È stato il termine da lei usato, "gentiluomo", a
mettermi fuori strada. Ho pensato che stesse parlando di qualche possidente; Mr. Wentworth, ricordo, era, socialmente,
una nullità: nessun legame familiare degno di nota; nessun rapporto con la famiglia Strafford. Strano come i nomi di molti
membri della nostra aristocrazia diventino così comuni».
Rendendosi conto che questo vincolo di parentela dei Croft non era precisamente gradito a Sir Walter, Mr.
Shepherd non ne fece più menzione; tornò invece a soffermarsi, con tutto il suo zelo, sulle circostanze che, con maggior
certezza, deponevano a loro favore: l'età, il fatto che si trattasse solo di due persone, l'entità del loro patrimonio, l'alto
concetto che si erano fatti di Kellynch-hall, l'estremo interessamento che manifestavano per il vantaggio di averla in
affitto. Insomma, presentò la cosa come se, agli occhi dei Croft, non esistesse altra felicità che quella di essere i locatari di
Sir Walter Elliot: certo, una singolare predilezione, se mai fossero stati al corrente di quelli che, secondo Sir Walter, erano
gli obblighi di un inquilino.
Comunque, l'affare andò in porto; e sebbene, com'era ovvio, Sir Walter continuasse a guardar di malocchio
chiunque intendesse abitare quella casa e a considerare spropositatamente ricco chi fosse in condizione di vedersela
offrire al massimo prezzo, si lasciò convincere dalle argomentazioni di Mr. Shepherd a permettergli di portare avanti le
trattative e di incontrarsi con l'ammiraglio Croft per fissare il giorno in cui questi avrebbe visitato Kellynch-hall.
Sir Walter non era molto saggio, ma quella che era la sua esperienza del mondo bastava a fargli capire che
sarebbe stato difficile trovare un inquilino più ineccepibile di quanto prometteva di essere, sotto tutti gli aspetti,
l'ammiraglio Croft. Fin qui arrivava la sua capacità di intendere e giudicare; e la sua vanità ravvisava un altro piccolo
motivo di conforto nella posizione sociale dell'ammiraglio: abbastanza elevata e, nello stesso tempo, non troppo elevata.
«Ho affittato la mia casa all'ammiraglio Croft...». Sì, suonava benissimo, molto meglio che se si fosse trattato di un Mr.
Tal dei Tali: un Mr. (salvo forse una mezza dozzina in tutto il paese) richiede sempre una nota esplicativa. Il titolo di
ammiraglio, invece, basta a definire il prestigio di chi lo porta e, nel contempo, non sminuisce la dignità di un baronetto: in
tutte le loro trattative, in tutti i loro rapporti, Sir Walter Elliot avrebbe immancabilmente avuto il diritto di precedenza.
Nulla poteva essere fatto senza prima consultare Elizabeth; ma poiché la sua inclinazione a trasferirsi altrove si
faceva sempre più forte, Elizabeth fu felice che il problema della partenza fosse risolto e addirittura facilitato dalla pronta
disponibilità di un affittuario, per cui non disse una sola parola che potesse lasciare almeno in sospeso la decisione.
Mr. Shepherd fu formalmente autorizzato a trattare; e non appena si arrivò a questo punto risolutivo, Anne, che
aveva seguito con la massima attenzione tutta quanta la discussione, lasciò la stanza e uscì all'aria aperta per cercare nella
frescura un po' di sollievo per le sue guance accaldate; e, mentre camminava ai margini di un boschetto a lei caro, disse,
con un tenero sospiro: «Ancora pochi mesi, e lui, forse, passeggerà qui».
IV
Lui non era Mr. Wentworth, ex curato di Monkford, per quanto sospette possano essere le apparenze, ma un certo
capitano Frederick Wentworth, suo fratello, che, nominato capitano di fregata dopo la battaglia di Santo Domingo, cui
aveva preso parte, non essendo stato immediatamente destinato al servizio attivo, era venuto nel Somersetshire nell'estate
del 1806 e, poiché i suoi genitori non erano più in vita, si era stabilito per mezz'anno circa a Monkford. Era, a quell'epoca,
un giovane più che attraente, dotato di grande intelligenza, spirito e vivezza d'ingegno; e Anne era una ragazza più che
graziosa, dotata di grande dolcezza di modi, di modestia, di gusto, e di sensibilità. Forse, da una parte e dall'altra, metà
della somma di tutte queste attrattive sarebbe potuta bastare, perché lui non aveva niente da fare, e lei non aveva nessuno
da amare; ma l'incontro di così copiose virtù non poteva mancare di sortire il suo effetto. A poco a poco impararono a
conoscersi e, quando si furono conosciuti, si innamorarono, rapidamente e profondamente. Sarebbe difficile dire quale dei
due avesse veduto nell'altro la più alta perfezione, o quale dei due fosse stato più felice: lei, nel ricevere le sue
dichiarazioni e la sua proposta di matrimonio, o lui nel vederle accettate.
Seguì un breve periodo di squisita felicità: troppo breve, però. Subito cominciarono le difficoltà. Sir Walter,
quando il giovane gli chiese la mano di Anne, pur senza negargli esplicitamente il proprio consenso o dire che mai
l'avrebbe accordato, reagì in modo del tutto negativo: grande stupore, grande freddezza, gran silenzio, più la dichiarazione
- questa chiaramente espressa - di non voler far nulla per la figlia. Sir Walter considerava una simile unione assolutamente
degradante; e Lady Russell, sia pure con orgoglio più moderato e perdonabile, la giudicava molto, molto sconsigliabile.
Vedere Anne Elliot, con tutto ciò cui nascita, bellezza e intelligenza le permettevano di aspirare, buttarsi via a
diciannove anni; legarsi a diciannove anni fidanzandosi con un giovanotto che non aveva altre raccomandazioni che il suo
aspetto attraente, le cui sole speranze di farsi una fortuna erano legate ai casi di una professione quantomai incerta, che
non aveva neppure parenti in grado di assicurargli una rapida carriera in quella professione...
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