Rammentando le prime ore di quella notte, Faber pensò in seguito che c’era stata attesa, c’era stato raccoglimento nell’aria, come se tutti avessero obbedito all’oscuro presentimento di eventi eccezionali.
A mezzanotte meno un quarto, gli armigeri di sentinella si preparavano, bevendo vino caldo, alla ronda regolamentare che doveva essere effettuata di lì a poco. Il silenzio era impressionante, quasi anormale. D’improvviso, fu lacerato da una detonazione violenta che scosse l’intera città. Cosa succedeva? Gli inglesi stavano attaccando? Tutti si precipitarono sulle armi e si affrettarono a raggiungere i posti di combattimento. Si correva in ogni senso sulle scale e sui camminamenti di ronda dei bastioni. Di lì a poco, un capannello si formò nei pressi della merlatura dov’era fissata la colubrina puntata sul buio. L’arma fumava ancora. Era chiaro che il colpo era partito qualche secondo prima. Una torcia fissata al muro faceva danzare la fiamma. Ma chi aveva acceso la miccia? Le domande e le congetture si moltiplicavano, quando sopraggiunse un arciere che tirava per le orecchie uno strano personaggio. Era un bambino – a giudicare dalla statura – ma lo si sarebbe potuto scambiare per una donna per via dell’enorme parrucca bionda che calzava. Nel momento stesso in cui si udiva lo scoppio, lo avevano visto correre imparruccato sui camminamenti. Lo avevano appena scovato nascosto in una garitta.
Era Lucio. Confessò di aver rubato la parrucca al padre per giocarci con i suoi coetanei. Ma, passando davanti alla merlatura dov’era fissata la colubrina, si era attardato ad ammirare il bell’oggetto. L’arma era carica, giacché la miccia ne usciva torcendosi alla luce. Al muro, la torcia accesa gettava luci bizzarre sul merlo. La notte argentata dalla nebbia invitava a un’azione magica. Lucio non aveva saputo resistere alla sollecitazione delle cose. Aveva staccato la torcia infuocata e avvicinato la fiamma alla miccia. Che si era subito accesa divampando. Spaventato, il bambino aveva rimesso a posto la torcia ed era scappato. Meno di un minuto dopo, il colpo partiva.
Fu gettato in prigione e tutti tornarono alle loro faccende bofonchiando. Faber apprese la notizia dell’arresto del figlio con un dispiacere unito a cupa soddisfazione.
Così, l’assurda fortuna che sembrava voler sempre arridere a quel mascalzoncello l’aveva per una volta abbandonato! Quanto alla parrucca di Exmoor, non sapeva nemmeno più cosa ne avesse fatto, e tanto meglio se faceva divertire i bambini che ci 37
si mascheravano! Sarebbe intervenuto presso il conte per far liberare Lucio quando avesse ritenuto la lezione sufficiente.
L’indomani mattina si alzò il sole, ma non la nebbia. La città e la valle erano immerse in un’abbagliante cecità lattea.
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