Ginia non capiva perché Rosa venisse ancora al cinema con lui dopo aver provato quant’era vigliacco. Non poteva levarsi dalla mente quella domenica ch’erano andati tutti insieme in barca e s’era visto che Pino aveva la schiena lentigginosa che pareva ruggine. Adesso che sapeva, ricordò che quel giorno Rosa era scesa con lui sotto le piante. Che stupida era stata a non capire. Ma più stupida Rosa, e glielo disse ancora una volta sulla porta del cinema.

Pensare che in barca erano andati tante volte, e si scherzava, si rideva, si pigliavano in giro le coppie. Ginia che stava attenta alle altre, non si era accorta di Rosa e di Pino. Nel caldo del mezzogiorno erano rimaste sole nel barcone lei e Tina la zoppa. Gli altri, compresa Rosa, erano saliti sulla riva, dove si sentivano gridare. Tina che aveva tenuto sottana e camicetta, disse a Ginia: - Se non viene nessuno, mi svesto per prendere il sole -. Ginia le disse che avrebbe fatto lei la guardia, ma invece tendeva l’orecchio alle voci e ai silenzi della riva. Passò un po’ di tempo che tutto taceva sull’acqua tranquilla. Tina era stesa sotto il sole, con un asciugamano intorno ai fianchi. Allora Ginia era saltata sull’erba e aveva fatto qualche passo a piedi nudi. Non si sentiva più la voce di Amelia, che si era tirata dietro tutti gli altri. Ginia, scema, immaginando che giocassero a nascondersi, non li aveva cercati e se n’era tornata sulla barca.

2

 

 

 

Amelia almeno si sapeva che faceva un’altra vita. Suo fratello era meccanico, ma lei compariva solo di tanto in tanto, le sere di quell’estate, e non dava confidenza a nessuno ma rideva con tutti, perché aveva diciannove o vent’anni. Ginia avrebbe voluto avere la sua statura perché, con le gambe di Amelia, stavano bene sì le calze fini. Quantunque, vista in costume da bagno, Amelia era sporgente di fianchi e come fattezze dava un po l’aria a un cavallo. Sono disoccupata, - disse a Ginia, una sera che lei le guardava il vestito, - ho tempo tutto il giorno per studiarmi il modello. Ho imparato a tagliare lavorando come te in sartoria. Tu sai? - Ginia pensava che il bello era farseli fare, ma non lo disse. Fecero invece un giro insieme, quella sera, e Ginia l’accompagnò fino a casa, perché si sentiva tutta sveglia e non pensava a dormire. Aveva piovuto, e l’asfalto e le piante eran tutte lavate: si sentiva il fresco in faccia.

- Ti piace andare a spasso, - diceva Amelia ridendo. Che cosa dice tuo fratello Severino? - Severino a quest’ora è sul lavoro. Tutti i lampioni li accende e li sorveglia lui. - Allora è lui che fa lume alle coppie? Com’è vestito? Da gasista? - Ma no, - disse Ginia ridendo, - sorveglia gli interruttori alla centrale. Passa la notte davanti a una macchina. - E vivete da soli? Non ti fa la morale? - Amelia parlava con l’allegria di chi conosce tutti quanti e Ginia le dava senza fatica del tu. - Sei disoccupata da molto? - le chiese.

- Un lavoro ce l’ho. Mi faccio dipingere.

A sentire la voce, pareva uno scherzo, e Ginia la guardò.