- Dunque non eravamo poi caduti tanto in errore, dopo tutto - osservò Holmes. - E ora, egregio dottor Mortimer…
- Signor Mortimer, signor Mortimer… un umilissimo M.R.C.S, Membro del Collegio Reale dei Chirughi.
- Un uomo però dalla mente molto precisa, a quel che vedo.
- Oh, un semplice dilettante della scienza, signor Holmes, un raccoglitore di conchiglie lungo le rive del grande oceano ignoto. Credo di rivolgermi appunto al signor Sherlock Holmes e non…
- No, questo è il mio amico dottor Watson.
- Lietissimo di conoscerla: ho inteso fare il suo nome unitamente a quello del suo amico. Lei m’interessa moltissimo, signor Holmes. Non mi sarei davvero aspettato un cranio così dolicocefalo né uno sviluppo sopra-orbitale tanto accentuato. Mi consente di far scorrere il mio dito lungo la sua sutura parietale? Un’impronta del suo cranio, egregio signore, sino a quando l’originale non sarà disponibile, formerà il vanto di ogni museo antropologico. Lungi da me ogni intento adulatorio, ma le confesso che invidio il suo cranio.
Con un cenno cortese della mano Sherlock Holmes invitò il nostro eccentrico visitatore a sedere.
- Mi accorgo che lei è un entusiasta della sua materia quanto lo sono io della mia - disse. - Noto dal suo indice che lei fa da sé le sue sigarette: non esiti ad accendersene una, la prego.
Il signor Mortimer cavò di tasca cartine e tabacco e arrotolò quest’ultimo entro una cartina con sorprendente destrezza. Aveva dita vibratili e lunghe, agili e inquiete come le antenne di un insetto.
Holmes taceva, ma avevo capito dalle sue brevi occhiate che il nostro strano ospite lo aveva acceso di un vivo interesse.
- Immagino - disse infine - che non è stato soltanto lo scopo di esaminare il mio cranio che l’ha spinta a farmi l’onore di venire qui ieri sera e di nuovo quest’oggi: non è così?
- Oh, no, caro signore, certo che no; per quanto sia felice che mi si sia offerta questa invidiabile occasione. Sono venuto da lei, signor Holmes, perché riconosco di essere un uomo completamente privo di senso pratico, e perché mi trovo improvvisamente di fronte a un problema gravissimo e del tutto insolito. Ora, poiché ammetto che lei in materia è il secondo esperto d’Europa…
- Davvero? Posso chiederle chi ha l’onore di essere considerato da lei il primo? - scattò Holmes con una certa asprezza.
- Per chiunque sia dotato di un cervello matematicamente scientifico, l’opera di Monsieur Bertillon non ha rivali.
- Perché non consulta dunque Monsieur Bertillon?
- Io ho parlato, caro signore, di cervelli “matematicamente scientifici”, ma è risaputo che come uomo pratico lei sia insuperabile. Oh, spero, egregio signore, di non averla inavvertitamente…
- Be’, lasciamo perdere - tagliò corto Holmes. - Io penso, dottor Mortimer, che farebbe bene a esporrni senza altri indugi la natura esatta del problema intorno al quale ella chiede la mia assistenza.
II
- Ho in tasca un manoscritto - cominciò il dottor James Mortimer.
- L’ho notato nel momento in cui lei è entrato nella stanza -fece Holmes.
- Si tratta di un manoscritto antico.
- Deve risalire ai primi del XVIII secolo, a meno che non sia falso.
- Come può affermare una cosa simile, signor mio?
- Durante tutto il tempo in cui ella ha conversato con me, ha offerto ai miei occhi circa un paio di pollici del manoscritto; ora sarebbe un perito davvero da quattro soldi colui che non sapesse precisare la data di un documento delimitandola entro un decennio al massimo. Forse lei ignora la modesta monografia da me scritta in proposito. Io stabilirei l’epoca di quel foglio intorno al 1730.
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