Quell’autunno lasciò la spiaggia, perché gli era venuta una certa idea nella

sua testolina a proiettile. Andava a cercare la Vacca Marina, se un tale animale esisteva veramente nel mare, e un’isola tranquilla perché potessero

vivervi le foche senza essere raggiunte dagli uomini. Così esplorò ed esplorò

da solo il Pacifico da nord a sud, nuotando fino a trecento miglia fra giorno

e notte. Incontrò più avventure di quante se ne possano narrare, e fu lì lì

per essere acchiappato dal Pescecane, dallo Squalo e dal Pesce Martello e incontrò tutti i malandrini pericolosi che infestano i mari, e i grossi pesci

cortesi e le conchiglie spruzzate di scarlatto, che se ne stanno ammarate in

un luogo per centinaia danni e ne sono molto orgogliose, ma non incontrò mai

la Vacca Marina e non trovò l’isola che vagheggiava.

Se la spiaggia era buona e solida e saliva con un dolce pendio dove le foche

potessero giocare, si vedeva sempre il fumo di una baleniera all’orizzonte che

struggeva il grasso di pesce, e Kotick sapeva bene ciò che quel segno volesse

dire. Oppure si accorgeva che le foche avevano visitato una volta l’isola e vi

erano state massacrate, e Kotick sapeva che gli uomini tornano dove sono stati

una volta.

Si imbatté in un vecchio albatro codimozzo, il quale gli disse che l’isola

Kerguelen era l’unico posto dove trovare la pace e la tranquillità, e quando

Kotick vi andò, ci mancò poco che non fosse fatto a pezzi su certi terribili

scogli neri, in mezzo ad una tempesta di nevischio tra i lampi e i tuoni.

Tuttavia quando riuscì ad allontanarsi, lottando contro l’uragano, poté vedere

che anche lì c’era stato in altri tempi un allevamento di foche, e trovò la

stessa cosa in tutte le altre isole che visitò.

Limmershin me ne fece una lunga lista, e disse che Kotick aveva continuato le

sue ricerche per cinque stagioni con un riposo di quattro mesi all’anno a Novastoshnah dove gli hollusehiekie solevano burlarsi di lui e delle sue isole

immaginarie. Visitò le Galapagos, un orribile arcipelago bruciato sotto l’equatore, dove corse il pericolo di morire arrostito, le isole Georgia, le

Orkneys, l’isola Smeralda, l’isola dell’Usignolo, l’isola Gough, l’isola Bouvet, le isole Crossets e perfino una piccolissima isola a sud del Capo di

Buona Speranza. Ma dovunque il popolo marino gli diceva la stessa cosa: cioè

che le foche erano state in quelle isole una volta, ma gli uomini le avevano

sterminate tutte. Anche quando si spinse a migliaia di miglia fuori del Pacifico e arrivò in un luogo chiamato Capo Corientes (questo avvenne mentre

tornava dall’isola Gough), trovò poche centinaia di foche rognose sopra uno

scoglio, le quali gli dissero che gli uomini arrivavano anche lì. Questo fu

per lui un colpo al cuore e doppiò il Capo Horn per tornare alla volta delle

sue spiagge. Mentre risaliva verso il nord, salì a terra in un’isola coperta

di alberi verdi, dove trovò una foca vecchissima che stava per morire.

Kotick acchiappò un po’ di pesce per lei e le narrò tutti i suoi guai.

Ora, disse Kotick, torno a Novastoshnah e se mi condurranno al macello con gli

hollurehickie, non me ne importerà niente.

La vecchia foca gli rispose: Prova ancora. Io sono l’ultima della Colonia Perduta di Masafuera, e nei giorni in cui gli uomini ci ammazzavano a centinaia di migliaia, correva la leggenda per le spiagge che un giorno una

foca bianca sarebbe venuta dal nord e avrebbe guidato il popolo delle foche ad

un rifugio sicuro. Io sono vecchia e non vivrò fino a vedere quel giorno, ma

gli altri sì. Continua a cercare.

Kotick arricciò i baffi (erano una bellezza) e disse: Io sono l’unica foca

bianca che sia mai nata sulle spiagge, e sono l’unica foca, nera o bianca, che

abbia mai pensato a cercare nuove isole.

Questa notizia lo riconfortò moltissimo, e quando tornò a Novastoshnah quella

estate, Matkah, sua madre, lo pregò di scegliersi una sposa e di accasarsi

perché non era più un holluschickie, ma un maschio completamente sviluppato,

con una criniera bianca e ricciuta sulle spalle, pesante, grosso e feroce quanto suo padre.

Concedimi un’altra stagione, egli rispose. Ricordati, mamma, che è sempre l’onda più grossa che sale più in alto sulla spiaggia.

Ed è abbastanza curioso sapere che un’altra foca, una femmina, consentì di

rimandare il suo matrimonio all’anno prossimo, e Kotick ballò la Danza del

Fuoco con lei lungo la spiaggia di Lukannon, la notte prima che partisse per

la sua ultima spedizione.

Questa volta si diresse verso ponente, perché era capitato sulla traccia di un

grosso banco di ippoglossi, e aveva bisogno di almeno un centinaio di libbre

di pesce al giorno per mantenersi in buone condizioni. Li inseguì finché fu

stanco, poi si raggomitolò e si addormentò cullato dai marosi che battono l’isola del Rame. Conosceva la costa perfettamente, così che, verso mezzanotte, quando si sentì sospinto dolcemente contro un letto di alghe, disse: Uhm, la marea è forte stanotte, e rivoltandosi sottacqua, aprì gli occhi lentamente e si stiracchiò.

Poi fece un balzo come un gatto, perché vide degli enormi animali che annusavano intorno nell’acqua bassa e brucavano le frange pesanti delle alghe.

Per i Grandi Frangenti di Magellano! disse sotto i baffi.