Un manipolo di arcieri è arrivato proprio adesso al traghetto, la divisa; azzurro e amaranto; sono il nostro bersaglio; assaggeranno tutti le frecce, neppure uno deve sfuggirci nel bosco. Perché, ragazzi, noi siamo qui in una cinquantina, e ognuno di noi ha subito un torto dei più atroci; qualcuno ha perduto la terra, altri gli amici; e altri ancora sono stati banditi: oppressi tutti! E chi è autore di tanto male? Sir Daniel, per la croce! Dovrà dunque trarne profitto? dovrà starsene comodo nelle nostre case? dovrà arare lui i nostri campi? succhiarsi lui l'osso che ci ha rubato? Mi figuro di no. Ha manovrato la legge; ha vinto le cause, ma c'è una causa che non vincerà: ho qui un mandato alla mia cintura, che, grazie ai santi, trionferà su di lui.

Senzalegge, il cuoco, era ormai già alla sua seconda coppa di birra.

La sollevò, come per brindare all'oratore.

— "Master" Ellis — disse, — voi siete tutto per la vendetta, e bene vi conviene! Ma il vostro povero fratello dei boschi, che non ebbe mai terre da perdere né amici da ricordare, guarda piuttosto, per la sua povera parte, al profitto della cosa. Preferisce un "noble" d'oro20 e un boccale di vino delle Canarie a tutte le vendette del purgatorio.

— Senzalegge — replicò l'altro, — per raggiungere Moat House, Sir Daniel deve passare per la foresta. Gli renderemo quel passaggio più duro, perdiana!, di qualunque battaglia. Allora, quando sarà rimasto a terra sia pure con quel pugno di cenciosi che non ci possa sfuggire, e tutti i suoi grandi amici saranno caduti o scappati, e non ci sarà nessuno a dargli aiuto, assedieremo il vecchio volpone e terribile sarà la sua caduta E' una grossa preda: ci darà da pranzo a tutti.

— Eh! — ribatté Senzalegge, — ne ho già mangiati molti di questi pranzi ripromessi; ma è a cuocerli che è difficile, buon "Master"

Ellis. E intanto, che facciamo? Prepariamo frecce nere, scriviamo versi, e beviamo acqua fresca e pura, quella bevanda sconsolante.

— Non dici il vero, Will Senzalegge. Odori ancora di dispensa di francescani; la tua rovina è la gola — rispose Ellis. — Abbiamo preso venti sterline da Appleyard. Abbiamo preso sette marchi dal messaggero ella notte scorsa. Soltanto ieri ne abbiamo avuti cinquanta dal mercante.

— E oggi — disse uno degli uomini, — ho fermato un grasso mercante d'indulgenze che galoppava di gran furia verso Holywood. Ecco la sua borsa.

Ellis ne contò il contenuto.

— Cento scellini! — brontolò. — Idiota, ne aveva altri nei sandali o cuciti nella pellegrina. Non sei che un bambino, Tom Cuckow; ti sei lasciato scappare il pesce.

Tuttavia, malgrado la sparata, Ellis intascò la borsa con noncuranza.

Rimase in piedi appoggiato allo schidione, e guardò in giro i compagni. In atteggiamenti svariati, ingoiavano avidamente il loro stufato di selvaggina, e lo innaffiavano generosamente di birra.

Quella era una buona giornata; la fortuna era dalla parte loro; ma il lavoro urgeva, e si affrettavano a terminare il pasto. I primi ad arrivare avevano ormai già finito il pranzo. Alcuni si erano buttati sull'erba cadendo addormentati all'istante, come serpenti boa; altri chiacchieravano o esaminavano le armi; e uno, d'umore particolarmente gaio, levando in alto una tazza di birra, cominciò a cantare:

"Qui non c'è legge nel bosco verde, E qui non c'è mancanza mai di carne; C'è quiete e gioia, con il daino a pranzo, In piena estate, quando tutto è dolce.

Poi ritorna l'inverno, e vento e pioggia, Torna l'inverno con la neve e il gelo, Andate a casa, col cappuccio al viso, Sedete accanto al fuoco e desinate."

 

Durante tutto il tempo i due ragazzi avevano ascoltato e si erano tenuti stretti l'uno accanto all'altro; soltanto Richard si era sfilato la balestra e teneva pronto in mano il grappino che gli serviva per caricarla. Altrimenti non avevano osato muoversi; e quella scena di vita silvestre s'era svolta davanti ai loro occhi come una rappresentazione teatrale. Ma si verificò all'improvviso una strana interruzione. L'alto camino che sovrastava al resto delle rovine si levava proprio sopra il loro nascondiglio. Un fischio traversò l'aria, poi uno schiocco sonoro, e i frammenti di una freccia spezzata caddero quasi in testa ai ragazzi. Qualcuno da un punto elevato della foresta, forse proprio la sentinella che avevano vista appostata sull'abete, aveva scagliato una freccia contro la cima del camino.

Matcham non poté reprimere un piccolo grido, subito soffocato, e anche Dick fece un sobbalzo per la sorpresa e si lasciò cadere il grappino dalle dita. Ma per il gruppo sul prato quella freccia era un segnale atteso. Furono tutti in piedi di colpo, stringendosi le cinture, provando le corde degli archi, saggiando la scorrevolezza delle spade e delle daghe nelle guaine. Ellis alzò la mano; il viso gli aveva improvvisamente assunto un'aria d'energia selvaggia; e il bianco degli occhi gli luceva nel viso abbronzato.

— Ragazzi — disse, — conoscete i vostri posti. Che non vi sfugga anima viva. Appleyard è stato un aperitivo prima del pasto ma ora andiamo a tavola. Ci sono tre uomini che voglio vendicare amaramente: Harry Shelton, Simon Malmesbury, e — battendosi il largo petto, — Ellis Duckworth, per la messa!

Un altro uomo, scalmanato per la corsa, si fece largo fra il biancospino.

— Non è Sir Daniel! — ansimò. — Sono sette soltanto. E' arrivata la freccia?

— Ha colpito proprio adesso — rispose Ellis.

— Peste! — gridò il messaggero.