- Dipingere come?
- Di faccia, di profilo; vestita, spogliata. Si dice la modella.
Ginia ascoltava fingendo stupore per farla parlare, ma sapeva benissimo quel che Amelia diceva. Soltanto non avrebbe mai creduto che ne parlasse con lei, perché a nessuna di loro Amelia l’aveva mai detto, e il segreto l’aveva scoperto Rosa soltanto per via di portinaie. Vai davvero da un pittore?
- Andavo, - disse Amelia. - Ma d’estate gli costa meno dipingere fuori. D’inverno fa troppo freddo a stare nude in posa, e così non si lavora quasi mai.
- Ti spogliavi?
- E già, - disse Amelia.
Poi prese Ginia sottobraccio e disse ancora: - Come lavoro è bello, perché tu non fai niente e stai a sentire i discorsi. Andavo una volta da uno che aveva uno studio magnifico e quando veniva gente prendevano il tè. S’impara a stare al mondo là in mezzo, meglio che al cinematografo.
- Entravano mentre posavi?
- Chiedevano permesso. Il più bello sono le donne. Lo sapevi che anche le donne fanno dei quadri? Pagano una ragazza per copiarla nuda. Ma perché non si mettono davanti allo specchio? Capirei se copiassero un uomo.
- Magari ne copiano, - disse Ginia.
- Non dico di no, - disse Amelia, fermandosi davanti al portone, e strizzò l’occhio. - Ma certe modelle le pagano il doppio. Va’ là che il mondo è bello perché è vario.
Ginia le chiese perché non veniva qualche volta a trovarla, e tornò sola camminando sui riflessi dell’asfalto che il tepore della notte aveva quasi asciugato. «Vecchia com è, racconta troppo le sue cose, - pensava Ginia, contenta. Se facessi la sua vita io, sarei più furba».
Ginia fu un po’ delusa quando si accorse che passavano i giorni e Amelia non veniva a trovarla. Si capiva che quella sera non aveva cercato di fare amicizia, ma allora - pensava Ginia - vuol proprio dire che racconta quelle cose a chiunque e che è scema davvero. Forse mi crede una bambina, di quelle che credono tutto. E Ginia raccontò una sera, a molte, di aver visto in un negozio un quadro che si capiva che la modella era Amelia. Ci credevano tutte, ma Ginia volle dire che l’aveva conosciuta da come era fatto il corpo, perché, quando la modella è nuda, la faccia i pittori gliela cambiano apposta. - Figùrati se han questi riguardi, - disse Rosa, e la presero in giro per la sua ingenuità - Io sarei contenta se un pittore mi facesse il ritratto e mi pagasse ancora, - disse Clara. Allora discussero se Amelia era bella, e il fratello di Clara, che era stato in barca con loro, si mise a dire che nudo era più bello lui. Tutti ridevano e Ginia disse, ma non l’ascoltarono:- Se non fosse ben fatta un pittore non la copierebbe -. Restò umiliata quella sera, e avrebbe pianto dalla rabbia; ma i giorni passavano, e la volta che incontrò di nuovo Amelia - scendendo dal tram si accompagnarono discorrendo. Ginia era persino più elegante di Amelia, che camminava col cappello in mano e rideva mostrando i denti.
L’indomani pomeriggio Amelia venne a cercarla. Comparve nel caldo, sulla porta spalancata, e Ginia la vide dal suo buio, senza esser vista. Si fecero feste, una volta spalancate le imposte, e Amelia guardava intorno, facendosi vento col cappello. - L’idea dell’uscio mi piace, - disse Amelia. Sei fortunata. A casa mia non si potrebbe, perché stiamo a pianterreno -. Poi guardò nell’altra stanza dove dormiva Severino, dicendo: - Da noi c’è la fiera.
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