FILOMENA
La Maga dunque se ne stava nel palazzo incantato, tutto d’oro e di pietre preziose, e come passava un viandante, s’affacciava alla finestra per tirarlo in peccato mortale. Giovani e vecchi, vi cadevano tutti!… religiosi anche, e servi di Dio!…
BRUNO
(ridendo). Bene, bene!
FILOMENA
Voi che cosa avreste fatto? Se vi ho detto che era una Maga!… e di vecchia si faceva giovane!… bianca e rossa come una ragazza di quindici anni….
con due occhi in fronte che erano due stelle!
MALERBA
(ghignando). Bene, bene , ditemi dove sta di casa!
FILOMENA
Dove sta? All’inferno! E volete sapere che ne faceva di quei poveri disgraziati, poi? Con un colpo di bacchetta, paff! li mutava in asini o in maiali, con rispetto parlando. Finché un santo eremita, che venne a saperlo, disse: Qui bisogna che vada io, se no finisce il mondo…
CARDILLO
(colla sua aria bonacciona). Uno che si pigliava le corna altrui, quel santo eremita, e se le metteva in testa!
MALERBA
(sghignazzando). Eh! eh! avrà voluto provare anche lui!…
FILOMENA
(scandalizzata). Così parlate dei santi? Allora non dico più nulla.
MALERBA
Infine non me ne importa. Son storie che si raccontano.
FILOMENA
Storie? Saranno storie! Però accadevano allora, quando c’era il timor di Dio!
BRUNO
(in tono di scherzo). No, no, ci credo! Quando vi guardo negli occhi, comare Grazia, ci credo alla Maga!
Le scocca un bacio da lontano colle dita.
JANU
(gravemente, togliendosi la pipa di bocca). Maga o non Maga, sapete come dice il proverbio? “L’uomo è il fuoco, la donna è la stoppa: viene il diavolo e soffia!”
BRUNO
(alle ragazze, facendo per abbracciarle). Soffia tu, che soffio io! Ora son io la stoppa, com’è vero Dio!
GRAZIA
(lo respinge ridendo). Tenetevi le vostre mani, però!
CARDILLO
(col fare di un puledro messo a un tratto in allegria). È la favola della Maga che ci ha messo il pizzicore addosso’. Facciamo quattro salti!
BRUNO
(al ragazzo). Su, su, Nunzio! Mano alla zampognetta!
NELI
(brontolando). Quattro salti! Vi ringrazio tanto!… Come se fossi stato a spasso tutta la giornata!…
JANU
Come se fossi stato a spasso! Te la pago la giornata, sì o no?
NELI
Me la pagate… me la pagate… Ora ho le ossa rotte. Vi ringrazio tanto.
CARDILLO
Non gli badate a quel poltronaccio. Su, Nunzio, suonaci il ballo tondo. Qui non si spende nulla.
BRUNO
(allegro). Comare Grazia, su!… Gnà Lia! Ora comincia il festino!
Nunzio, si alza, cava fuori la zampognetta dalla bisaccia appesa alle
stanghe della treggia, e comincia a suonare, dondolandosi goffamente ora
su di un piede e ora sull’altro.
MALERBA
(a Grazia e Lia). Ehi, ragazze!… Si fanno pregare anche loro! Benedetta la gnà Pina che porta l’allegria dove va lei!
Sghignazzando.
Quella sì che non si fa pregare!
BRUNO
(chiamando ad alta voce verso il fondo della scena).
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