Nove metri di recinto di assi alte due metri e settanta! Gli parve che la vita fosse vuota e l’esistenza soltanto un fardello. Sospirando, affondò il pennello e lo passò sull’asse più in alto; ripeté l’operazione una seconda e una terza volta; paragonò l’insignificante striscia imbiancata a calce con lo sconfinato continente di recinzione non imbiancata, e sedette, scoraggiato, su un ceppo. Jim si diresse, saltellando e cantando “Ragazze di Buffalo”, verso il cancello, con il secchio per l’acqua. Portare l’acqua dalla pompa del villaggio era sempre stata, prima di allora, una fatica odiosa agli occhi di Tom, ma ora non gli parve più tale. Ricordò che c’era compagnia, là alla pompa: ragazzi e ragazze, bianchi, mulatti e negri, si trovavano sempre laggiù, in attesa del loro turno, riposando, scambiandosi giocattoli, litigando, picchiandosi, scherzando. E ricordò inoltre che, sebbene la pompa distasse appena centocinquanta metri, Jim non tornava mai con un secchio d’acqua mettendoci meno di un’ora; e che allora, di solito, bisognava che qualcuno andasse a chiamarlo. Tom disse:

«Senti, Jim, ci vado io a prendere l’acqua se tu pitturi un po’ al posto mio.»

Jim scosse la testa e rispose:

«Non posso, padroncino Tom. L’anziana padrona mi ha detto di andare a prendere quest’acqua e di non fermarmi a perdere tempo con nessuno. Immaginava ha detto che padroncino Tom avrebbe cercato di farmi imbiancare a calce e così mi ha detto di filare via diritto e di non perdere tempo con nessuno... ha detto che avrebbe sorvegliato lei l’imbiancatura a calce.»

«Oh, lascia perdere quello che ha detto, Jim. Parla sempre così, lei. Dammi quel secchio... ci metterò soltanto un minuto. Non se ne accorgerà mai.»

«Oh, non oso, padroncino Tom. L’anziana padrona mi staccherebbe la testa. È certo che lo farebbe.»

«Lei! Non picchia mai nessuno... si limita a dare un buffetto sulla testa con il ditale, e chi se ne importa di questo, mi piacerebbe sapere? Parla in un modo spaventoso, ma le parole non fanno male... non fanno male, almeno, se non piange. Jim, ti darò una bilia. Ti darò una bilia extra-grande!»

Jim cominciò a vacillare.

«Una grossa bilia, Jim; è davvero una bilia enorme.»

«Mamma mia, è proprio uno splendore, giuro. Ma, padroncino Tom, io ho una paura da matti dell’anziana padrona.»

«E inoltre, se vuoi, ti mostrerò il dito del piede che mi duole.»

Ahimè, Jim era soltanto umano... questo allettamento risultò essere troppo per lui. Posò il secchio e prese la bilia extra-grande. Un minuto dopo, stava volando lungo la strada con il secchio e un gran bruciore sulle natiche. Tom pitturava a calce energicamente e zia Polly si ritirava dal campo di battaglia con una pantofola in mano e una luce di trionfo negli occhi.

Ma l’energia di Tom non durò a lungo. Egli cominciò a pensare agli spassi che aveva progettato per quel giorno e il suo sconforto si moltiplicò. Ben presto i ragazzi liberi si sarebbero incamminati per ogni sorta di deliziose spedizioni, burlandosi a non finire di lui perché era costretto a lavorare... soltanto pensare a questo gli bruciava come fuoco.