— Forse l’avete azzeccata — gli dico — ma forse no.

— Bene — fa lui. — Certo, noi intendiamo rapire Miranda. Ma non ho voluto attuare il progetto negli Stati Uniti: il posto non sarebbe stato abbastanza sgombro per chiunque volesse rapire la figlia del vecchio van Zelden. Perciò abbiamo tenuto d’occhio la ragazza per qualche mese. Sape-vamo che sarebbe venuta in Europa, e così ci eravamo preparati alla partenza. I passaporti erano pronti. Ognuno di noi viaggia per affari, almeno ufficialmente. Dovete riconoscere che la mia idea è buona. Si cattura la ragazza in Inghilterra, e quindi, con una telefonata, si comincia a pompare il denaro dal vecchio. Quello non sa neanche dove si trovi la figlia, se in Francia, in Italia, o in Germania. E sborserà abbastanza perché la piccina gli sia restituita. Noi lo facciamo pagare attraverso la Dutch Bank di Rotterdam. Ci deve accreditare tre milioni di dollari e, quando avremo ritirato il grano, può darsi che gli rimandiamo indietro la ragazza, ma può anche darsi di no.

Approvo con un cenno del capo.

— Forse sarebbe un po’ pericoloso lasciar libera la piccola, dopo aver incassato il malloppo — gli dico. — Quella parlerà, Siegella, e noi un giorno o l’altro vogliamo tornare negli Stati Uniti.

L’amico ghigna.

— Non credo che le darò il biglietto di ritorno — dice poi. — Forse po-trò servirmi di lei in altro modo, oppure potrebbe succederle qualche incidente… vero, ragazzi?

E si guarda intorno. A quella prospettiva tutti gli scagnozzi ghignano lie-ti: mai visto un branco di sciacalli come quello!

— Avevo messo gli occhi addosso a voi a Toledo, Lemmy — continua

— e mi sono detto che non giravate attorno a Miranda van Zelden per il semplice piacere di guardarla; e quando venne qui e voi la seguiste, man-giai la foglia. Pensai che volevate farle lo stesso scherzetto nostro. L’avevo indovinato?

— Sissignore — dico io. — Anzi, sarà meglio che vi racconti qual è il mio progetto. Vedete, ho pensato che la fanciulla potrebbe incapricciarsi di me; le ho parlato due volte, mi spiego? Così mi son detto: “Se riesco a im-palmare la ragazza, il padre, apprendendo che quella s’è sposata con un po-co di buono, mi pagherà una bella somma, purché io acconsenta al divor-zio”.

Siegella annuisce.

— Mica male l’idea! Ma se la si paragona alla mia, sembra quella di un pivello. Forse, van Zelden avrebbe mollato centomila dollari per il divor-zio, ma non vi avrebbe mai pagato ciò che pagherà a noi, per riscattare la figlia. Io voglio almeno tre milioni di dollari!

Siegella si alza e mi versa da bere. Poi continua:

— Ora ascoltatemi, Lemmy.