«Il mio giardino è il mio giardino,» disse il Gigante «chiunque deve capirlo, e non permetterò a nessuno di giocarci all’infuori di me.» Perciò vi costruì tutt’attorno un muro altissimo, e fece affiggere un cartello: Oscar Wilde
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1887 - Il Fantasma Di Canterville
I TRASGRESSORI SARANNO PUNITI
Era un Gigante molto egoista.
I poveri bambini non avevano più un posto dove giocare. Tentarono di giocare sulla strada, ma la strada era piena di polvere e irta di pietre taglienti, e a loro non piaceva. Avevano presa l’abitudine di gironzolare attorno alle alte mura, quando le loro lezioni erano terminate, parlando del bel giardino che vi era nascosto dentro.
«Come eravamo felici, lì!» dicevano gli uni agli altri.
Poi venne la Primavera, e tutta la contrada era profumata di giovani fiori e cinguettante di uccellini. Nel giardino del Gigante Egoista, però, era tuttora inverno. Gli uccelli non si curavano di andarvi a cantare poiché mancavano i bambini, e gli alberi si dimenticarono di germogliare. Una volta un bel fiorellino mise la testa fuor del prato, ma quando vide il cartello gli dispiacque talmente per i bambini, che si rificcò subito a dormire. Le sole persone contentissime della situazione erano la Neve e il Gelo. «La Primavera ha dimenticato questo giardino,» gridavano «perciò noi ci abiteremo tutto l’anno.» La Neve coprì l’erba del suo ampio mantello candido, e il Gelo dipinse d’argento tutti gli alberi. Poi invitarono a restare con loro il Vento del Nord, e questi venne. Era tutto impellicciato, e non fece che soffiare tutto il giorno in giardino, abbattendo i comignoli.
«Che posto delizioso,» disse «dobbiamo invitare la Grandine a venirci a trovare.» Così venne anche la Grandine. Ogni giorno, per tre ore consecutive, tambureggiò sul tetto del castello finché ruppe quasi tutti i tegoli, e poi si mise a correre in giro per il giardino con una rapidità incredibile. Era vestita di grigio, e il suo respiro era come ghiaccio.
«Non riesco a capire perché la Primavera tarda tanto a venire» diceva il Gigante Egoista, mentre sedeva alla finestra a guardare il suo giardino freddo e bianco. «Spero che il tempo cambi presto.»
Ma la Primavera non venne mai, e nemmeno l’Estate. L’Autunno portò in ogni giardino frutti dorati, ma al giardino del Gigante non ne portò neppur uno. «È troppo egoista» disse. Così laggiù regnava sempre l’Inverno, e il Vento del Nord e la Grandine, e il Gelo, e la Neve danzavano senza posa tra gli alberi.
Un mattino il Gigante stava poltrendo in letto quando intese una musica dolcissima. Suonava così melodiosa alle sue orecchie che pensò fossero i musicanti del Re che passavano di lì. In realtà non era che un piccolo fanello che cantava fuor della sua finestra, ma da tanto non udiva più un Oscar Wilde
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1887 - Il Fantasma Di Canterville
uccello cantare nel suo giardino che gli parve la più meravigliosa musica del mondo. Poi a un tratto la Grandine smise di ballargli sulla testa, e il Vento del Nord cessò di mugghiare, e un profumo delizioso gli giunse dalla finestra spalancata.
«Credo che la Primavera sia arrivata, finalmente!» I disse il Gigante e balzò giù dal letto e guardò fuori.
Che cosa vide?
Vide uno spettacolo meraviglioso. Da una piccola, breccia nel muro i bambini erano strisciati in giardino, e ora sedevano sui rami degli alberi.
Su ogni albero c’era un bambino. E gli alberi erano così contenti j di rivedere i bambini che subito si erano ricoperti di boccioli e ora agitavano dolcemente le loro braccia sulle teste dei bambini.
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