Il Padrone del Mondo

ROBERT HUGH BENSON

IL PADRONE

DEL MONDO

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LIBRO PRIMO

La casa di Oliviero Brand era nella situazione più felice: eretta nell’angolo d’una di quelle immense ragnatele che ricoprivano allora la contrada, gli offriva tutto L’AVVENTO

ciò che poteva essere vantaggioso ai suoi intenti. A causa della stretta vicinanza con Londra costava pochissimo, giacché tutte le persone facoltose si erano CAPITOLO PRIMO

ritratte almeno cento miglia dal centro tumultuoso dell’Inghilterra; e nel tempo stesso tanto quieta, quanto egli poteva desiderare. Da una parte in dieci minuti I.

andava a Westminster, in venti, dall’altra, al mare, ed aveva il suo collegio Oliviero Brand, il nuovo deputato di Croydon, sedeva nello studio davanti alla elettorale disteso davanti a se come una carta spiegata. Inoltre essendo la macchina da scrivere, con gli occhi rivolti verso la finestra. La sua casa si ergeva stazione centrale di Londra ad una distanza di soli dieci minuti maggiore, egli a nord sull’estremità d’una diramazione delle colline di Surrey, ora tutte quante aveva a sua disposizione le arterie di prim’ordine verso ogni capoluogo intersecate e traforate in modo da non riconoscerle affatto: solo un comunista dell’Inghilterra.

come lui poteva riconfortarsi a tale spettacolo. Immediatamente sotto le ampie Per un uomo politico di modesta fortuna, chiamato a parlare una sera ad finestre il piano bene arginato declinava rapido per una cinquantina di metri, Edimburgo, la sera di poi a Marsiglia, tale abitazione era si comoda quanto terminando ad un’alta muraglia, oltre la quale il mondo e le opere dell’uomo quella di qualsiasi altro onorevole collega d’Europa.

trionfavano a vista d’occhio. Due ampie strade, simili a battuti ippodromi, Oliviero era un uomo piacevole nell’aspetto, di poco più che trenta anni, di larghe trecento metri e scavate una ventina di piedi entro il terreno carnato bianco, con i capelli di un bruno metallico, tagliati corti, occhi piccoli, convergevano per un miglio formando poi una maestosa congiunzione. Quella bruni, virili, affascinanti. Quel giorno poi egli sembrava in modo particolare di sinistra era la linea principale per Brighton, segnata in lettere minuscole sulla contento di se stesso e di ogni altra cosa. Scrivendo muoveva leggermente le Guida ferroviaria; quella di destra, la seconda linea per i distretti di Tunbridge labbra, chiudeva ed apriva gli occhi dalla commozione, e interrompeva ed Hasting. Ciascuna era divisa per lungo da un muro di cemento; da una parte ripetutamente il lavoro guardando attorno distratto, sorridente, esaltato.

di questo sopra verghe d’acciaio correvano i tranvai elettrici, dall’altra parte si Frattanto, apertosi l’uscio, entrò visibilmente agitato un uomo di mezza età, con allineava il tracciato per le automobili, spartito a sua volta in tre sezioni: la prime un fascio di carte, le posò senza far motto sulla tavola, disponendosi tosto ad per le vetture governative dalla velocità di centocinquanta miglia l’ora, la uscire; ma Oliviero gli fe’ cenno con la mano, diede di piglio ad una leva, e poi seconda per le vetture private, di non più che sessanta; la terza per quelle disse:

pubbliche a buon mercato, di soli trenta chilometri, con stazioni fisse ad ogni

- Che cosa abbiamo di nuovo, signor Philipps?

cinque miglia. Contiguo a questa ultima correva lo stradale destinato ai pedoni,

- Notizie dall’Oriente, signore - rispose il segretario. Oliviero gettò di traverso ai ciclisti, ai carri ordinari, cui non era permessa una velocità superiore alle una rapida occhiata e pose la mano sul plico.

dodici miglia 1’ora.

- E’ un messaggio completo? - domandò.

Di là da queste grandi linee si distendeva l’immenso piano dei tetti con piccole

- No, signore; la comunicazione è interrotta di nuovo, ma vi si fa il nome di torri qua e là ad indicare gli edifici pubblici, dal distretto di Caterham a sinistra, Felsemburgh.

fino a Croydon sul davanti: tutto nell’insieme chiaro e brillante in quell’aria Oliviero sembrò non udire; sollevò rapidamente le sottili stampe e cominciò a senza fumo, e più lontano verso ovest e nord le collinette suburbane spiccavano svolgerle.

nel bruno cielo di aprile.

- In cima al quarto foglio, signor Brand - disse il segretario.

Recava poi singolare meraviglia l’assenza di rumori gravi, nonostante la densità Oliviero scosse con impazienza la testa, e l’altro, come se quella mossa fosse della popolazione. Tolto lo stridio delle verghe d’acciaio per i treni in corsa e le stata fatta per lui, uscì nell’istante. Il quarto foglio stampato di rosso su fondo risonanze armoniose dei grandi battelli aerei nel loro incontrarsi e sfuggirsi, allo verde parve assorbire del tutto l’attenzione di Oliviero. Infatti lo lesse due o tre studio di Oliviero altro non giungeva se non un blando e tenue sussurro che volte, immobilmente adagiato sulla poltrona; poi mandò un sospiro e si rimise a pervadeva l’aria, simile al ronzio delle api in un giardino guardare attraverso la finestra.

Oliviero, che amava ogni manifestazione della vita umana - in tutto visione e In quel mentre l’uscio si aprì daccapo ed apparve un’alta ed elegante giovine settore di affari - si accorse non senza ridere un poco di se medesimo, di essersi signora.

messo a guardar l’aria; quindi serrò le labbra, rimise le dita sopra i tasti

- Ebbene, mio caro, che cosa abbiamo di nuovo? - domandò appena entrata.

continuando a preparare il suo discorso.