Questo provocò qualche protesta da parte di alcune persone più sconsiderate ed eccitabili, per le quali un assembramento è sempre un pretesto per far chiasso e lanciare lazzi.

Stent e Ogilvy, temendo che potesse profilarsi la possibilità di uno scontro, non appena i marziani erano usciti dal cilindro, avevano telegrafato da Horsell alle caserme, perché mandassero una compagnia di soldati per proteggere quelle strane creature dall'eventuale violenza della folla. Subito dopo, erano tornati per guidare quella disgraziata avanzata. La descrizione della loro morte, come fu vista dalla folla, concorda esattamente con le mie impressioni: i tre sbuffi di fumo verde, quel suono ronzante e profondo, e i getti di fiamma.

Ma quell'affollamento di gente scampò alla morte ancor più miracolosamente di me. Li salvò soltanto un cumulo di sabbia coperto di felci, che intercettò la parte inferiore del raggio ardente. Se lo specchio parabolico fosse stato appena qualche metro più alto, nessuno avrebbe potuto raccontare l'avvenimento. Essi videro i lampi e gli uomini che cadevano, e una mano invisibile, per così dire, accese i cespugli mentre avanzava verso di loro nella luce del crepuscolo. Poi, con un fischio che vinceva il ronzio che veniva dalla buca, il raggio oscillò radente sui loro capi, accese le cime dei faggi che fiancheggiano la strada, sbriciolò i mattoni, e mandò in rovina una parte del comignolo della casa più vicina all'angolo.

Tra l'improvviso crepitare, sibilare e fiammeggiare degli alberi incendiati, pare che la folla, in preda al panico, sia rimasta esitante per qualche minuto.

Scintille e ramoscelli in fiamme cominciarono a cadere sulla strada, e alcune foglie volteggiarono, come fiammelle. Cappelli e vestiti presero fuoco, poi venne un grido dalla landa.

Ci furono urla e clamori, e d'improvviso la guardia a cavallo si fece strada al galoppo attraverso la folla, con le mani strette sul capo, urlando.

- Vengono! - gridò una donna, e immediatamente tutti si volsero e cominciarono a spingere quelli dietro, per aprirsi una strada verso Woking. Fuggirono alla cieca come un branco di pecore. Dove la strada si stringe e diventa più oscura, chiusa com'è tra le alte scarpate, la folla si serrò e ci fu una lotta disperata. Tre persone almeno, due donne e un bambino, furono travolte, calpestate e lasciate lì a morire, nel terrore e nel buio.

 

7. COME RAGGIUNSI CASA MIA.

 

Per quanto mi riguarda, non ricordo niente della mia fuga, tranne la fatica di farmi strada urtando contro gli alberi e inciampando nei cespugli d'erica. Tutto intorno a me si raccoglieva l'invisibile terrore dei marziani; quella spada spietata e ardente mi pareva ancora che volteggiasse qua e là, brandita sul mio capo prima di scendere su di me per uccidermi. Giunsi di corsa fino al bivio che porta a Horsell.

Non potei andar lontano; ero esausto per la violenza della mia emozione e per quella corsa, barcollai e caddi sul ciglio della strada. Ero vicino al ponte sul canale, accanto ai gasometri. Rimasi immobile.

Devo esser rimasto così per un certo tempo.

Quando mi riscossi, ero stranamente perplesso. Per un momento, non riuscii a capire perché mi trovassi lì. Il terrore mi aveva abbandonato. Avevo perduto il cappello, e il colletto mi si era sbottonato. Qualche minuto prima, davanti a me non c'erano state che tre cose reali: l'immensità della notte, dello spazio e della natura, la mia debolezza e angoscia, e l'avvicinarsi della morte. Ora, era come se qualcosa fosse mutato, e il mio punto di vista cambiò di colpo. Non ci fu un passaggio graduale da uno stato d'animo all'altro. Di colpo, tornai ad essere quello di tutti i giorni, un comune e onesto cittadino. La landa silenziosa, il motivo della mia fuga, le fiamme crepitanti, era tutto come un sogno. Mi domandai se gli ultimi avvenimenti fossero davvero accaduti. Non potevo crederlo.

Mi alzai e risalii vacillando l'erta del ponte. La mia mente era in uno stupore vuoto di pensieri. I muscoli e i nervi avevano ceduto. Barcollavo come un ubriaco. Al di sopra dell'incurvatura del ponte comparve una testa, e poi tutta la figura di un operaio, che portava un cesto.