La religiosa

Denis Diderot
La religiosa
(1796)
Titolo originale: La religieuse
Traduzione e cura di Antonio Di Giorgio
1

Introduzione del curatore
La religieuse1
Nel 1796 fu dato alle stampe un romanzo che narrava la vicenda di una giovane, che tentò invano di protestare contro i voti pronunciati non liberamente: è La
religieuse2
di Denis Diderot . Già il titolo è significativo, e sottende due impostazioni.
Il titolo, infatti, anticipa che l’autore descriverà due realtà: la canonica – Susanna è monaca professa e corista – e la virtù – Susanna è davvero una religiosa3.
L ’ esposizione è espressa in forma di memoriale. Il romanzo è stato frainteso nel suo contenuto dalla polemica laicista dell’illuminismo, cui Diderot dedicò se stesso4. Non si può prendere in esame La religiosa solo e soltanto nei suoi capitoli, ma deve essere colta tutta l’essenza della narrazione: il rischio sarebbe di fare del romanzo uno strumento di polemica, di cui si è servita la Rivoluzione del 1789 svilendone il lirismo. Diderot è un illuminista, e la polemica fu suo pane, tuttavia è lui stesso a chiarire la natura del suo romanzo5.
1 Questa premessa su Diderot è tratta dal mio studio La “religieuse” di Diderot e “La Capinera” di
Verga, in VARIACULTURA anno 1 n. 0/2000 pp. 17-24. ( N.d.C. ) 2 La traduzione de La religiuese si basa sul Folio 1988. ( N.d.C. ) 3 Segnalo che alcuni traduttori preferiscono tradurre religieuse con monaca e non con religiosa termine questo che designa lo stato in sé: è preferibile la traduzione religiosa sinonimo di monaca ed espressione compiuta dello stato di vita, ed è la più vicina al termine francese ( N.d.C. ) 4 «Per la sua formazione spirituale e il suo stile Diderot fu anche il più interessante degli enciclopedisti, è l’uomo più ricco di idee del suo secolo. Il suo materialismo è poetico e panteistico.
Sulla visione della natura si basa la sua morale; sono le commoventi scene familiari che risvegliano il suo entusiasmo”. Erich Auerbach, Introduzione alla filologia romanza, Einaudi 1963, pp. 253-254 con tagli. ( N.d.C. )
5 Diderot inviando il manoscritto a Meister scrive: «Non credo che sia mai stata scritta una satira spaventevole contro i conventi». In questa missiva è Diderot che chiarisce il valore del suo romanzo, è la risposta al divertimento, alla spensieratezza di Jacques le Fataliste. Dunque la storia di Susanna è seria, merita attenzione e deve indurre la riflessione. ( N.d.C. ) 2
La protagonista
Il caso di Suzanne Simonin, la protagonista, attinge ad un fatto realmente accaduto.
È stata tentata l’identificazione di Susanna con una monaca6, ma di là da questo riconoscimento, o meglio di questo debito di Diderot alla cronaca, si deve tener presente che egli prese a cuore il caso della sorella, Catherine Diderot (1719-1746), che liberamente aveva preso i voti7.
L’arco di tempo in cui si snodano gli eventi vissuti da Susanna è preciso. A sedici
anni e mezzo entra in convento come educanda, poi la costringono a rimanere8. Nel suo memoriale, Susanna descrive l’ipocrisia che ha incontrato in convento, ma non generalizza, spendendo non poche parole per elogiare le consorelle pie ed umili e l’arcidiacono padre Hébert, il suo liberatore dalle angherie di madre Cristina. Accanto a lui, i giovani preti per i quali Susanna implora Dio, e infine padre Lemoine, grande indagatore dell’animo umano, che la metterà in guardia dalla corruzione della superiora di Sant’Eutropio.
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