Spesso lei e le sorelle lo invitavano a pranzo, nei giorni di festa. Una volta, la domenica delle Palme, mentre esse apparecchiavano e aspettavano altri invitati, egli, arrivato presto, uscì nel loro orticello e si mise a camminare lungo la muriccia di cinta, sotto gli alberelli coperti di foglioline d’oro.
Il cielo era d’un azzurro latteo, l’aria calda e molle per il vento di levante: in lontananza si sentiva già il canto del cuculo.
D’un tratto, mentre si sollevava sulla punta dei piedi per staccare infantilmente una perla di resina da un mandorlo, vide nel vicolo di là della muriccia due occhi verdognoli dalla pupilla lunga che lo fissavano. Sembravano gli occhi di un gatto; e tutta la persona della donna, vestita di grigio, seduta aggomitolata sullo scalino di una porticina nera in fondo al vicolo, aveva qualche cosa di felino.
15
La rivedeva ancora, nitidamente, davanti a sé: gli sembrava di avere ancora tra il pollice e l’indice la goccia molle della resina, mentre i suoi occhi affascinati non potevano staccarsi da quelli di lei. E
sopra la porticina rivedeva una piccola finestra circondata di una striscia bianca, con una piccola croce sopra. Egli conosceva bene, fin da ragazzo, quella porticina e quella finestra: e quella croce contro le tentazioni lo divertiva, perché la donna che abitava la casupola, Maria Paska, era una donna perduta. Eccola lì ancora davanti a lui, col suo fazzoletto frangiato, aperto sul collo bianco, fin dove scendono come due lunghe goccie di sangue i pendenti di corallo. Coi gomiti sulle ginocchia e il viso pallido e fino fra le mani, Maria Paska non cessa di guardarlo, e finalmente gli sorride, senza muoversi: i denti bianchi, serrati, gli occhi lievemente crudeli, accentuano l’espressione felina del suo viso. D’un tratto però ella si lascia cader le mani sul grembo, solleva la testa e prende un’espressione grave e triste. Un uomo grosso, con la berretta tirata da un lato perché gli nasconda il vi-so, s’avanza cauto nel vicolo, lungo il muro verso il quale si volge.
Maria Paska s’alza subito e rientra in casa: l’uomo entra dopo di lei e chiude la porta.
Paulo non dimenticò mai il turbamento terribile che lo aveva assalito mentre continuava a passeg-giare nell’orticello delle donne pensando a quei due chiusi nella stamberga del vicolo: era una tristezza torbida, un malessere che gli faceva desiderare di trovarsi solo, di nascondersi come un ani-male malato; e che durante il pranzo lo rese più taciturno del solito, in mezzo agli altri invitati lie-tamente sereni. Subito dopo il pranzo ritornò nell’orticello: la donna era lì, al suo posto di attesa, nella stessa posizione di prima. Il sole non arrivava mai fino all’angolo umido della sua porticina; e pareva che ella si conservasse così bianca e fina per l’ombra che la circondava.
Nel rivedere il seminarista non si mosse, ma tornò a sorridergli, poi si fece grave come quando era arrivato l’uomo grosso: e gli chiese a voce alta, parlandogli come ad un ragazzo:
“Di’, vieni a benedire la mia casa sabato? L’anno scorso il prete che passava per benedire le case non volle entrare nella mia; ch’egli possa andare nell’inferno con la sua bisaccia e quello che c’è dentro”.
Egli non rispose. Ebbe voglia di buttarle una pietra, anzi la prese davvero la pietra dalla muriccia, poi la rimise e si pulì la mano col fazzoletto; ma durante tutta quella settimana santa, mentre ascoltava la Messa, mentre assisteva alle cerimonie sacre, mentre col cero in mano faceva corteo al Vescovo con gli altri seminaristi, gli occhi della donna gli stavano davanti, lo ossessionavano. Aveva desiderio di esorcizzarla come una indemoniata, e nello stesso tempo sentiva che lo spirito del male era invece dentro di lui. Nell’assistere alla lavanda dei piedi, mentre il Vescovo si curvava davanti a dodici mendicanti che parevano davvero dodici apostoli, s’intenerì pensando che il prete non aveva voluto, il sabato santo dell’anno scorso, benedire la casa della donna perduta. E Cristo aveva perdo-nato a Maria Maddalena. Forse se il prete benediva la casa della donna perduta, essa si emendava.
Questo pensiero cominciò a invaderlo, a sommergere tutti gli altri suoi pensieri: esaminandolo be-ne, adesso, a distanza, s’accorgeva ch’era stato un inganno del suo istinto; in quel tempo egli non aveva ancora coscienza di sé stesso; forse però anche conoscendosi sarebbe egualmente andato il sabato santo nel vicolo della donna perduta.
Dallo svolto del vicolo vide che Maria Paska non stava seduta sulla soglia; ma la porticina era aperta, segno che nessun visitatore era dentro. Senza volerlo, egli imitò allora l’uomo grosso, avan-zandosi cauto col viso rivolto verso il muro. Gli dispiaceva che ella non fosse lì, in agguato, e nel vederlo non si alzasse d’un tratto divenuta grave e triste. Arrivato in fondo al vicolo la vide che at-tingeva acqua dal pozzo a fianco della casetta; e sentì un colpo al cuore: gli parve davvero Maria Maddalena. E come Maria Maddalena ella volse il viso, mentre traeva la secchia, e arrossì; mai più in vita sua egli vide una donna più bella. Desiderò fuggire; ma aveva soggezione di lei.
1 comment