Rappresentava il romanzo, le avventure; in lui erano racchiuse tutte le qualità più desiderabili in un uomo. La sua mode-stia, la sua spiccata personalità, la sua allegria, i suoi punti di vista un po’

infantili rispetto al denaro e la sua ingenuità erano adorabili. Accettava in-condizionatamente il giudizio di lei sulla gente e sugli avvenimenti, dando-le un delizioso senso di superiorità.

Vi era una cosa, in lui, che le piaceva sopra tutto: non l’aveva messa in imbarazzo che una sola volta. Non dimenticava mai che la loro conoscenza era, in fondo superficiale e non aveva mai pronunciata la parola amore. La seconda volta che si erano incontrati, l’aveva baciata e lei si era sentita ri-dicolmente a disagio. Il giovane se n’era reso conto e non aveva più ripetu-to l’esperimento. Però parlavano di matrimonio, della loro casa e delle meraviglie del Sud-Africa. Erano persino giunti a discutere accademicamente il problema dell’educazione dei figli.

Durante il suo servizio pomeridiano alla clinica Janice era stata molto preoccupata per lui, poiché lo aveva visto un po’ depresso.

«È arrivato il tuo denaro?» gli domandò appena lo rivide.

Egli trasse di tasca il portafoglio e le mostrò due banconote nuove.

Janice vide che erano, ognuna, da cento sterline.

«È arrivato stamattina. Ho ritirato queste, in caso di necessità. Non mi piace trovarmi senza denaro a Londra. Angelo mio, se il denaro non fosse arrivato, avrei dovuto domandarti un prestito. Che cosa avresti pensato di me, allora?»

La ragazza sorrise. Gli uomini erano molto stupidi quando si trattava di denaro. Michael, per esempio. Lei avrebbe desiderato che avesse una vet-turetta, ma il giovane era stato quasi scortese quando gli aveva offerto di aiutarlo. Donald sedette ed accese una sigaretta.

«Ti sei divertita, ieri sera?»

Lei fece una smorfia.

«Non molto.»

«È un giornalista, vero? Conosco un giornalista al Capo… un ragazzo molto simpatico…»

«Non è colpa di Michael se la serata è finita male» interruppe Janice le-almente. «È stato a causa di un uomo che è entrato, con una maschera bianca…»

«Oh!» egli alzò le sopracciglia. «Maschera Bianca è venuto all’Howdah Club? Ora mi ricordo di averlo letto nei giornali della mattina. Mi sarebbe piaciuto essere presente. Che cosa sta succedendo agli uomini di questo paese che lasciano scorrazzare liberamente un individuo simile? Se mi fossi trovato lì, uno di noi due sarebbe finito a terra. Il disastro è che qui la gente ha paura delle armi da fuoco. Io so per esperienza personale…»

E raccontò una storia di cercatori d’oro in Rodesia che non lo metteva certo in una luce sfavorevole.