È possibile che lo stomaco mentale di Tom non fosse mai stato realmente affamato di uno dei premi, ma, incontestabilmente, già da molti giorni, tutto il suo essere anelava alla gloria e all’éclat che si accompagnavano al riconoscimento.

A tempo debito, il preside si alzò davanti al pulpito, con il libro degli inni chiuso nella mano e il dito indice inserito tra le pagine per tenere il segno, invitando tutti a tacere e ad ascoltare. Quando il preside di una scuola domenicale pronuncia il solito discorsetto, il libro degli inni stretto nella mano è necessario quanto l’inevitabile spartito musicale tra le dita del cantore che si fa avanti sulla pedana per intonare un a solo durante qualche concerto – anche se il perché resta misterioso; infatti, né il libro degli inni, né lo spartito musicale, vengono mai degnati di uno sguardo dai rispettivi interessati. Il preside di cui stiamo parlando era una creatura esile, sui trentacinque anni, con un pizzetto color sabbia e corti capelli anch’essi color sabbia; portava un colletto inamidato il cui orlo superiore gli arrivava sin quasi alle orecchie e le cui punte sottili si incurvavano in avanti di fronte agli angoli della bocca di lui – una specie di recinzione che lo costringeva a guardare diritto dinanzi a sé e a voltare tutto il corpo quando si rendeva necessaria una visuale di lato. Egli poggiava il mento su un’ampia cravatta, larga e lunga quanto una banconota, con le estremità a frangia; gli stivaletti che calzava avevano la punta voltata nettamente all’insù, come voleva la moda di quei tempi, simili ai pattini di una slitta – un effetto pazientemente e faticosamente ottenuto dai giovanotti restando seduti per ore con le punte dei piedi premute contro una parete. Il signor Walters era un uomo dai modi serissimi, molto sincero e schietto; inoltre aveva un tale rispetto per le cose e i luoghi sacri, e li separava a tal punto dalle questioni terrene, che, a sua insaputa, la voce di lui, nella scuola domenicale, aveva assunto un’intonazione del tutto particolare, completamente assente nei giorni feriali. Egli cominciò in questo modo:

«E ora, bambini, voglio che voi tutti sediate impettiti e composti quanto più potete e mi prestiate tutta la vostra attenzione per un minuto o due. Ecco, benissimo. Così devono comportarsi i bimbetti e le ragazzine come si deve. Vedo una bambina che sta guardando fuori dalla finestra... pensa, temo, che io mi trovi là fuori in qualche posto... magari su uno di quegli alberi a pronunciare un discorso agli uccellini. (Risatine di approvazione.) Desidero dirvi quanto mi rende felice vedere tanti visetti freschi e puliti riuniti in un luogo come questo, per imparare a comportarsi bene e a essere buoni.»

E così via, e così via. Non è necessario trascrivere il resto del discorso. Era improntato a un modello che non varia mai ed è quanto mai familiare a noi tutti.

L’ultimo terzo dell’allocuzione venne disturbato da una ripresa delle risse e di altre ricreazioni tra alcuni dei monellacci, nonché da dimenamenti e bisbigli che si estesero in lungo e in largo, lambendo persino la base di rocce isolate e incorruttibili come Sid e Mary. Ma poi ogni strepito cessò all’improvviso quando la voce del signor Walters tacque, e la fine del discorso venne accolta con un dilagare di silenziosa gratitudine.

In gran parte, i bisbigli erano stati causati da un evento più o meno raro, l’arrivo di visitatori: l’avvocato Thatcher, accompagnato da un uomo molto fiacco e anziano, un maestoso e avvenente gentiluomo di mezza età i cui capelli erano color grigio ferro, e da una dignitosa dama, senza dubbio la sua consorte. La signora conduceva per mano una bambina. Tom era stato irrequieto, colmo di irritazione e di afflizione, nonché di rimorsi di coscienza... non riusciva a sostenere lo sguardo di Amy Lawrence e non sopportava le sue occhiate affettuose. Ma, non appena scorse la nuova piccola arrivata, l’anima sua divenne in un attimo splendente di beatitudine. Un momento dopo, egli si stava “esibendo” con tutte le sue capacità – scappellottava altri ragazzi, tirava loro i capelli, faceva smorfie, in una parola si avvaleva di ogni arte che sembrava poter affascinare una ragazzetta e meritarne l’approvazione. L’esultanza di lui era attenuata da una sola cosa... il ricordo dell’umiliazione subita nel giardino di quell’angelo; ma il ricordo sembrava scritto sulla sabbia e veniva cancellato rapidamente dalle ondate di felicità che vi stavano passando su, adesso. Ai nuovi arrivati venne offerto il posto d’onore e il signor Walters, subito dopo aver concluso il discorso, li presentò alla scolaresca. L’uomo di mezza età risultò essere un personaggio prodigioso; nientemeno che il giudice di contea... la più augusta presenza che quei bambini avessero mai contemplato; e si domandarono tutti di che materiale fosse fatto; e desiderarono quasi di sentirlo ruggire, ma ebbero anche paura che potesse indursi a farlo. Veniva da Constantinople... lontana una ventina di chilometri, per cui aveva viaggiato e veduto il mondo.