Ella rientrò in casa con la brocca dell’acqua in mano, e gli disse qualche cosa ch’egli non sentì: e fu lei a chiudere la porta, appena lui fu dentro. Salirono la scaletta di legno che per mezzo d’una botola conduceva alla stanza di sopra, quella del finestrino con la croce contro le tentazioni.

16

Arrivata la prima, ella si chinò sulla botola, sorridendogli dall’alto. tirandolo su col suo sguardo; e quando anche lui fu nella stanzetta, gli si accostò, quasi volesse misurarsi con lui: con un colpo della mano gli fece saltare dalla testa il berretto, poi cominciò lei, come fosse l’uomo e lui la donna, a sbottonargli la sottana, toccandone i bottoncini rossi con un gusto infantile, così come egli aveva spiccato il grano della resina dal mandorlo fiorito.

Era tornato altre volte da lei: ma dopo ricevuti gli ordini e pronunziato il voto di castità non aveva più avvicinato donne. I suoi sensi s’erano come irrigiditi nella corazza gelida del suo voto: quando sentiva raccontare storie scandalose di altri preti provava orgoglio a sentirsi puro, e ricordava la sua avventura con la donna del vicolo come una malattia di cui era completamente guarito.

Gli sembrava, nei primi anni passati nel paesetto, di aver già vissuto tutta la sua vita; di aver conosciuto tutto, la miseria, l’umiliazione, l’amore, il piacere, il peccato, l’espiazione: di essersi ritirato dal mondo come i vecchi eremiti, e di aspettare solo il regno di Dio.

Ed ecco d’un tratto la vita terrena gli era riapparsa negli occhi di una donna: ed egli in principio s’era talmente ingannato da scambiarla con la vita eterna.

Amare, essere amato; non era questo il regno di Dio sulla terra? E il suo petto si gonfiava ancora al ricordo. Perché tutto questo, o Signore? perché tanta cecità? Dove cercare la luce? Era ignorante; e sapeva di esserlo; la sua coltura era fatta di frammenti di libri dei quali non intendeva intero lo spirito: la Bibbia soprattutto lo aveva plasmato col suo romanticismo e il suo verismo d’altri tempi: quindi non si fidava neppure di se stesso, delle sue ricerche interiori: sapeva di non conoscersi, di non essere padrone di sé stesso; d’ingannarsi, d’ingannarsi sempre.

Gli avevano fatto sbagliare strada. Era l’uomo degli istinti lui, come i suoi padri mugnai o pastori; e poiché non poteva abbandonarsi all’istinto soffriva. Ecco che ritornava alla prima diagnosi del suo male, alla più semplice e giusta: soffriva perché era uomo, perché aveva bisogno della donna, del piacere, di generare altri esseri: soffriva perché lo scopo naturale della vita è di proseguire la vita, e a lui lo impedivano; e questo impedimento aumentava lo stimolo del suo bisogno.

Ma poi ricordava che il piacere gli lasciava, dopo goduto, disgusto e angoscia. Che era dunque?

No, non era la carne che chiedeva di vivere; bensì l’anima che si sentiva chiusa nella carne e voleva liberarsi dalla sua prigione: nei momenti dell’ebbrezza suprema di amore era l’anima che fuggiva in un rapido volo, per ricadere tosto nella sua gabbia: ma le bastava quell’attimo di liberazione per in-travedere il luogo dove sarebbe volata alla fine della sua prigionia, quando la muraglia della carne crollerebbe per sempre: luogo di gioia infinita, l’infinito.

Infine sorrise, triste e stanco: dove aveva letto tutte queste cose? Certo, le aveva lette: non preten-deva di pensare cose nuove. Che importa? La verità è sempre stata la stessa, eguale entro tutti gli uomini come è eguale il loro cuore.

Egli si era creduto diverso dagli altri uomini, in esilio volontario, degno di star vicino a Dio. Dio forse lo castigava per questo; lo rimandava fra gli uomini, nella comunità della passione e del dolore.

Bisognava sollevarsi e camminare.

Qualcuno infatti picchiò all’uscio.

Egli trasalì come svegliato di soprassalto, e si gettò subito giù dal letto con l’impressione di uno che deve partire e teme di far tardi. Appena alzato però si mise a sedere affranto; sentiva tutte le membra rotte; gli pareva lo avessero bastonato durante il sonno. Piegato, col mento sul petto, mosse lievemente la testa accennando di sì, di sì. Sì, la madre non s’era dimenticata di chiamarlo presto, com’egli le aveva raccomandato il giorno avanti. Sì, la madre procedeva per la sua via diritta: non ricordava nulla delle cose della notte scorsa e lo chiamava come se tutto fosse eguale alle altre mattine.

Era eguale, sì. Ed egli tornò a sollevarsi e cominciò a vestirsi: e a poco a poco si irrigidiva, si drizzava, entro la sua veste dura di guerriero.

17

Spalancò la finestra, sbattendo le palpebre contro la luce viva del cielo argenteo. I rovi del ciglione tremolavano tutti pieni di scintille e di canti di uccelli; il vento era cessato, e nell’aria pura vibravano i rintocchi della campana.