Gli occhi di lui avevano contemplato il Tribunale di Contea, che si diceva avesse un tetto di lamiera. Il timore reverenziale ispirato da tali riflessioni venne attestato dal silenzio impressionante e dalle file di occhi fissi e sbarrati. Costui era il grande giudice Thatcher, fratello del loro stesso avvocato. Jeff Thatcher si portò avanti immediatamente, per dimostrare la propria familiarità con il grand’uomo e per essere invidiato dalla scolaresca. Se avesse potuto udirne i bisbigli, quella sarebbe stata musica per l’anima sua.

«Guardalo, Jim! Sta andando da quella parte. Ehi, dico, gli sta stringendo la mano, scambia una stretta di mano con lui! Perdiana, non vorresti esserci tu al posto di Jeff?»

Anche il signor Walters cominciò a “esibirsi” con ogni sorta di agitazione e attività ufficiale, impartendo ordini, trinciando giudizi, dando direttive qua e là, ovunque riuscisse a scorgere un bersaglio. Il bibliotecario si “esibì” correndo qua e là con le braccia cariche di libri e indulgendo a tutti quei tramestii e a quelle frasi incoerenti di cui si diletta l’autorità microscopica. Le giovani maestre si “esibirono” chinandosi con soavità sugli allievi ai quali, fino a pochi momenti prima, avevano somministrato scappellotti, alzando graziosamente indici ammonitori nella direzione dei ragazzetti cattivi e accarezzando affettuosamente i buoni. I giovani maestri si “esibirono” con brevi rimbrotti e altri piccoli sfoggi di autorità e di somma cura per la disciplina; inoltre quasi tutti gli insegnanti, di entrambi i sessi, trovarono qualcosa da fare davanti alla biblioteca accanto al pulpito; e si trattò di incombenze che spesso dovettero essere ripetute due o tre volte (con molta apparente irritazione). Le bambine si “esibirono” in vari modi, e i ragazzetti, quanto a loro, si “esibirono” con tanta diligenza che l’aria si colmò del crepitio delle palline di carta e dei tonfi degli schiaffi. Il grand’uomo dominava dall’alto tutto ciò, rivolgendo un sorriso giudizioso e maestoso all’intera chiesa, e scaldandosi al sole della sua stessa grandezza, poiché, a sua volta, non faceva altro che “esibirsi”. Mancava una sola cosa per rendere completa l’estasi del signor Walters, vale a dire la possibilità di consegnare una Bibbia in premio e di ostentare un prodigio. Numerosi allievi avevano alcuni scontrini gialli, ma nessuno ne possedeva abbastanza; egli si era già aggirato tra gli scolari più promettenti, informandosi. Avrebbe donato interi mondi, in quel momento, pur di riavere il ragazzetto tedesco sano di mente.

E poi, proprio allora, quando ogni speranza era ormai spenta, Tom Sawyer si fece avanti con nove scontrini gialli, nove scontrini rossi e dieci blu, e pretese una Bibbia! Fu come un fulmine a ciel sereno! Walters non si era aspettato una richiesta da quella parte per i prossimi dieci anni. Ma non poteva scantonare... ecco gli scontrini che davano diritto al premio, ed erano autentici. Tom fu pertanto fatto salire sullo stesso piano del giudice e degli altri eletti, e la grande notizia venne annunciata dal quartier generale. Si trattava della più stupefacente sorpresa del decennio; e la sensazione fu così profonda da elevare l’eroe alla stessa quota del magistrato, per cui la scolaresca ebbe due meraviglie da contemplare anziché una. Tutti i ragazzi erano divorati dall’invidia; ma a soffrire lo strazio più lancinante furono quelli che, troppo tardi, si accorsero di aver contribuito essi stessi all’odiato splendore scambiando con Tom gli scontrini contro le ricchezze accumulate da lui quando aveva ceduto il privilegio di imbiancare a calce. Questi ultimi disprezzarono se stessi per essersi lasciati turlupinare da un’astuta frode, da un ingannevole serpente nascosto tra l’erba.

Il premio venne consegnato a Tom con tutte le lodi che il preside riuscì a cavare da se stesso, tenuto conto delle circostanze; ma difettavano in qualche modo dell’autentico entusiasmo poiché l’istinto del poveretto gli diceva che esisteva lì un mistero sul quale sarebbe stato forse preferibile non fare luce; era semplicemente assurdo che quel ragazzo fosse riuscito a immagazzinare duemila covoni di saggezza delle Sacre Scritture nella propria mente... una sola dozzina sarebbe bastata, senza alcun dubbio, a porre a dura prova le sue capacità. Amy Lawrence era fiera e lieta, e si sforzava di far sì che Tom glielo leggesse in faccia; ma lui non voleva saperne di guardarla. Ella si meravigliò; poi fu presa da un lieve turbamento; subito dopo un vago sospetto si affacciò e scomparve... ma tornò ad affacciarsi. Amy osservò, allora, e un’occhiata furtiva fu sufficiente per rivelarle tutta la verità... dopodiché le si spezzò il cuore. Divenne gelosa, infuriata, e le lacrime sgorgarono, ed ella odiò tutti; Tom più di ogni altro, pensò.