È sempre stata una grossa sofferenza, per lui, vivere lontano di lì. Era orgoglioso della sua famiglia e del suo nome, e... ne sono certa... avrebbe desiderato tantissimo che suo figlio potesse conoscere quei luoghi così belli e antichi, e anche che fosse educato in modo degno della sua futura posizione». Poi si avvicinò all’avvocato e lo guardò con una certa simpatia. «Mio marito avrebbe preferito così», continuò, «e sarà meglio anche per il bambino... Del resto, sono sicura che il conte non potrebbe mai essere così crudele da insegnargli a non amarmi, e sono altrettanto sicura che, se anche volesse provarci, mio figlio è troppo somigliante al padre per lasciarsi influenzare. È buono, e ha un carattere leale e sincero: mi amerebbe anche se non gli fosse consentito di vedermi, e quanto a me non soffrirò troppo se potrò vederlo anche solo qualche volta».
«Questa donna sembra non pensare minimamente a se stessa», rifletté l’avvocato.
«Signora», disse poi, «ammiro sinceramente la vostra condotta verso vostro figlio. Da grande ve ne sarà molto grato. Per quanto mi riguarda posso assicurarvi che Lord Fauntleroy verrà educato con tutte le cure e che non gli mancherà nulla per essere felice. Il Conte di Dorincourt desidera talmente il suo benessere che se ne occuperà come ve ne siete occupata voi stessa».
«Spero tanto», disse la donna con un’incrinatura nella voce, «che il nonno vorrà bene a Cedric. Il piccolo è tanto affettuoso, e si è sempre fatto amare da tutti».
Mr Havisham si schiarì nuovamente la voce. Non riusciva a immaginare quel vecchio gottoso e irascibile davvero affezionato a qualcuno, ma certo sarebbe stato nel suo interesse mostrarsi benevolo – a suo modo, si capisce – con il futuro erede. Sapeva inoltre che se Cedric avesse fatto onore al suo nome, il nonno ne sarebbe stato orgoglioso.
«Lord Fauntleroy crescerà circondato a ogni attenzione, posso garantirvelo», ribadì. «Ed è proprio per la sua felicità che il conte desidera che sua madre gli resti vicina e che possa vederlo di frequente».
L’avvocato preferì non ripetere le parole tutt’altro che gentili adoperate dal conte e si sforzò di riferire la proposta in termini più urbani e delicati; ma subito dopo ebbe un altro colpo quando Mrs Errol chiamò Mary perché andasse a cercare il bambino e quest’ultima disse:
«Oh, lo troverò in un attimo, starà di sicuro da Mr Hobbs, appollaiato sul suo solito sgabello a chiacchierare di politica, divertendosi un mondo in mezzo a saponi, candele e patate, caro e bello come sempre».
«Mr Hobbs lo conosce praticamente da quando è nato», spiegò la madre all’avvocato. «È sempre molto gentile con Ceddie, e si vogliono un gran bene».
Ricordando la drogheria che aveva intravisto passando, con i suoi barili di patate, mele e altre cose del genere, i dubbi di Mr Havisham tornarono ancora a farsi sentire. In Inghilterra i figli dei signori non facevano amicizia con i droghieri... Era una cosa imbarazzante, e sarebbe stato parecchio spiacevole se il bambino avesse preso le maniere ordinarie tipiche di certa gente... E se il piccolo avesse ereditato i pessimi difetti degli zii anziché le virtù del padre?
Con questa idea che gli martellava in testa, proseguì a conversare con Mrs Errol finché il bambino non entrò nella stanza. Quando la porta si aprì, l’avvocato esitò un momento prima di posare gli occhi su Cedric, ma la sensazione che provò subito dopo, vedendolo gettarsi tra le braccia della madre, avrebbe stupito non poco chi lo conosceva bene. Si sentì profondamente scosso, poiché di colpo si era reso conto che di fronte a lui stava una delle creature più belle e nobili che mai avesse incontrato. La bellezza di quel bambino era veramente straordinaria: aveva un corpicino armonioso, forte e aggraziato al tempo stesso, e un visetto risoluto; camminava a testa alta, con un portamento naturalmente aristocratico: la somiglianza con la famiglia paterna era tale da far trasalire. Aveva i capelli biondi di suo padre e gli occhi grandi e scuri di sua madre, senza però quell’espressione malinconica e riservata: erano occhi innocenti e arditi, da far pensare che in vita sua non avesse mai avuto paura né avesse mai dubitato di qualcosa.
«È il bambino più bello che abbia mai visto», pensò Mr Havisham, ma tutto ciò che disse ad alta voce fu soltanto:
«E così, questo è il piccolo Lord Fauntleroy».
Più guardava il piccolo, più il suo stupore aumentava. Sapeva molto poco su quel ragazzo, e a dire il vero sapeva molto poco sui bambini in genere, anche se in Inghilterra ne aveva visti un bel po’, belli, rosei, gentili, rigidamente educati da governanti e tutori, alcuni timidi, altri esuberanti, tuttavia mai particolarmente interessanti agli occhi di un vecchio e rigido avvocato. Forse il suo personale interesse per il patrimonio del giovane Lord Fauntleroy glielo facevano notare più di quanto non avesse notato altri bambini... In ogni caso, rimase a lungo a esaminarlo con la più grande attenzione.
Cedric non immaginava di essere oggetto di una tale osservazione, quindi si comportò come al solito: quando gli venne presentato Mr Havisham gli strinse amichevolmente la mano e rispose a tutte le sue domande con la stessa disinvoltura con cui era solito rispondere al suo amico Hobbs. Non si dimostrò timido ma neppure sfacciato, e quando Mr Havisham riprese a chiacchierare con sua madre, si accorse che il bambino ascoltava la conversazione con grande interesse, proprio come un adulto.
«Sembra un bambino molto maturo», disse a Mrs Errol.
«Infatti, penso che lo sia», rispose la donna. «Apprende con grande rapidità, ed è sempre vissuto in mezzo agli adulti... Ha la divertente abitudine di usare anche un po’ a sproposito parole complicate ed espressioni che ha letto sui libri o udito da qualcuno, ma si diverte anche con i giochi da bambini. Mi sembra che sia molto intelligente, ma a volte è anche tanto piccolo...».
Mr Havisham poté constatare quanto fosse vera tale osservazione quando incontrò Cedric per la seconda volta.
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