Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 41

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

La calandra

I

Galleggia in alto un cinguettìo canoro.

È la calandra, immobile nel sole

meridiano, come un punto d’oro.

E le sue voci pullulano sole

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dal cielo azzurro, quando è per tacere

la romanella delle risaiole;

e non più tintinnìo di sonagliere

s’ode passare per le vie lontane;

ché già desina all’ombra il carrettiere.

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Né più cicale, né più rauche rane,

non un fil d’aria, non un frullo d’ale:

unica, in tutto il cielo, essa rimane.

Rimane e canta; ed il suo canto è quale

di tutto un bosco, di tutto un mattino;

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vario così com’iride d’opale.

Canta; e tu n’odi il lungo mattutino

grido del merlo; e tu senti un odore

acuto di ginepro e di sapino,

senti un odore d’ombra e d’umidore,

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di foglie, di corteccia e di rugiada;

un fragrar di corbezzole e di more.

Vai per un bosco e senti, ove tu vada,

quei fischi uscir più liquidi e più ricchi; poi, come colpi da remota strada

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di spaccapietre, il martellar de’ picchi.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 42

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

II

Ma no: dib dib: è il passero. Ricopre la nebbia i campi, dove è dall’aurora

de’ bovi il muglio e il viavai dell’opre.

Fuma la terra, fuma il cielo; ancora

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fuma il camino e, tra le tamerici,

fuma il letame e grave oggi vapora.

Vaniscono laggiù le zappatrici;

di qua l’aratro emerge per incanto,

tra un pigolìo di passeri mendici.

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Ma donde viene chiaro e dolce il canto

or della quaglia? È in fior lo spigo; tondo s’apre nei campi il fior dell’elianto.

È sera forse? e dentro il ciel profondo

il crepuscolo indugia? e nel sereno

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canta la quaglia di tra il grano biondo?

E pieno il prato è già di trilli, e pieno

il grano è già di lucciole, e su l’aie

bianche s’esala il buon odor del fieno.

E no, ch’è l’alba: è sotto le grondaie

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tutto un ciarlare. Sono intorno al nido

le rondinelle garrule massaie.

La casa dorme. Niuno ancor nel fido

bricco il caffè, nemico al sonno, infuse.

Vola e rivola il mattutino strido

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lungo le verdi persïane chiuse.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 43

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

III

Un torvo strillo di poiana… muta

solitudine… roccie irte, malvage…

qualche cesto d’assenzio e di cicuta…

Il cielo sfuma in un rossor di brage.

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Solo un torrente urlare odo: russare

d’un ebbro in mezzo una sua muta strage.

E la poiana strilla. Ecco mi appare

una rovina, una deserta chiesa,

da cui te, solitario, odo cantare.

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Canti come una dolce anima presa

da’ suoi ricordi, tu, dalla rovina

dove è già la pietosa edera ascesa,

passero azzurro! O donde mai, vicina

cincia, m’inviti in vano a te? Da un orto

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rosso, cui cinge il bosso e l’albaspina.

Pendono rosse tra il fogliame smorto

le dolci mele, e ingiallano le pere.