sua pelle diventava bruna.

- Eh, adagio, compare, - disse Carmaux. - Se stringi ancora un pò me lo soffochi completamente. Bisogna essere un pò gentili coi clienti del notaio!...

- Non temere, compare bianco, - rispose l'incantatore di serpenti.

Il giovanotto, il quale d'altronde era così spaventato da non pensare ad opporre la minima resistenza, fu portato nella stanza superiore, disarmato del pugnaletto, legato per bene e gettato a fianco del notaio.

- Ecco fatto, capitano, - disse Carmaux.

Questi approvò il colpo di mano del marinaio con un gesto del capo, poi avvicinatosi al giovanotto che lo guardava con due occhi smarriti gli chiese:

- Voi siete?

- È uno dei miei migliori clienti, signore, - disse il notaio. - Questo bravo giovane mi avrebbe fatto guadagnare quest'oggi almeno...

- Tacete voi, - disse il Corsaro con accento secco.

- Il notaio diventa un vero pappagallo! - esclamò Carmaux. - Se la continua così, bisognerà tagliargli un pezzo di lingua.

Il bel giovanotto si era voltato verso il Corsaro e dopo averlo guardato per alcuno istanti, con un certo stupore, rispose:

- Io sono il figlio del giudice di Maracaybo, don Alonzo de Conxevio. Spero che ora mi spiegherete il motivo di questo sequestro personale.

- È inutile che lo sappiate, però se starete tranquillo non vi sarà fatto alcun male, e domani, se non accadranno avvenimenti imprevisti, sarete libero.

- Domani!... - esclamò il giovanotto, con doloroso stupore. - Pensate, signore, che oggi io devo impalmare la figlia del capitano Vasconcellos.

- Vi sposerete domani.

- Badate!... Mio padre è amico del Governatore e voi potreste pagare ben caro questo vostro misterioso procedere a mio riguardo.