Libertà di stampa


TRAMA
Il paradosso della libertà di stampa Piano B edizioni ha pubblicato un delizioso volumetto di Mark
Twain Libertà di Stampa in cui l’autore giornalista, scrittore e umorista americano con il suo noto sarcasmo, racconta alcune situazioni paradossali, legate alla sua attività di giornalista.· Ecco alcune perle che
si ricavano dal testo il “giornalista… colui che
distingue il vero dal falso e pubblica il falso’
oppure ‘ i giornalisti onesti ci sono… soltanto
costano di più’. Nel primo degli scritti pubblicato in apertura del libro, l’autore tratta della libertà di espressione ed anche in questo caso è il paradosso che viene utilizzato paragonandola alla possibilità di commettere un omicidio. Si può uccidere, ma poi occorre essere pronti a sopportarne le conseguenze.
L’omicidio è proibito sia formalmente che di fatto, la libertà di parola è garantita nella forma, ma proibita di fatto. Con la differenza che l’omicidio è a volte punito, la libertà di parola lo è sempre. La libertà di espressione viene 2
quindi definita come il privilegio dei morti, una prerogativa di cui da vivo nessuno gode.
“Certamente - osserva Mark Twain — si può
essere liberi di esprimere sempre il proprio
pensiero, ma si deve essere pronti ad essere
esposti al ludibrio pubblico o peggio a
rischiare in certi casi la pelle e altre
conseguenze spiacevoli”. Ecco perché si è tutti in qualche modo conformisti. Viene alla mente leggendo Mark Twain un altro personaggio vissuto qualche secolo prima, il Cardinale Mazzarino, che in Consigli ai politici affermava “non rivelate il vostro pensiero: è
bene conoscere come la pensano gli altri, ma le
vostre opinioni tenetele nascoste, dissimulate,
in questo modo non offrirete un vantaggio ai
vostri avversari”. Come dire i tempi cambiano, ma la libertà di espressione resta una chimera.
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Mark Twain
Libertà di stampa
©2010 Piano B edizioni srl, Prato www.pianobedizioni.com
Tutti i diritti sono riservati
Prima edizione gennaio 2010
ISBN: 978-88-903205-8-3
Stampato sulla carta ecologica Fedrigonî Arcoset 100 gr/m2 e Stucco Acquerello Gesso 300 gr/m2
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PIANO B EDIZIONI - ELEMENTI
Titoli originali delle opere:
Privilege of the Grave
License of the Press
Running far Governor
The War Prayer
Journalism in Tennessee
How I edited an Agricultural Paper
A Defence of General Funston
As Regards Patriotism
My Late Senatorial Secretaryship
Lucky
Advice to Youth
Corn-pone Opinions
License of the Press – Corn-pone Opinions trad. Robyn Dale
Lucky - The War Prayer - Advice to Youth trad. Alessandro Miliotti
Privilege of the Grave - Running for Governor - journalism in
Tennessee - How I edited an Agricultural Paper - A Defence of
General Funston - As Regards Patriotism - My Late Senatorial
Secretaryship
trad. Andrea Guarducci
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Mark Twain
1835-1910
elio (He)
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Indice
IL PRIVILEGIO DEI MORTI: SULLA LIBERTÀ
D’ESPRESSIONE ……………………………………………..8
LIBERTÀ DI STAMPA…………………………………….16
UN CANDIDATO GOVERNATORE ………………..28
PREGARE IN TEMPO DI GUERRA………………….40
GIORNALISMO NEL TENNESSEE………………….49
COME DIRESSI UN GIORNALE PER
AGRICOLTORI ………………………………………………63
IN DIFESA DEL
GENERALE FUNSTON………….76
A PROPOSITO DI PATRIOTTISMO……………….109
IL MIO EX-IMPIEGO DI SEGRETARIO DI UN
SENATORE…………………………………………………..114
FORTUNA…………………………………………………….127
AVVISO ALLA GIOVENTÙ ………………………….138
OPINIONI DI GRANTURCO ………………………….145
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IL PRIVILEGIO DEI MORTI:
SULLA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE
Chi vi dimora — nella tomba — ha un
privilegio che non è esercitato da nessun’altra persona vivente: la libertà di parola. Chi è in vita non è del tutto privo, in senso stretto, di un tale privilegio, ma lo possiede solo come vuota formalità: sa di non poterne fare uso, e non può dunque essere considerato come un effettivo possesso.
In quanto privilegio attivo è simile al privilegio di poter commettere un omicidio: si può esercitarlo solo se si è disposti a sopportarne le conseguenze. L’omicidio è proibito sia formalmente che di fatto, la libertà di parola è garantita nella forma, ma è proibita di fatto. Per l’opinione comune sono crimini entrambi, tenuti in grande spregio da tutti i popoli civili. L’omicidio è a volte punito, la libertà di parola lo è sempre — quando viene 8
esercitata. Il che è raro. Ci sono almeno cinquemila omicidi per ogni (impopolare) manifestazione di libera espressione. Questa riluttanza a esprimere opinioni impopolari è giustificata: il prezzo da pagare è molto alto, può comportare la rovina economica di un uomo, può fargli perdere gli amici, può esporlo al pubblico ludibrio e alla violenza, può condannare all’emarginazione la sua famiglia innocente e rendere la sua casa un luogo desolato, disprezzato ed evitato da tutti.
Nel cuore di ogni uomo si cela almeno
un’opinione impopolare sulla politica o sulla religione, e in molti casi se ne trova ben più di una. Più l’uomo è intelligente, maggiore è la quantità delle opinioni di questo tipo che ha e che tiene per sé. Non c’è individuo —
compreso il lettore e me stesso — che non nutra convinzioni impopolari, che coltiva e accarezza, ma che il buon senso gli vieta di esprimere. A volte sopprimiamo un’opinione per ragioni che ci fanno onore, non onta, ma più spesso lo facciamo perché non possiamo 9
sostenere l’amaro costo di dichiararla. Nessuno vuole essere odiato e a nessuno piace essere evitato. Il risultato naturale di questa condizione è che, consciamente o
inconsciamente, prestiamo più attenzione ad accordare le nostre opinioni con quelle del nostro vicino e a mantenere la sua
approvazione, piuttosto che a esaminarle con scrupolo per vedere se siano giuste e fondate.
Questa abitudine conduce necessariamente a un altro risultato: l’opinione pubblica che nasce e si alimenta in questo modo non è affatto un’opinione, è semplicemente un’abitudine; non suscita riflessioni, è priva di princìpi e non merita rispetto.
Quando viene presentato un progetto politico completamente nuovo e mai sperimentato, la gente reagisce con sorpresa, è ansiosa, intimidita, e per un po’ di tempo se ne resta zitta, reticente, incapace di schierarsi.
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