Il carrettino della birra era rimasto lì, bizzarro relitto, nero contro l'incendio del cielo, e nelle cave di sabbia c'era una fila di carrozze abbandonate, i cui cavalli affondavano il muso nel sacchetto di avena.
5. IL RAGGIO ARDENTE.
Dopo aver visto sbucare i marziani da quel cilindro che li aveva portati dal loro pianeta sulla terra, una sorta di incantesimo paralizzò i miei atti. Rimasi lì, affondato fino al ginocchio tra i cespugli, a guardare il monticello che li nascondeva. Il mio animo era diventato un campo di battaglia conteso dalla paura e dalla curiosità.
Non osavo tornare alla buca, ma mi sentivo divorare da un appassionato desiderio di andare a darle un'occhiata. Cominciai a camminare, dunque, compiendo un grande giro, sforzandomi di restare al coperto, e tenendo incessantemente d'occhio i mucchi di sabbia che nascondevano i nuovi arrivati. Per un attimo, una frustata di sottili staffili neri, come i tentacoli di un polipo, guizzò sul riflesso del tramonto e subito disparve; poi, svolgendo ad una ad una le proprie articolazioni, si innalzò, oltre il margine della buca, una verga sottile: portava in cima un disco circolare che girava cambiando continuamente la propria inclinazione. Che cosa diavolo stava succedendo, laggiù?
La maggior parte degli spettatori si erano riuniti in due gruppi: una piccola folla verso Woking, un crocchio di persone dalla parte di Chobham. Evidentemente, erano agitati dal mio stesso conflitto intimo. Intorno a me c'erano poche persone. Passai accanto a un uomo - era, mi accorsi, un mio vicino, sebbene non sapessi come si chiamava - e gli rivolsi la parola. Ma non era il momento di far tante parole.
- Che orribili bruti! - disse. - Dio mio! Che orribili bruti! - e seguitò a ripetere questa frase.
- Ha visto un uomo nella buca? - gli domandai; ma non mi rispose. Restammo in silenzio e per un certo tempo continuammo a guardare, l'uno a fianco dell'altro, sentendo un certo conforto, immagino, nella reciproca compagnia. Poi io salii su una piccola altura, che mi permetteva di vedere le cose un po più dall'alto e quando d'un tratto lo cercai con gli occhi, vidi che stava tornando verso Woking.
Il tramonto s'incupì nel crepuscolo prima che qualcosa accadesse. La folla lontana sulla sinistra, verso Woking, aumentava, e ora mi giungeva il suo brusio confuso. Il piccolo gruppo di persone verso Chobham si disperse. Dalla buca veniva appena un sentore di movimento.
Fu questo, più che altro, a dar coraggio alla gente: le persone che giungevano, alla spicciolata e incuriosite, da Woking, infondevano ai presenti una certa tranquillità. Ad ogni modo, non appena cominciò a calare la sera, iniziò un movimento lento e intermittente, verso le cave di sabbia, un movimento che parve prendere forza quando si vide che la tranquillità della sera intorno al cilindro restava inalterata. A due o a tre, le nere sagome degli uomini avanzavano, si arrestavano e tornavano ad avanzare, allargandosi a mano a mano in un semicerchio rado e irregolare che sembrava voler chiudere la buca nelle sue estremità assottigliate. Allora cominciai a dirigermi anch'io verso la buca.
Vidi che alcuni cocchieri e altri conducenti si erano inoltrati coraggiosamente nelle cave di sabbia, e udii il tonfo degli zoccoli e lo stridio delle ruote. Vidi un monello che spingeva fuori della cava il carretto delle bibite. E poi, a quaranta metri circa dalla buca, notai un piccolo gruppo oscuro di uomini che proveniva da Horsell, il cui capo, in testa, agitava una bandiera bianca.
Quella era la deputazione. Si era tenuto un rapido consiglio, e poiché evidentemente i marziani, nonostante il loro aspetto ripugnante, erano creature intelligenti, si era deciso di mostrare loro, avvicinandosi con delle delegazioni, che anche noi eravamo intelligenti.
Il vessillo ondeggiava, prima a destra, poi a sinistra. Erano troppo distanti da me perché potessi riconoscere qualcuno del gruppo, ma seppi in seguito che Ogilvy, Stent e Henderson avevano deciso, insieme con altri, questo tentativo di intesa. Nella sua avanzata, il piccolo gruppo si era infiltrato nel gruppo dei curiosi disposti in circolo, e alcune sagome oscure e confuse lo seguivano a una certa distanza.
D'improvviso ci fu un lampo, e un luminoso fumo verdastro uscì dalla buca in tre sbuffi, che salirono dritti, l'uno dopo l'altro, nell'aria tranquilla.
Il fumo, forse sarebbe più giusto dire la fiammata, era così brillante, che il cielo color turchino cupo e la nebbiosa estensione della landa buia verso Chertsey - disseminata di pini bruni - parvero di colpo oscurarsi, mentre quegli sbuffi si innalzavano, e parvero diventare ancor più scuri dopo che si erano dispersi. Nello stesso momento, si levò un lieve suono sibilante.
Di là dal fosso c'era il piccolo assembramento di gente, bandiera bianca in testa, fermatosi di colpo a questi fenomeni: un gruppo sparuto di piccole sagome scure sullo sfondo nero. Quando il fumo verde si levò, i loro visi s'illuminarono di un pallore livido e scomparvero di nuovo quand'esso si spense.
Poi, lentamente, il sibilo si trasformò in un ronzio, quindi in un lungo, forte, monotono rumore. Lentamente, una forma gibbosa uscì dal fosso, e da essa scaturì, tremolante, lo spettro di un raggio di luce.
Immediatamente, dei getti di vera fiamma, abbagliante splendore che balzava dall'uno all'altro, divamparono dal gruppo di uomini sparsi. Era come se uno zampillo invisibile li colpisse e si accendesse in una fiammata bianca. E d'improvviso, per un attimo, ognuno diventò una torcia.
Allora, alla luce della loro stessa distruzione, li vidi barcollare e cadere, mentre quelli che li seguivano si davano alla fuga.
Restai a guardare, non rendendomi ancora completamente conto che in quella piccola folla lontana la morte saltava da un uomo all'altro.
1 comment