Il richiamo della Foresta
Jack London.
IL RICHIAMO DELLA FORESTA.
INDICE.
1. VERSO I PRIMORDI: pagina 3.
2. LA LEGGE DEL BASTONE E DELLA CAROTA: pagina 20.
3. LA DOMINANTE BELVA PRIMITIVA: pagina 35.
4. COLUI CHE HA RAGGIUNTO IL DOMINIO: pagina 58.
5. LA FATICA DEL TIRO E DELLA PISTA: pagina 73.
6. PER L'AMORE DI UN UOMO: pagina 97.
7. SUONA IL RICHIAMO: pagina 119.
1. VERSO I PRIMORDI.
Buck, non leggendo i giornali, non poteva sapere i guai che si
preparavano non solo per lui ma per tutti i cani di grandi
dimensioni, di forte muscolatura e di lungo e caldo pelo fra lo
stretto di Puget e San Diego. Perché gli uomini scavando nelle
buie profondità dell'Artico, avevano trovato un biondo metallo, e
le compagnie di navigazione e di trasporti ne avevano diffuso la
notizia facendo accorrere migliaia di cercatori nelle regioni del
Nord. Questi uomini avevano bisogno di cani, e i cani che
cercavano dovevano essere forti, di robusta muscolatura per
sopportare le fatiche, e con folte pellicce che li proteggessero
dal freddo.
Buck viveva in una grande casa nella vallata di Santa Chiara
baciata dal sole. Era detta la "Proprietà del giudice Miller". Un
po' lontana dalla strada, era mezzo nascosta tra gli alberi,
attraverso i quali si poteva scorgere la grande e ombrosa veranda
che la circondava dai quattro lati. Si giungeva alla casa per
viali di ghiaia che andavano per vasti prati sotto i rami
intrecciati di alti pioppi. Sul dietro tutto era costruito in
dimensioni più vaste che sul davanti. Vi erano grandi stalle, a
cui accudivano una dozzina di mozzi e di stallieri, file di
casette rivestite di vite selvatica, per la servitù, e una distesa
ordinata e senza termine di costruzioni minori, i lunghi filari di
viti, verdi pascoli, frutteti, e cespugli.
Vi era un impianto per il pozzo artesiano, e la grande vasca di
cemento dove i ragazzi del giudice Miller facevano il bagno tutte
le mattine e prendevano il fresco al pomeriggio. Buck regnava su
questa vasta tenuta. Lì era nato e lì era vissuto per quattro anni
della sua vita. E' vero che vi erano altri cani: non si sarebbe
potuto fare a meno di altri cani, in una proprietà così vasta; ma
non contava. Andavano e venivano, alloggiando nei popolosi canili
o vivendo oscuramente nell'intimo della casa come Toots, il
cagnolino giapponese, o Ysabel, la messicana senza pelo, strana
creatura che raramente metteva il naso fuori dell'uscio o le zampe
a terra. Vi erano inoltre i fox-terriers, una banda che gridava
paurose minacce a Toots e a Ysabel guardandoli attraverso le
finestre e sfidando una legione di cameriere che li proteggevano
armate di scope e di strofinacci.
Buck non era né un cane casalingo né un cane da canile. Il reame
era tutto suo. Si tuffava nella vasca o andava a caccia con i
figli del giudice; scortava Mollie e Alice, le figlie del giudice,
durante lunghe passeggiate mattutine o crepuscolari; e, nelle
serate invernali, stava sdraiato ai piedi del giudice davanti al
camino scoppiettante della biblioteca. Si lasciava cavalcare dai
nipotini del giudice o li faceva rotolare sulI'erba, e sorvegliava
i loro passi nelle loro avventurose escursioni alla fontana nel
cortile delle scuderie e anche più in là, verso i prati e i
cespugli. Andava imperiosamente fra i terriers e ignorava Toots e
Ysabel nel modo più assoluto, perché era un re: un re di tutto ciò
che camminava, strisciava o volava nella proprietà del giudice
Miller, compresi gli uomini.
Elmo, suo padre, un grande San Bernardo, era stato il compagno
inseparabile del giudice, e Buck prometteva di seguire le orme
paterne. Non era grosso come lui: pesava solo centoquaranta
libbre, perché sua madre Shep era una cagna da pastore scozzese.
Queste centoquaranta libbre, tuttavia, a cui bisognava aggiungere
la dignità che proviene da un buon vivere e da un universale
rispetto, gli permettevano di comportarsi in un modo veramente
regale. Durante i suoi primi quattro anni di vita aveva vissuto al
modo di un aristocratico benestante; era orgogliosamente
soddisfatto di sé, ed era anche un tantino egoista come sono
spesso i gentiluomini di campagna per il loro stesso isolamento.
Ma si era salvato dal pericolo di diventare solo un grasso cane
casalingo. La caccia e gli altri esercizi affini all'aria aperta
gli avevano tolto il grasso e rafforzato i muscoli; e l'amore per
l'acqua era stato per lui, come per tutti quelli della sua razza,
un tonico salutare.
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