12 Anniversario della nascita di George Washington.

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Né Washington né Funston sono stati fatti in un giorno. Ci è voluto parecchio tempo per mettere insieme tutto il materiale. In entrambi i casi, la base morale dell’uomo — il suo scheletro morale — era frutto di una predisposizione innata, qualcosa di solido come la roccia, e che dalla culla alla bara non subisce mai alcun mutamento effettivo o reale. In entrambi i casi il “corpo morale” (vale a dire il carattere) fu costruito e forgiato intorno allo scheletro dall’addestramento, dalle compagnie e dalle circostanze. Dato uno scheletro incline alla disonestà, nessun potere né influenza sulla terra potrebbero plasmare una figura davvero onesta attorno a esso. L’addestramento, le compagnie e le circostanze possono rafforzarla, sostenerla, supportarla, la possono allungare e stringere in un’informe figura artificiale che può durare fino alla fine, finendo con ingannare non solo lo spettatore, ma l’uomo stesso. Ma lì non vi è che artificio, e se in qualsiasi momento i sostegni e i legami venissero rimossi, la forma collasserebbe nella sua propria e originaria 77

disonestà.

Washington non creò lo “scheletro morale”

— ossia la predisposizione — che era in lui; era innato, e il merito della sua perfezione non era suo. Essa, e solo Essa, lo spinse a cercare e a preferire le compagnie adeguate al suo spirito, ad accogliere le influenze che lo allietavano e lo soddisfacevano; a disdegnare e a

disinteressarsi delle influenze che non incontravano il suo favore. Attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la sua predisposizione restava dritta nell’incessante turbinìo delle piccole influenze, arrestando e trattenendo, come un magnete di mercurio, tutte le particelle d’oro che gli giravano intorno; e con automatico disprezzo respingeva alcune minuscole particelle di rifiuti; e con la stessa automatica indifferenza permetteva al resto di quella vile parentela di passare inosservata.

Aveva un’innata affinità per ogni influenza bella e grandiosa, e donava loro ospitalità e rifugio permanente. Aveva un’innata

avversione per tutte le influenze meschine e 78

grossolane, e le superava. Essa ha scelto le sue compagnie, ha selezionato le sue influenze, ha scelto i suoi ideali; e tra tutti i materiali che aveva pazientemente raccolto, ha costruito e forgiato il suo carattere d’oro.

E noi diamo a lui il merito!

Noi diamo il merito a Dio e lo lodiamo per essere onnisciente e onnipotente; ma questo è tutto un altro discorso. Nessun contributo esterno, nessuna ereditarietà gli ha conferito tali poteri. Lui sì che si è fatto da solo.

Ma la predisposizione di Washington era innata, non l’ha creata lui; Lei è stata l’architetto del suo carattere; e il suo carattere l’architetto dei suoi successi. Se la mia predisposizione fosse nata in lui e la sua in me, il corso della storia sarebbe stato diverso. É un nostro privilegio ammirare lo splendore del sole, la bellezza dell’arcobaleno e il carattere di Washington; ma non c’è occasione per lodarli per queste qualità perché non sono stati loro a creare la fonte da cui queste qualità sgorgano; il fuoco del sole, la luce che attraversa le gocce di 79

pioggia, la sana, pulita e benevola

predisposizione innata del Padre della Patria.

A che serve dunque avere un Washington, se non gli possiamo riconoscere un merito personale per ciò che è stato e ciò che ha fatto?

Un valore deve esserci necessariamente, un valore così immenso da essere inestimabile. Le influenze positive dell’ambiente esterno sono state i materiali da cui la predisposizione di Washington ha forgiato il carattere di Washington e lo ha preparato alle sue grandi imprese. Supponiamo non ce ne fosse stata alcuna. Che fosse nato e cresciuto in un caverna di pirati. I materiali recepiti dall’ambiente sarebbero mancati e il carattere di Washington non sarebbe esistito. Fortunatamente per noi, per il mondo, per i secoli e per le generazioni future, egli nacque in un luogo dove influenze e compagnie degne della sua predisposizione erano disponibili, in un luogo che rese possibile la formazione del suo carattere nel modo migliore e più elevato, e dove il caso di circostanze favorevoli lo facilitò nel dotarlo di 80

un ben visibile campo in cui esercitare ed esibire al meglio le sue capacità di comando.

E dunque, il grande valore di Washington è in ciò che ha conseguito? No. Quello non è stato che un valore secondario. Il suo maggior valore, il più grande, l’incommensurabile valore che ha per noi, per il mondo, per le generazioni future e gli anni a venire, è nella sua immutevole e maestosa evidenza in quanto esempio.

Noi siamo fatti, mattone dopo mattone, da influenze, pazientemente costruite intorno all’ossatura della nostra innata predisposizione.