Il fatto è che non si sapeva come egli avesse accumulato le sue ricchezze e comprato i suoi vasti terreni: ed i figli e i nipoti erano tutti tipi violenti, superstiziosi, avidi di denaro.
Pe-lang venne da noi, in principio, per superstizione: poiché i nostri padri, e io stessa in persona, godevamo fama di fattucchieri e si diceva che possedevamo unguenti miracolosi. L’antico brigante soffriva d’artrite; camminava con le stampelle ed era tutto gonfio alle estremità: venne dunque in cerca della salute del corpo, e non di quella dell’anima.
Alcune fregagioni che io gli feci, le cure interne suggerite da padre Victor, e sopratutto un certo regime di vita, lo ridussero subito in migliori condizioni di salute. Egli credette al miracolo; si fece neofita e volle frequentare la scuola coi bambini; inoltre cominciò a portare larghe offerte alla nostra Casa.
Tutte queste cose ci inimicarono i suoi numerosi parenti; e così cominciarono le persecuzioni. Si tentò di bruciare la nostra Casa, si sparsero voci calunniose sul conto nostro, ci sobillarono contro la popolazione già favorevole a noi. Poi i membri più giovani e potenti della famiglia di Pe-lang, ricostruirono una vera banda brigantesca; portarono lontano il vecchio e fecero sparire anche due dei nostri padri.
Padre Victor fece a tempo a ricorrere alle autorità locali, e riprendere il vecchio ed i nostri fratelli: ma la protezione ufficiale non valse a salvarci del tutto.
Io fui presa specialmente di mira; si disse che ero l’amante dei padri, che fabbricavo veleni, che avevo ammaliato il vecchio. Padre Victor pensò di allontanarmi dal luogo, ma la mia ferma volontà vinse. Servire Dio in pace è troppo felice cosa, e non ha merito presso il Signore: bisogna servirlo nel dolore, fra le ingiustizie, le umiliazioni, i pericoli.
60
Qui la suora si fermò, e poiché aveva raccontato le ultime vicende con voce eguale, monotona, come parlando fra di sé e per sé sola, si riscosse e parve guardarsi attorno.
Era già quasi notte. Lisendra, che andava e veniva, e ascoltava i brani del racconto come i bambini una fiaba che già sanno a memoria, fece per accendere la lampada ad acetilene. Ma don Felis la fermò, e con una voce che voleva essere come al solito beffarda, ma velata da una commossa tristezza, disse:
- Lascia stare: tanto ci vediamo lo stesso: bevete, bevete, suora Cetta: il bicchiere e la bocca li trovate?
Le ricolmò il bicchiere, e bevette anche lui: anzi volle che bevesse anche Lisendra.
- Salute.
- Salute a tutti.
- E così - riprese la cieca - io continuai a fare il mio dovere. Mi occupavo specialmente del vecchio Pe-lang, al quale mi ero affezionata, e di altri malati che venivano a farsi curare da noi. Il vecchio era maltrattato dai suoi, ma non rinnegava la nuova fede: rinunziò ai suoi beni in favore dei figli, e venne a stare con noi, anche perché la sua artrite non gli permetteva quasi più di muoversi. E il miracolo consisteva in questo: che egli non sperava più di guarire; ma più soffriva più credeva nel nostro Dio di luce e di amore.
Lo si ospitò in una specie d’infermeria che avevamo messo su alla meglio; e lo si nutrì e medicò a nostre spese. E allora fu peggio: l’odio d’interesse della parentela si cambiò in una specie di gelosia. Tentarono in tutti i modi di strapparcelo, e poiché non ci riuscirono, ricombinarono la banda armata che una notte assalì la nostra Casa.
Che notte! Il vecchio piangeva e si raccomandava a me come un bambino: ed io tentai di difenderlo, con la mia stessa persona, interponendomi fra lui ed i briganti. Uno di questi, già anziano, ma più cattivo dei giovani, giallo e crudele come una iena, mi si aggrappò addosso e mi buttò sugli occhi un liquido velenoso.
Vidi subito nero e rosso, come se una fiamma viva avesse preso posto nei miei occhi. Capii di che si trattava e svenni. La natura umana aveva vinto in me.
1 comment