Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 118
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata
Canto sesto Q
Canto sesto
1
Ma d’altra parte l’assediate genti speme miglior conforta e rassecura, ch’oltra il cibo raccolto altri alimenti son lor dentro portati a notte oscura, ed han munite d’arme e d’instrumenti di guerra verso l’Aquilon le mura, che d’altezza accresciute e sode e grosse non mostran di temer d’urti o di scosse.
2
E ’l re pur sempre queste parti e quelle lor fa inalzare e rafforzare i fianchi, o l’aureo sol risplenda od a le stelle ed a la luna il fosco ciel s’imbianchi; e in far continuamente arme novelle sudano i fabri affaticati e stanchi.
In sì fatto apparecchio intolerante a lui se ’n venne, e ragionolli Argante: 3
— E insino a quando ci terrai prigioni fra queste mura in vile assedio e lento?
Odo ben io stridere incudi, e suoni d’elmi e di scudi e di corazze sento, ma non veggio a qual uso; e quei ladroni scorrono i campi e i borghi a lor talento, né v’è di noi chi mai lor passo arresti, né tromba che dal sonno almen gli desti.
4
A lor né i prandi mai turbati e rotti, né molestate son le cene liete, anzi egualmente i dì lunghi e le notti traggon con securezza e con quiete.
Voi da i disagi e da la fame indotti a darvi vinti a lungo andar sarete od a morirne qui, come codardi, quando d’Egitto pur l’aiuto tardi.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 119
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata
Canto sesto Q
5
Io per me non vuo’ già ch’ignobil morte i giorni miei d’oscuro oblio ricopra, né vuo’ ch’al novo dì fra queste porte l’alma luce del sol chiuso mi scopra.
Di questo viver mio faccia la sorte quel che già stabilito è là di sopra; non farà già che senza oprar la spada inglorioso e invendicato io cada.
6
Ma quando pur del valor vostro usato così non fosse in voi spento ogni seme, non di morir pugnando ed onorato, ma di vita e di palma anco avrei speme.
A incontrare i nemici e ’l nostro fato andianne pur deliberati insieme, ché spesso avien che ne’ maggior perigli sono i più audaci gli ottimi consigli.
7
Ma se nel troppo osar tu non isperi, né sei d’uscir con ogni squadra ardito, procura almen che sia per duo guerrieri questo tuo gran litigio or difinito.
E perch’accetti ancor più volentieri il capitan de’ Franchi il nostro invito, l’arme egli scelga e ’l suo vantaggio toglia, e le condizion formi a sua voglia.
8
Ché se ’l nemico avrà due mani ed una anima solo, ancor ch’audace e fera, temer non déi, per isciagura alcuna, che la ragion da me difesa pèra.
Pote in vece di fato e di fortuna darti la destra mia vittoria intera, ed a te se medesma or porge in pegno che se ’l confidi in lei salvo è il tuo regno.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 120
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata
Canto sesto Q
9
Tacque, e rispose il re: — Giovene ardente, se ben me vedi in grave età senile, non sono al ferro queste man sì lente né sì quest’alma è neghittosa e vile ch’anzi morir volesse ignobilmente che di morte magnanima e gentile, quando io temenza avessi o dubbio alcuno de’ disagi ch’annunzii e del digiuno.
10
Cessi Dio tanta infamia! Or quel ch’ad arte nascondo altrui, vuo’ ch’a te sia palese.
Soliman di Nicea, che brama in parte di vendicar le ricevute offese, de gli Arabi le schiere erranti e sparte raccolte ha fin dal libico paese, e i nemici assalendo a l’aria nera darne soccorso e vettovaglia spera.
11
Tosto fia che qui giunga; or se fra tanto son le nostre castella oppresse e serve, non ce ne caglia, pur che ’l regal manto e la mia nobil reggia io mi conserve.
Tu l’ardimento e questo ardore alquanto tempra, per Dio, che ’n te soverchio ferve, ed opportuna la stagione aspetta a la tua gloria ed a la mia vendetta. —
12
Forte sdegnossi il saracino audace, ch’era di Solimano emulo antico, sì amaramente ora d’udir gli spiace che tanto se ’n prometta il rege amico.
— A tuo senno — risponde — e guerra e pace farai, signor: nulla di ciò più dico.
S’indugi pure, e Soliman s’attenda; ei, che perdé il suo regno, il tuo difenda.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 121
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso La Gerusalemme liberata
Canto sesto Q
13
Vengane a te quasi celeste messo, liberator del popolo pagano,
ch’io, quanto a me, bastar credo a me stesso, e sol vuo’ libertà da questa mano.
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