Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 18

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Le canzoni di re Enzio – La canzone del carroccio Q

Serpeggia il rovo dove fu la Chiesa,

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l’edera monta dove fu l’Arengo.

Non hanno più la lor città di pietra:

questa di legno hanno, e ramenghi vanno.

Poservi su quanto è più dolce al mondo,

quanto è più sacro, quanto è suo per sempre.

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Poservi il dritto, che vivente e sano

da fiamme e da rovine esce e da mucchi

di morti: il dritto della nuova Italia.

E però stanno ai mozzi delle ruote,

guardia e scorta, con le lunghe spade

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ignude sulle spalle.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 19

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Le canzoni di re Enzio – La canzone del carroccio Q

VI

Il primo carroccio

Che fu da prima? Il carro del convento,

che usciva ai campi, al tempo delle messi.

Squillava il suono della campanella,

per l’erme vie, con le cicale a gara.

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Vennero al trebbio ove sostava il carro,

gli schiavi agresti col formento e l’orzo.

Vi si accoglieano i grami e nudi intorno,

come a sperare; e non sapean che cosa.

Sedeano a lungo, il viso tra le pugna,

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quel suono udendo lontanar nel sole.

E poi tornò tra il canto degli uccelli,

un dì di maggio. Era la terra in fiore.

La Martinella risonò nel nome

di Dio, che fece il servo e il valvassore.

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Sonava a stormo, e i servi della gleba

corsero con le falci e con le ronche.

V’era un altare, dove ardea l’incenso;

salìa l’incenso e si mutava in nubi.

V’erano angeli con le lunghe trombe,

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e dalle trombe vento uscì di guerra.

E poi fiammeggiò rosso nei carrobbi

della città, chiamando l’Arti all’armi.

“Le lancie in pugno, o voi che le foggiate!

Le spade in pugno, o voi che le temprate!

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Voi che le torri a pietra a pietra alzate,

chi fa, disfà: gettate giù le torri!”

Venne la plebe antica. Allato al carro

stava un uscito dall’oblìo dei tempi;

grande; come ombra al vespro ed all’aurora.

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Parea che avesse i fasci con le scuri.

E poi tornò sotto il gran cielo il carro

fulgente d’armi. Avea con sé gli artieri

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 20

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Le canzoni di re Enzio – La canzone del carroccio Q

e i ferrei conti e i sacerdoti assòrti:

il Popolo era, intorno al suo Carroccio.

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La città era, che possente, augusta,

usciva con la Chiesa e con l’Arengo

e col suo Santo e col suo Dio; con tutto.

Giunta al nemico, ella dicea col bronzo

della sua squilla: — È presso te Milano,

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che mutò luogo: al modo delle stelle.