Nel mezzo un fico, nudo già, contorto.
E vi cantano cincie e capinere…
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Ma no, sei tu che, immobile nel sole,
canti, o calandra, sopra le brughiere.
E le tue voci pullulano sole
dal cielo azzurro, con virtù segreta,
come veggenti limpide parole,
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o grande su le brevi ali poeta!
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 44
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Primi poemetti
– Il bordone Q
Conte Ugolino
I
Ero all’Ardenza, sopra la rotonda
dei bagni, e so che lunga ora guardai
un correre, nell’acqua, onda su onda,
di lampi d’oro. E alcuno parlò: “Sai”?
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(era il Mare, in un suo grave anelare)
“io vado sempre e non avanzo mai”.
E io: “Vecchione,” (ma l’eterno Mare
succhiò lo scoglio e scivolò via, forse
piangendo) “e l’uomo avanza, sì; ti pare?”
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E l’occhio, vago qua e là mi corse
alla Meloria… Di che mai ragiona,
le notti, il tardo guidator dell’Orse
oziando su l’acqua che risuona
lugubre e frangesi alla rea scogliera?…
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E vidi te, cerulea Gorgona;
e più lontana, come tra leggiera
nebbia, accennante verso te, rividi
l’altra. Io vedeva la Capraia, ch’era
come una nube, e lineavo i lidi
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della Maremma, e imaginai sonante
un castello di soli aerei stridi,
in un deserto; e poi te vidi, o Dante.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 45
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Primi poemetti
– Il bordone Q
II
Sedeva sopra un masso di granito
ciclopico. Pensava. Il suo pensiero
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come il mare infinito era infinito.
Lontani, i falchi sopra il capo austero
roteavano. Stava la Gorgona,
come nave che aspetti il suo nocchiero.
E la Capraia uscìa d’una corona
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di nebbia, appena. Or Egli dritto stante,
imperiale sopra la persona,
tese le mani al pelago sonante,
sì che un’ondata che suggea le rosse
pomici, all’ombra dileguò di Dante.
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Ed ecco, dove il cenno suo percosse,
la Gorgona crollò, vacillò; poi
salpava l’eternale àncora, e mosse.
E la Capraia scricchiolò da’ suoi
scogli divelta, e tra un sottil vapore
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veniva. O due rupestri isole, voi
solcavate le bianche acque sonore,
la prua volgendo dove non indarno
voleva il dito del trionfatore:
alla foce invisibile dell’Arno.
III
45
Avanzarono come ombra che cresca
all’improvviso… quando udii, vicino:
“Conte Ugolino della Gherardesca…”
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 46
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Primi poemetti
– Il bordone Q
Chi parlava di te, Conte Ugolino?
Uno, fiso nel mare. Oh! tutto in giro,
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sotto il turchino ciel, mare turchino,
su cui tremola appena al tuo sospiro
un velo vago, tenue! O Capraia,
o Gorgona color dello zaffiro,
ferme io vi scòrsi, come plaustri in aia
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cerula, immensa. E a’ miei piedi l’onda
battea lo scoglio e risorbìa la ghiaia.
E nella calma lucida e profonda,
nudo sul trampolino, con le braccia
arrotondate su la testa bionda,
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era un fanciullo. “Quello” io chiesi “in faccia a noi?” “Sì, quello”. “Quel fanciullo? il Conte che rode il teschio nell’eterna ghiaccia?”
“Foglie d’un ramo, gocciole d’un fonte!”
Egli guardava un tuffolo pescare
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stridulo; scosse i ricci della fronte,
e con un grido si tuffò nel mare.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 47
ACTA G.
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