E voi, no?

PINA

Io no, compare Nanni. Lo sapete bene!

NANNI

Fatevi cantare la ninna nanna da qualchedun altro allora, e lasciatemi dormire, che ho sonno.

PINA

Benedetto il vostro santo patrono, che vi ha fatto di quella pasta!

NANNI

(ridendo). O come son fatto?

PINA

Finta che avete occhi e non vedete, finta!

NANNI

No, al buio non ci vedo, gnà Pina.

PINA

S’è buio tanto meglio!… che le parole non si perdono al buio!… ma vanno dritte, come escono dal cuore. Le vostre tagliano peggio d’un coltello, compare Nanni!

NANNI

Non le capisco le parabole, gnà Pina.

PINA

(in tono d’amarezza). Ah! che testa avete voi! E il anche il cuore!… duro come un sasso!

NANNI

Non le capisco! non le capisco!

PINA

Non le capite!. E vi lasciate morire la gente dinanzi!… E voi voltate la testa dall’altra parte!…

NANNI

Ohi! ohi! Si parla già di morti e di feriti?

PINA

(dopo un breve silenzio, coi gomiti sui ginocchi e il mento fra le mani; quasi soffocata dalla passione dolorosa):

“Garofano pomposo, dolce amore,

dimmelo tu, come ti debbo amare!…”

NANNI

Che non ne sapete altra canzone, gnà Pina?

PINA

(asciugandosi gli occhi febbrilmente). Mi torna in bocca sempre quella…

perché ne ho il cuore pieno!… Finta che non lo sapete, voi! Finta che non mi vedete cuocere a fuoco lento! Mi chiamano la lupa… ma il lupo siete voi che vi lasciate morire la gente dinanzi…

NANNI

O che volete infine, gnà Pina?

PINA

(chinandosi su di lui; viso contro viso, con un suono rauco e inarticolato di belva). Voglio te!…

NANNI

(scoppiando in riso). Voi!… Perché non mi date vostra figlia invece?…

Datemi vostra figlia ch’è carne fresca invece…

PINA

Ah, compare Nanni!… Come vorrei vedervi piangere coi miei occhi!

NANNI

Scusate!… Dico per ischerzo… Sapete la canzone?

“Se vuoi dar retta al maestro di scuola,

lascia la madre e piglia la figliuola”.

PINA

Come potete scherzare adesso? Perché vi divertite a calpestarmi coi piedi sulla faccia? Sono la lupa è vero… Sono una cosa vile… Vedete come divento soltanto a parlarvi?… un pezzo di cosa vile! Mi butterete via come un cencio poi… quando non mi vorrete più.

NANNI

No! no!…

“Pensa la cosa prima che la fai!”

PINA

(amaramente). Quanto siete giudizioso! Pensate le cose prima, voi!

NANNI

Devo pensare ai fatti miei… Sono un povero diavolo che campa a giornata… Non posso mettermi in questo imbroglio… e avere poi chissà che fastidi.

PINA

(umilmente). Che fastidi potreste avere con me?… Sapete quella che sono!…

NANNI

Sì, perché lo so! Non me ne sbarazzo più, se mi metto in quest’imbroglio. E

io devo pensare a mantenermi capite? Non ho nulla… Solo il buon nome e la buona salute. Devo pensare a trovarmi un po’ di dote, capite? Ditelo voi stessa… Gliela dareste vostra figlia a un cristiano che si fosse messo in quest’imbroglio?… con una come voi? Non vi offendete, ora…

PINA

(amaramente). No, non mi offendo. Da voi non mi offende nulla, compare Nanni.

NANNI

Dunque lasciamo stare le chiacchiere che è tardi. E buona notte davvero, adesso.

Torna a distendersi sulla paglia, voltandosi dall’altra parte.

PINA

(quasi lamentandosi tra sé dopo essere rimasta alcuni istanti in silenzio, col capo tra le mani). Anche questa mi fate?… Mettete il coltello in mano alla mia figlia stessa, anche?…

NANNI

(infastidito). Io non vi faccio niente. Lasciatemi dormire, caspita!

PINA

(con voce sorda, come fuori di sé, balbettando). Bene… volete sposare mia figlia, dunque?

NANNI

(sorpreso, voltandosi a metà). Diavolo! diavolo… Dite sul serio stasera?

PINA

(come sopra).