Approvo l'ira della democrazia inglese contro quelli che essa definisce i vizi delle classi superiori. Il popolo sente che l'ubriachezza, l'ignoranza e l'immoralità sono suoi attributi speciali, e che, se uno di noi si comporta come un plebeo, lo lede nei suoi diritti. Quando quel povero Southwark dovette comparire alla Corte dei divorzii, la plebe fu magnifica di sdegno. Io però credo che neppure il dieci per cento del proletariato viva secondo una base morale.»

«Non sono d'accordo con voi su nessuna delle cose che dite, e, dirò di più, Harry, credo che neppure voi lo siate.»

Lord Henry si lisciò la barbetta bruna a pizzo, e toccò la sua scarpa di vernice con la punta del bastone di ebano. «Come siete inglese, Basil! Se a un inglese si affaccia un'idea – cosa certamente temeraria – questi non si chiede nemmeno se sia una idea giusta o sbagliata. La sola cosa che egli si chiede, è se l'altro crede a quello che dice. Ora, il valore d'un'idea non ha nulla a che fare con la sincerità di chi la enuncia. È però probabile che meno l'individuo è sincero, tanto più pura è la sua idea, perché essa non risente né dei suoi bisogni, né delle sue passioni, né dei suoi pregiudizii. Né io mi propongo di discutere di politica, sociologia, o metafisica con voi. Le persone mi piacciono più dei principii. Parlatemi ancora di Dorian Gray. Lo vedete spesso?»

«Ogni giorno. Non potrei essere felice se non lo vedessi ogni giorno. Mi è necessario.»

«Strano. Credevo che niente v'importasse all'infuori della vostra arte.»

«In questo momento l'arte, per me, si riassume in lui» disse il pittore gravemente. «Io penso talvolta Harry, che due siano le epoche importanti della storia del mondo. La prima quando fu dato all'arte un nuovo strumento; la seconda quando le fu offerto un nuovo tipo. Quel che fu per i veneziani l'invenzione dei colori ad olio, fu per la tarda scultura greca il viso d'Antinoo, e sarà qualche giorno per me il viso di Dorian Gray. Non importa che io lo dipinga, lo disegni, o lo abbozzi. Io faccio questo naturalmente. Ha posato nella leggiadra corazza di Paride, e nel mantello da cacciatore di Adone, con tanto di lucida picca da cinghiali stretta in pugno. Incoronato di pesanti bocci di loto, è apparso sulla prora del battello di Adriano, gli occhi fissi nel verde e torbido Nilo. Si è curvato sul laghetto immobile di un qualche bosco greco, e nel muto argento dell'acqua ha visto il prodigio della sua stessa bellezza. Ma importa sapere che Dorian è per me molto più di tutto ciò. No: non che io non sia contento di quel che ho dipinto, né che la sua bellezza appartenga a quelle che l'arte non possa esprimere: io so che quel che ho fatto da quando l'ho incontrato è buono; forse il meglio della mia opera. Ma, in certo modo – non so se potrete capirmi – il suo aspetto ha generato una nuova maniera nella mia arte, uno stile nuovo. Vedo le cose diversamente, e le concepisco diversamente. Io oggi posso fissare la vita in un modo che prima ignoravo. "Un sogno di bellezza in un giorno di meditazione" – chi affermò questo? Non rammento; ma questa apparizione fu Dorian Gray per me. La sola presenza visibile di questo ragazzo – mi pare sempre che sia un ragazzo benché in realtà abbia più di vent'anni – la sua realtà visibile...