Credo che da allora abbia ritrattato. Comunque, ha messo tutto a tacere. Concesse un’intervista alla “Reuter”, e ci fu un grande scandalo quando disse che non l’avrebbe più data. Fu un affare disdicevole. C’erano una o due persone che erano inclini a prenderlo sul serio, ma presto lui le scoraggiò.

- Come?

- Beh, con la sua insopportabile villania e il suo comportamento impossibile. C’era il povero vecchio Wadley, dell’Istituto Zoologico. Wadley mandò un messaggio: “Il presidente dell’Istituto Zoologico presenta i suoi ossequi al professor Challenger e considererebbe come un favore personale se egli volesse far loro l’onore di intervenire alla prossima riunione”. La risposta è irripetibile.

- Ma non mi dica!

- Beh, una versione purgata suonerebbe così: “Il professor Challenger presenta i suoi ossequi al presidente dell’Istituto Zoologico e considererebbe come un favore personale se egli volesse andarsene al diavolo”.

- Buon Dio!

- Sì, lo stesso disse il vecchio Wadley, immagino. Ricordo il suo lamento alla riunione, che cominciava così: “In cinquant’anni di esperienza nei rapporti scientifici…”. Fu una cosa che dette un vero colpo al vecchio.

- Qualcos’altro su Challenger?

- Beh, come sa, io sono un batteriologo. Vivo in un microscopio a novecento ingrandimenti. Posso difficilmente sostenere di accorgermi di qualcosa che possa vedere a occhio nudo. Sono un pioniere degli estremi confini del conoscibile, e mi sento abbastanza fuori posto quando lascio i miei studi ed entro in contatto con tutti voi, grandi, rozze, ingombranti creature. Sono troppo distaccato per fare pettegolezzi, e tuttavia ai ricevimenti scientifici ho sentito qualcosa su Challenger, perché lui è uno di quegli uomini che nessuno può ignorare. E’ veramente uno bravo: una batteria stracarica di forza e vitalità, ma anche un litigioso, maldisposto maniaco, e assolutamente senza scrupoli. E’ arrivato al punto di falsificare delle fotografie per quella faccenda del Sudamerica.

- Lei ha detto che è un maniaco. Qual è in particolare la sua mania?

- Ne ha un centinaio, ma l’ultima è qualcosa che riguarda Weismann (5) e l’evoluzione. Ebbe un terribile alterco a questo proposito a Vienna, credo.

- Mi sa dire esattamente?

- Non ora, ma esiste una traduzione degli atti. Ce l’ho archiviata in ufficio. Le dispiacerebbe venire con me?

- E’ proprio ciò che desidero. Devo intervistare il tipo, e ho bisogno di qualcosa che mi conduca fino a lui. E’ davvero molto molto gentile da parte sua darmi una mano. Verrò con lei ora, se non è troppo tardi.

Mezz’ora dopo ero seduto nell’ufficio del giornale di fronte a un enorme tomo, aperto all’articolo Weismann contro Darwin, con il sottotitolo Vivace protesta a Vienna.