Essa, che era poverissima e che trovava pochissime occasioni di tentare la fortuna, non si fece pregare. Vestì la sua tunica e seguì il cavaliere, che camminava rapidamente, senza fare il minimo rumore, davanti a lei. Attraversarono il villaggio e uscirono in campagna. La donna, inquieta, chiese:
«Ma per dove mi conduce, monsignore?».
«Venite e non temete di nulla!», rispose lui. La sua voce era così gentile e soave che la donna si rassicurò e continuò a seguirlo in silenzio. Il cavaliere la condusse alle rovine del castello e piglian-dola per mano l’introdusse nelle sale sotterranee di cui essa aveva tante volte sentito parlare.
Queste sale erano uno splendore di lusso e di magnificenza. Coperte di arazzi e di cortinaggi di broccato, ammobigliate come deve essere ammobigliato il Paradiso, venivano illuminate da grandi candelabri d’oro e di perle preziose. In una di esse v’era un letto ricchissimo, e su stava coricata una giovine dama pallidissima e bella, in preda a crudeli sofferenze. Un’altra dama, più vecchia, bella e soave anch’essa, l’assisteva, e un giovine cavaliere andava disperatamente da un capo all’altro della sala.
Più tardi, la donna presentava, affondato fra nastri e trine, un bellissimo pargoletto, dicendo alla dama attempata:
«Ecco un grazioso dono, monsignora!…».
Ma la dama, baciato il bambino, sorrise tristemente e rispose: «Ma non è del tuo mondo, buona donna!…».
Finito tutto, il cavaliere vecchio riprese per mano la donna, la condusse fuori e l’accompagnò fi-no a casa sua. Rimasta sola essa si meravigliò del come non era stata ricompensata da quella strana gente, ma l’indomani mattina, aprendo la porta, trovò sul limitare una gran borsa piena di monete d’oro.
«Per ciò», conchiuse la donna che mi schizzò le leggende del castello di Galtellì, «per ciò ora i discendenti di quella donna sono fra i più ricchi del paese!»
La leggenda di Gonare
I santi, Nostra Signora e Gesù stesso in persona pigliano spesso viva partecipazione in molte leggende sarde. Non c’è Madonna che non abbia la sua storia, e quasi tutte le chiese, specialmente le chiesette di campagna, le piccole chiese brune perdute nelle pianure desolate o nei monti solitari, e che hanno l’impronta delle costruzioni pisane o andaluse, sono circondate da una tradizione semplice o leggendaria. Qui ne ricordo due. La prima è della chiesetta edificata in cima al monte Gonare, presso il villaggio di Orane, a 1120 metri sul livello del mare. Gonare è una delle montagne più ca-ratteristiche della Sardegna, ed il suo picco azzurro, in forma di piramide, si scorge da moltissimi punti dell’isola.
La chiesetta è edificata proprio in cima: simbolica sfida ai fulmini, ai venti e alle procelle; e la leggenda è questa: Gonario di Torres, giudice del Logudoro, sorpreso una volta da una terribile tempesta, mentre navigava sui mari occidentali della Sardegna, promise alla Madonna di edificarle un santuario su la prima cima di monte che scorgesse, se lo salvava dal pericolo di naufragare. Fatta appena la promessa, ecco, come per incanto, la procella si calmò, e tra le ultime nuvole diradantesi per l’orizzonte, il pio Gonario distinse una montagna azzurra, che gli dissero esser vicina al villaggio di Orane. L’anno stesso il giudice fece costruire a sue spese il tempio modesto, e la montagna prese il nome di Gonario, che a poco a poco si ridusse in quello di Gonare.
La Madonna gradì tanto l’omaggio del nobile signore che si degnò di scendere nella Sardegna per visitare il suo nuovo santuario. Mentre saliva a piedi su l’erto sentiero della montagna si appoggiò, stanca, ad un masso, per riposarsi. E si mostra ancora quel masso, solcato da una piccola incavazio-ne che, dicesi, sia la traccia lasciata dalle spalle di Nostra Signora. Le donnicciuole si appoggiano devotamente a quel masso e raccolgono della polvere raschiata dallo stesso. L’appoggiarsi così preserva, dicono, dai dolori alle spalle, e la polvere guarisce dalle febbri!
Mentre la Madonna discendeva dal monte di Gonare, incontrò Santa Barbara e le disse: Barbaredda de Orzai,
Ube tind’ana a ponner
No nor bidimus mai!5
Infatti la chiesa di Santa Barbara fu edificata nel villaggio di Olzai, vicino a Gonare, ma in una bassura che non si scorge tra l’immenso panorama godentesi dalle cime di Gonare.
5 Barbarina di Olzai, / Dove ti metteranno / Non ci vedremo mai.
San Pietro di Sorres
Questa leggenda la lessi tempo fa in un giornale letterario sardo, La terra dei nuraghes, diafana-mente scritta da Pompeo Calvia, uno dei più gentili poeti sardi.
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