Avrebbe tenuto gli occhi aperti, e se facevano tanto di provarci, lo conosceva ben lui un posto a sei o sette miglia da lì, dove mi avrebbe ficcato dentro, e lì potevano cercare e cercare, non mi avrebbero trovato più. Questa cosa non mi ha lasciato molto tranquillo, ma solo per poco, perché io mica me ne sarei stato lì a farmi beccare da lui.
Allora il vecchio mi fa andare alla barca a prendere tutte le cose che aveva portato. C'era una sacco da cinquanta libbre di farina gialla, un pezzo di pancetta, munizioni, un barilotto di whisky da quattro galloni e un vecchio libro e due giornali da usare come stoppa, oltre a un po' di corda.
Porto un primo carico e poi ritorno e mi siedo sulla prua della barca a riposare. Mi metto a pensare, e decido di scappare con il fucile e qualche lenza e di andare a nascondermi nei boschi. Pensavo di non fermarmi in un posto ma di viaggiare per tutto il paese, in genere di notte, e di procurarmi da mangiare cacciando e pescando, e in questo modo arrivare così lontano che non mi potevano più trovare, né il vecchio né la vedova. Quella notte potevo finire di segare se papà si ubriacava tanto da non accorgersene, e io pensavo proprio che voleva farlo. Ero tanto fisso a quell'idea che il vecchio mi ha tirato un urlo, e mi ha domandato se dormivo o ero annegato.
Ho portato su tutto alla capanna, che ormai si era fatto buio. Mentre preparo la cena il vecchio attacca con un paio di sorsate per tirarsi su, e ricomincia la sua solfa. In città si era preso una sbronza coi fiocchi ed era rimasto steso in un fosso per tutta la notte. Bisognava vederlo: era così infangato che sembrava Adamo appena fatto da Dio. Quando la bevuta cominciava a fare effetto quasi sempre se la prendeva col governo. Questa volta fa:
«Che razza di governo, questo! Guarda che roba questa legge che permette di portare via il figlio a un uomo - il figlio che lui ha tirato su sputando sangue e che gli è costato tanti soldi. Sì, e proprio quando il figlio è grande e può cominciare a lavorare e a fare qualcosa per lui, che così può riposare un po', salta fuori la legge e si mette contro di lui. Bel governo, questo! E poi non è finita. La legge protegge anche il giudice Thatcher, e gli permette di tenersi quello che è roba mia. Ecco cosa fa la legge! La legge ruba a un uomo più di seimila dollari e lo sbatte in una vecchia catapecchia come questa, e lo obbliga ad andare in giro con vestiti che non andrebbero bene neanche per un maiale. E lo chiamano governo, questo! Un governo che non riconosce a un uomo i suoi diritti! Qualche volta mi viene la voglia di piantare questo paese e di non tornare più. Ah, ma io ce l'ho detto a quelli lì. Ce l'ho detto sul grugno, al giudice Thatcher. Mi hanno sentito in tanti, che ce l'ho detto. Ci ho detto, «se mi danno due centesimi me ne vado da questo maledetto paese, e non ci torno più». Proprio così ci ho detto. Ci ho detto, «guardate il mio cappello - se si può chiamarlo un cappello, col cocuzzolo sollevato e il resto che mi cade giù fino al collo -, non è più un cappello, è un tubo di stufa, e io ci ho cacciato dentro la testa». Guarda, dico io, se devo portare un cappello come questo... io che sono uno degli uomini più ricchi della città, se solo potessi avere quello che mi spetta.
«Oh, sì, che governo splendido! Ma adesso senti questa. C'era un negro libero, lì nell'Ohio, un mulatto, bianco quasi come noi. Questo negro ha la camicia bianca che più bianca non l'ho mai vista, e un cappello che brillava tutto, e in città non c'era nessuno che aveva vestiti belli come quelli che aveva lui; e ci aveva un orologio e una catena d'oro, e un bastone col manico d'argento - un vecchio nababbo con la testa grigia che era il più schifoso di tutto lo stato. Beh, sai che dicevano di questo tipo? Dicevano che era professore all'università e che sapeva parlare in tutte le lingue e che sapeva tutto. Ma non è mica finita. Dicevano che poteva anche votare, al suo paese.
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