Quella notte Kotick ballò la Danza del Fuoco colle foche di un anno. Il mare è
tutto fosforescente nelle notti d’estate, da Novastoshnah giù fino a Lukannon,
ed ogni foca si lascia dietro una scia come di olio ardente e uno sprazzo di
fuoco dove salta, e le onde si frangono in lunghe strisce e in vortici fosforescenti. Poi si spinsero entro terra fino alla zona degli hollusehiekie,
e si rotolarono su e giù in mezzo al nuovo frumento selvatico, e si raccontarono le avventure della navigazione.
Parlavano del Pacifico come dei ragazzi parlerebbero di un bosco dove fossero
stati a bacchiare le noci, e se qualcuno li avesse capiti, avrebbe potuto andarsene a tracciare una carta nautica di quell’oceano come non c’è mai stata. Gli hollusehiekie di tre o quattro anni scesero ruzzando dalla Collina
di Hutchinson e gridarono: Via di qui, ragazzi, il mare è profondo e voi non
sapete ancora tutto quello che nasconde. Aspettate finché non avrete doppiato
il Capo Horn. Ehi, piccino di un anno, dove hai preso cotesto pelo bianco?
Non l’ho preso, rispose Kotick turbato, mi è cresciuto così.
E proprio mentre stava per rovesciare a terra l’interlocutore, due uomini dai
capelli neri, dalle facce rosse e schiacciate, uscirono da dietro una duna di
sabbia e Kotick, che non aveva mai visto un uomo, tossicchiò e abbassò la testa. Gli hollusehiekie si scostarono appena un poco e rimasero fermi a guardare con occhi stupiti.
Gli uomini erano niente di meno che Kerick Booterin, il capo dei cacciatori di
foche dell’isola, e Patalamon, suo figlio. Venivano dal piccolo villaggio che
era a meno di mezzo miglio dai rifugi delle foche, e stavano decidendo quali
di esse avrebbero spinte ai mattatoi (poiché le foche sono condotte al macello
come le pecore) per essere trasformate in seguito in giacche di pelle di foca.
Oh! disse Patalamon. Guarda! C’è una foca bianca.
Kerick Booterin diventò quasi bianco sotto l’untume e la fuliggine, poiché era
un aleutino e gli aleutini non sono un popolo pulito. Preoccupato cominciò a
borbottare una preghiera.
Non la toccare, Patalamon. Non s’è mai vista una foca bianca da che son nato.
Forse è lo spirito del vecchio Zaharrof che si perdette nella gran burrasca
dell’anno scorso.
Non mi accosterò, disse Patalamon. Porta disgrazia. Credi proprio che sia il
vecchio Zaharrof ritornato al mondo? Sono in debito con lui per certe uova di
gabbiano.
Non lo guardare, disse Kerick. Mena via quel branco di quattrenni. Gli uomini
dovrebbero scuoiarne duecento oggi; ma non siamo che al principio della stagione e sono novizi al lavoro. Cento basteranno. Svelto.
Patalamon cominciò a sbattere insieme due ossi di foca davanti a un branco di
hollusehiekie, ed essi si fermarono di botto soffiando e sbuffando. Poi fece
qualche passo verso di loro; le foche si misero in moto e Kerick le guidò dentro terra, senza che esse nemmeno cercassero di tornare indietro verso le
loro compagne. Centinaia e centinaia di migliaia di foche le guardavano condurre via, ma continuavano a giocare lo stesso. Kotick fu l’unico che fece
delle domande, ma nessuno dei suoi compagni seppe dirgli altro se non che gli
uomini conducevano sempre via le foche in quel modo per sei settimane o due
mesi ogni anno.
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