Gli uomini si sposano perché sono stanchi; le donne perché sono curiose; ed è una delusione per tutti e due.»

«Non è molto probabile che io sposi, Harry. Sono troppo innamorato. È uno dei vostri aforismi. Lo metto in pratica come tutto quel che dite.»

«E di chi siete innamorato?» chiese Lord Henry, dopo una pausa.

«Di un'attrice» rispose Dorian Gray, arrossendo.

Lord Henry si strinse nelle spalle. «È un début piuttosto comune.»

«Non direste così se l'aveste vista, Harry.»

«Chi è?»

«Si chiama Sybil Vane.»

«Mai sentita nominare.»

«Non se ne parla, forse un giorno. È un genio.»

«Mio caro ragazzo, nessuna donna è un genio. Le donne sono un sesso decorativo. Non hanno nulla da dire; ma lo dicono con grazia. Le donne personificano il trionfo della materia sullo spirito, così come gli uomini personificano il trionfo dello spirito sulla morale. Ci sono due specie di donne: le donne normali e le donne dipinte. Le donne normali sono utilissime. Se volete farvi una reputazione di persona rispettabile, basta che vi facciate vedere a cena con loro. Le altre donne sono molto interessanti. Però commettono un errore. Si dipingono per parer giovani. Le nostre nonne si dipingevano per avere una conversazione brillante. Il rouge e l'esprit erano inseparabili. Adesso tutto è mutato. Se una donna riesce a parer dieci anni minore di sua figlia, non chiede altro. In tutta Londra, per quel che riguarda la conversazione, ci sono cinque donne soltanto con le quali valga la pena di parlare, e due di queste non sono presentabili. Ma, comunque, raccontatemi del vostro "genio". Da quanto tempo la conoscete?»

«Ah, Harry, le vostre opinioni mi spaventano!»

«Non importa. Da quanto tempo la conoscete?»

«Da tre settimane circa.»

«E dove l'avete incontrata?»

«Ve lo dirò, Harry. Ma dovete essere indulgente. Dopotutto, se non vi avessi conosciuto, questo non sarebbe accaduto. Voi avete risvegliato in me un folle desiderio di conoscere la vita a fondo. Per giorni e giorni da quando v'incontrai, mi parve di sentir qualche cosa di vivo dentro me. Errando per il Park, vagabondando per Piccadilly, avevo preso l'abitudine di osservare tutti quelli che mi rasentavano, e di chiedermi, con una grande curiosità, che vita conducessero. Alcuni mi attraevano; altri mi facevano paura. Nell'aria c'era un sottile veleno.