Sedeva di fronte alla finestra, e durante la narrazione Janice ebbe il tempo di osservarlo bene. Era più vecchio di quanto avesse immaginato! Doveva avere quarant’anni. Vi era qualche ruga profonda attorno ai suoi occhi e ai lati della bocca. La ragazza sapeva che lui aveva condotto una vita di pericoli e di sacrifici. Non si può certo patire la fame e la sete nel deserto di Kalahari, giacere privo di cure, arso dalla febbre sulle rive del fiume Tu-li, o trovarsi disarmato nel Massikassi infestato dai leoni, e conservare un volto fresco e giovanile. Portava ancora sotto il mento una lunga cicatrice lasciatagli dagli artigli di un leopardo.

«Vivere in Africa, al giorno d’oggi, è come passeggiare nel centro di Londra» egli sospirò. «L’atmosfera di mistero è scomparsa. Non credo che vi sia più un leone tra Salisbury e Bulawayo. Un tempo, li trovavi sdraiati in mezzo alle strade…»

Janice lo avrebbe ascoltato per ore ed ore, ma, come spiegò, il lavoro la chiamava.

«Verrò a prenderti per ricondurti a casa. Dov’è la clinica?» domandò Donald.

Lei gli indicò l’esatta ubicazione di Tidal Basin.

«Il dottor Marford… che tipo d’uomo è?»

«Un uomo meraviglioso» rispose Janice con entusiasmo.

«Lo convinceremo a venire al Capo. C’è un sacco di lavoro da fare, specialmente per i bambini di colore. Se riesco ad acquistare quella fattoria confinante con la mia, potremo trasformare l’edificio in una specie di casa di cura. È una di quelle grandi case olandesi, tanto comuni nella regione, e siccome io ho già una casa bella e comoda, di un’altra non saprei che cosa farmene.»

Lei rise, e disse:

«Sei avido di proprietà terriere, Donald. Bisognerà che io scriva per avere degli schiarimenti su quella tenuta.»

Lui corrugò la fronte e domandò:

«Hai qualche amico al Capo?»

«Conosco un giovanotto che studiava ad Oxford, ma non gli ho mai scritto da quando ha lasciata l’Inghilterra.»

Donald si era fatto molto serio.

«Quando un profano si avventura nel mercato dei terreni, si fa imbrogliare! Lascia che ti dia un consiglio: non tentare mai di comperare terreni in Sud-Africa tramite mediatori locali; la metà sono ladri e gli altri sono incompetenti. Una cosa è certa: le proprietà di Paarl, dove si trova la mia fattoria, raddoppieranno di valore in un paio d’anni. Si sta costruendo una nuova ferrovia, al confine con le mie terre e questo ne aumenterà enormemente il valore. Se avessi un grosso capitale lo investirei fino all’ultimo centesimo in terreni.»

Spiegò inoltre che gli Olandesi del Capo, i maggiori latifondisti del paese, erano molto diffidenti e non facevano mai affari con un inglese se non a svantaggio di quest’ultimo.

Prese in mano le banconote da cento sterline e le guardò facendole fru-sciare.

«Perché non le depositi di nuovo alla banca?» domandò Janice.

«Mi diverte maneggiarle» rispose lui allegramente. «Questi biglietti di banca inglesi hanno un’aria così pulita!»

Ripose il portafoglio in tasca e improvvisamente la prese tra le braccia.

Janice gli vide negli occhi una luce che non aveva mai visto. Ne fu colpi-ta… quasi spaventata.

«Quanto tempo dovremo attendere?» domandò Donald a voce bassa.