Dove prima ardeva il falò era rimasto soltanto un mucchio di cenere con un po’ di brace da cui sprizzava di quando in quando una rossa scintilla: la ginestra era bruciata tutta. Dopo aver portato la donna nell’interno del cerchio, Fairway incominciò a farla girare e piroettare. Era particolarmente rumorosa: oltre all’armatura di stecche di balena e di rigida tela che la rinchiudeva tutta, portava suole di legno estate e inverno, col tempo umido e il tempo asciutto, per non consumare le scarpe; e quando Fairway incominciò a farla saltellare attorno, il rumore delle suole di legno, lo scricchiolio delle stecche di balena e i suoi strilli di sorpresa si fusero in un sonoro concerto.
«Ti romperò la testa, disgraziato!» disse madama Nunsuch, costretta a piroettare, battendo coi piedi sulle braci ancora accese. «Già avevo le caviglie in fiamme per aver camminato in mezzo alle spine della ginestra, e adesso mi fai anche saltare in mezzo al fuoco!»
Ma l’allegra follia di Timothy Fairway si dimostrò contagiosa. Lo scavatore di torba afferrò la vecchia Olly Dowden e, pur con minore violenza, fece piroettare anche lei. I giovani non tardarono a seguire l’esempio dei più anziani e si misero a ballare con le ragazze; nonno Cantle col suo bastone saltellava tra gli altri come un essere a tre gambe; un minuto dopo sul Rainbarrow non si vedeva che un confuso turbinare di forme scure in mezzo a un folle balenar di scintille che arrivavano sino alla cintola dei ballerini. Gli acuti strilli delle donne, le risate degli uomini, il rumore delle stecche e delle suole di legno di Susan, l’«ohi-ohi-ohi» di Olly Dowden e il fischio del vento tra i cespugli d’erica formavano una specie di accompagnamento musicale al ritmo indemoniato della danza. Soltanto Christian, rimasto in disparte, si dondolava a disagio, mormorando: «Non dovrebbero fare una cosa simile… guardate come volano alte le scintille! È sfidare il Maligno, questo.»
«Che cosa c’è?» chiese uno dei giovani, fermandosi.
«Ah …. dove?» disse Christian, avvicinandosi in fretta agli altri.
Quelli che ballavano rallentarono il ritmo della danza.
«Ho sentito una voce proprio dietro di te, Christian… laggiù.»
«Sì… proprio dietro di me!» disse Christian. «Santi del paradiso, aiutatemi; angeli del cielo, proteggetemi…»
«Sta’ zitto. Che cos’è?» disse Fairway. «Ohé…» gridò una voce dal buio. «Chi è…?» rispose Fairway.
«C’è una strada che porta di qui alla casa della signora Yeobright, a Blooms-End?» disse la stessa voce di prima, mentre un’alta e snella figura indistinta s’avvicinava alla montagnola.
«Non sarebbe meglio che corressimo subito a casa, vicini? Ormai è tardi,» disse Christian. «Ma non andiamocene ognuno per conto suo. È meglio che scappiamo tutti insieme.»
«Cercate qualche rametto di ginestra e fate una fiammata, così vedremo chi è costui,» disse Fairway.
Quando il fuoco divampò, si vide la figura d’un giovane chiuso in un abito attillato, e rosso dalla testa ai piedi. «C’è una strada che porti di qui alla casa della signora Yeobright?» ripete.
«Sì… basta seguire il sentiero.»
«Ma ci possono passare due cavalli con un carro?»
«Credo di sì; non ci vuol molto ad arrivare alla valle qui sotto. La pista non è gran che, ma se avete una lanterna i cavalli possono, con un po’ d’attenzione, seguire la strada. Dov’è il vostro carro, vicino?»
«L’ho lasciato al fondo, a circa mezzo miglio di qua. Son venuto avanti per cercar la strada, perché ormai è notte e da un pezzo non vengo da queste parti.»
«Venite avanti, allora,» disse Fairway. «Che paura mi avete fatto!» disse ai presenti, includendovi anche il venditore d’ocra. «Per amor del cielo, ho pensato, che cos’è questo fantasma di fuoco che viene a sorprenderci? Non per offendervi, vicino: non sareste brutto per niente senza quello strano colore che vi copre. Ma ho avuto una sensazione curiosa. Per un momento ho quasi creduto che foste il diavolo o quel fantasma rosso di cui ha parlato il ragazzo.»
«Anch’io mi son presa paura,» disse Susan Nunsuch, «ieri notte avevo sognato un testa di morto.»
«Oh, non parlatene più,» disse Christian. «Se avesse avuto un fazzoletto sulla testa, sarebbe stato tale e quale il Diavolo nel quadro delle Tentazioni.»
«Bene, grazie per l’informazione,» disse il giovane con un vago sorriso. «E buona notte a tutti.»
E scese dalla montagnola, scomparendo alla vista.
«Mi sembra d’aver già visto la faccia di quel giovanotto,» disse Humphrey. «Ma non ricordo dove nè come, e non so come si chiama.»
Il venditore d’ocra se n’era andato da pochi minuti, quando si vide un’altra persona avvicinarsi al falò in parte riacceso. Era una ben nota e rispettabile vedova del vicinato, di posizione che si sarebbe potuta definire agiata. Il suo volto, uscendo dall’oscurità della brughiera, apparve bianchissimo e senz’ombre, come un cammeo.
Era una donna di mezza età, con quei lineamenti regolari che s’accompagnano spesso, in chi li possiede, alla qualità della perspicacia. Pareva in certi momenti che considerasse le cose da una sfera negata a quelli che la circondavano. Emanava da lei come un senso d’isolamento, di estraneità: la solitudine della brughiera era concentrata in quel volto che dalla solitudine era nato.
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