All’anima viene concesso un tempo limitato per risvegliarsi. Se si sveglierà un istante prima della scadenza del termine e riconoscerà Dio e lo sceglierà, allora sarà salva.
Il fatto che il principe si svegli solo un istante prima della terza e ultima alba indica che nel momento decisivo la differenza tra l’anima che si salva e quella che si perde non è che un infinitamente piccolo in rapporto all’intero contenuto psicologico dell’anima. Anche il paragone evangelico tra il regno dei cieli e il granello di senape, il lievito, la perla, ecc. indica questo; e così pure il chicco di melagrana di Proserpina.
Il miserevole aspetto della principessa, il suo ingresso a palazzo come sguattera indicano che Dio viene a noi completamente spoglio non solo della sua potenza ma altresì del suo splendore. Viene a noi celato, e la salvezza consiste nel riconoscerlo.
C’è un altro tema del folklore che, senza dubbio, è legato alla stessa verità: quello della principessa che, accompagnata da una schiava, parte alla volta di un paese lontano per sposare un principe (in certe fiabe è un principe che, accompagnato dal suo schiavo, parte per sposare una principessa); lungo il cammino un evento la costringe a scambiare abito e ruolo con quelli della schiava e a giurare di non svelare mai la propria vera identità. Il principe si accinge a sposare la schiava, e solo all’ultimo momento riconosce la sua vera fidanzata.17
I due temi possono anche essere visti come un’evocazione della Passione. Nella fiaba del «duca di Norvegia» l’interminabile, estenuante cammino della legittima sposa fino al palazzo del principe, dove giunge in condizioni miserande, a piedi nudi, coperta di stracci, si adatta perfettamente a quell’evocazione. Le parole «Lontano ti ho cercato, accanto a te fui condotta» assumono allora un significato straziante. Come anche le parole «Cantò così a lungo che il suo cuore fu sul punto di spezzarsi, e poi ancora sul punto di spezzarsi»].18
2. RICONOSCIMENTO TRA DIO E L’UOMO
SOFOCLE. RICONOSCIMENTO TRA ELETTRA E ORESTE
ELETTRA Di quel misero dov’è la tomba?
ORESTE Non ne ha. Un vivente non ha tomba.
ELETTRA Che dici, figlio? ORESTE Nessuna menzogna nelle mie parole.
ELETTRA È dunque vivo, l’uomo? ORESTE Sì, se il respiro è in me.
ELETTRA Dunque tu, saresti lui? ORESTE Esamina questo, l’anello di mio padre, e giudica tu se la mia parola è vera.
ELETTRA O luce amatissima! ORESTE Amatissima, ne sono testimone.
ELETTRA O voce, tu sei qui? ORESTE Non chiedere mai più altrove.
ELETTRA Ti ho tra le braccia? ORESTE Oramai tienimi19 così per sempre.
ELETTRA O donne carissime, o concittadine, vedete qui Oreste, lui che aveva trovato il mezzo d’esser morto, ora ha trovato il mezzo d’esser salvo.20
Se leggiamo questi versi senza pensare alla vicenda di Elettra e di Oreste, la risonanza mistica è evidente («Non chiedere mai più altrove», «Oramai tienimi così per sempre»). Se poi pensiamo alla vicenda narrata in Sofocle, l’evidenza è ancora maggiore.
Si tratta di un riconoscimento, tema frequente nel folklore. Si crede di avere dinanzi a sé uno straniero, e invece è l’essere più amato. Così accadde a Maria Maddalena e a un certo giardiniere.21
Elettra è figlia di un re potente, ma ridotta al più miserevole stato di schiavitù, agli ordini di quelli che tradirono suo padre. Ha fame. È coperta di stracci. La sventura non solo la schiaccia, ma la degrada e la inasprisce. Ma lei non scende a patti. Odia i nemici del padre che su di lei esercitano ogni potere. Soltanto il fratello potrebbe liberarla, ma è lontano. Elettra si consuma nell’attesa. Finalmente giunge Oreste, ma lei ne è all’oscuro. Crede di vedere uno straniero venuto ad annunciare la sua morte e a portare le sue ceneri. Cade in una disperazione senza fondo, si augura di morire. Ma benché non speri più in nulla, neppure per un istante pensa di scendere a patti. Odia ancor più intensamente i nemici. Mentre piange reggendo l’urna, Oreste, che l’aveva presa per una schiava, la riconosce in virtù delle sue lacrime. Le confida che l’urna è vuota. Le si svela.
Vi è qui un doppio riconoscimento.
1 comment