- Figlia, - le diceva, - perché non parli al cuore di tuo marito? Ed anche a quello del prete scervellato? Parla, tu che adesso lo puoi; altrimenti gli faccio la festa, io, a quel corvo maledetto, mediatore del diavolo.

Quando vide il genero uscire ed avviarsi al cimitero, ch’era a metà strada fra il paese e la salina, sentì davvero di odiare il prete: e pensò a chi poteva rivolgersi per difendersi da lui o per convincerlo almeno a non intromettersi oltre nella triste faccenda.

A chi rivolgersi? Ma allo stesso padrone della balia nera, che era pure padrone del paese: al podestà.

E quasi si sentisse già forte della protezione di lui riprese il bambino e s’avviò coi suoi lunghi passi di cammello. Fece un largo giro per evitare d’incontrare il salinaro, finché arrivò alla spiaggia battuta già dal vento d’autunno e quindi disabitata. La casa del podestà era appunto vicina al mare, distaccata alquanto dal paesetto del quale apparivano già i pioppi, sul cielo cremisi, i tetti ed i comignoli fumanti.

Col bambino che piagnucolava sempre, ella infilò senz’altro il cancello aperto del giardino del podestà, andò diritta fino alla casa, e lì davanti all’atrio si fermò di botto, impalata, con un fitto dolore al cuore, come se uno spiedo scatenato a tradimento dal suolo le si conficcasse dal calcagno in su: poiché fra le colonne del portico, illuminate dal chiarore ultimo del giorno, stavano a confabulare tre figure: quella rosea e benigna del podestà, quella nera del pretaccio del cimitero e quella gialla del salinaro.

Nell’accorgersi della vecchia, questi balzò come un gallo infuriato.

- Sapristi, eccola qui la strega. Che siete venuta a fare?

Ella s’era subito rianimata.

- Venivo a chiedere un po’ di latte alla balia, perché la creatura muore.

E non sapeva che con quest’esagerazione segnava la sorte del bambino: poiché il podestà, al quale gli altri due domandavano appunto l’autorizzazione di concederlo ai contadini, incerto fino a quel momento, pensò che era atto d’umanità acconsentire. Non solo, ma chiamò la balia possente perché tenesse il bambino con sé fino al momento della consegna.

- Di latte ne hai tanto da poter fare il cacio - le disse per complimento.

La vecchia tornò indietro stordita. Questa era la giustizia degli uomini, questi gli scherzi della sorte. E le sembrava di essere tutta vuota; di camminare come uno scarabeo al quale i compagni hanno mangiato le viscere, e pure vive ancora.

Anzi correva: in pochi minuti fu davanti al cimitero e lì si piantò in agguato feroce. Gli occhi le luccicavano infiammati come l’occidente ventoso; e le parole di minaccia s’indurivano in proposito inesorabile.

- Questa sera ti faccio la festa, corvaccio della morte.

Quasi ad aiutarla le si presentò fra l’erba, ai suoi piedi, il mozzicone di un’antica piccola croce di ferro, forse divelta e sbalzata dal vento; ella l’afferrò come una spada e si nascose meglio dietro il muro.

Ma il prete non tornava. Dal suo posto ella vedeva la parte nuova del cimitero, dov’era stata sepolta la figlia, e le pareva un cortile pieno di sassi, senza un fiore, senza cipressi. La pineta però fasciava il muro: sopra le cime dei pini profilate di smeraldo, il cielo brillava sempre più violetto; e si sentiva scendere di lassù un mormorìo monotono come se gli alberi recitassero in coro, musicato dal vento, un vespro per i buoni morti.

26

Il prete non tornava. Ma dentro la sua casupola doveva esserci qualcuno, perché il fumo uscì dal comignolo corto e nero come una pipa, e un odore dolce ed acuto di cipolle fritte arrivò sino alla vecchia.

Allora ella ricordò che anche il prete aveva una famiglia da mantenere: la vecchia madre ed una torma di nipotini, figli di un fratello marinaio morto in un naufragio.

L’odore delle cipolle le ricordò anche la sua catapecchia ed i bambini che aspettavano lei ed il suo grembiale: ma appunto il pensiero che, a causa del prete, quel giorno, l’ira le aveva fatto trascurare la solita raccolta, riaccese il suo rancore.

Ed ecco, mentre pensa così, una specie di sassata la colpisce alle spalle. Si volge, credendo di essere scoperta, e nell’atto stesso si sente colpita alla testa.