Sulla sponda opposta del lago le luci di una cittadina si spegnevano a una a una, riducendo la costa a una fluttuante oscurità. Una brezza, che si levava e cadeva accarezzando i loro volti con i profumi del giardino, a un certo punto fece volare sopra l’acqua una grande farfalla bianca simile a un petalo di magnolia aleggiante nell’aria. Gli usignoli avevano interrotto il loro canto; il gocciolio della fontana dietro la casa si fece di punto in bianco insistito.

Quando Susy parlò, lo fece con voce rapita in visioni mentali. «Stavo pensando», disse, «che dovremmo riuscire a farlo durare almeno ancora un anno. »

Il marito accolse l’osservazione senza alcun segno di sorpresa o disapprovazione; la sua risposta mostrò non soltanto che la capiva, ma che nell’intimo stava seguendo il suo stesso ordine di pensieri.

« Vuoi dire, a prescindere dalle perle di tua madre? » chiese dopo una pausa.

« Sì, a prescindere dalle perle. »

Lui rifletté un attimo, quindi, in un sussurro tenero, replicò: « Ripetimi come ».

« Sediamoci, allora. No, preferisco i cuscini. »

Lui si allungò su una sedia a sdraio di vimini, mentre lei si rannicchiava su una pila di cuscini da barca, appoggiandogli la testa su un ginocchio. Esattamente sopra di sé, quando alzò lo sguardo, vide alcuni squarci di cielo inondati dalla luna e incrostati come da tanti puntolini d’argento in un intrico nerissimo di rami di platano. Attorno a loro tutto alitava pace, bellezza e stabilità; la sua felicità era così intensa che appariva quasi un sollievo ricordare il tempestoso fondamento di conti e debiti su cui era stata eretta la sua fragile struttura. « Le persone con il conto in banca in attivo non possono essere così felici », dichiarò meditabonda, lasciandosi pigramente filtrare il chiar di luna tra le ciglia.

Simili persone erano sempre state il suo chiodo fisso quando si chiamava Susy Branch, e ancora di più, e in maniera più perniciosa, lo erano adesso che si chiamava Susy Lansing. Le detestava, e sotto due specie: come nemici naturali del genere umano e come coloro davanti a cui bisogna sempre esporsi. Avendoci trascorso in mezzo la maggioranza della vita, sapeva quasi tutto di loro e le giudicava con la sprezzante lucidità di quasi vent’anni di dipendenza. Ma in quel momento la sua animosità era attenuata non soltanto dall’effetto ammorbidente dell’amore ma anche dal fatto che dall’angusto ambito di quelle persone era uscita più – oh, sì, molto ma molto più – di quanto lei e Nick avrebbero mai osato sperare nelle ore dei loro più avventati progetti.

«In definitiva, questo lo dobbiamo a loro! » riprese, sempre meditabonda.

Suo marito, perduto nella sonnolenta beatitudine dell’ora, non aveva ripetuto la domanda, ma lei stava ancora seguendo l’ordine di pensieri da lui avviato. Un anno… sì, ormai era sicura che arrangiandosi un po’ avrebbero potuto farlo durare ancora un anno! Il suo matrimonio, il loro stare insieme, e al riparo da noie e preoccupazioni, in una comunità di intenti di cui avevano entrambi intuito da molto tempo il piacere immediato, ma di cui, almeno lei, non aveva mai immaginato la più profonda armonia.

Era stato nel corso di uno dei loro primi incontri – a una delle eterogenee cene che Fred Gillow e sua moglie cercavano di considerare « letterarie » – che il giovane uomo che il caso le aveva fatto sedere accanto, e su cui correvano vaghe voci che « scrivesse », si era presentato alla sua immaginazione come il tipo di lusso che lei, Susy Branch, avrebbe potuto offrirsi come definitiva follia se fosse stata un’ereditiera. Mentre la Susy Branch povera era lieta di figurarsi come avrebbe impiegato i propri milioni questo suo fantasticato doppio: uno dei principali rammarichi che nutriva nei confronti degli amici ricchi era infatti proprio che i loro li sapessero impiegare con così scarsa immaginazione.

«Preferirei avere un marito così che un panfilo a vapore! » aveva pensato alla fine della conversazione con questo giovane che scriveva, ma che mai ciò che la sua penna avesse prodotto, in passato come nel futuro, qualsiasi cosa fosse, avrebbe messo in condizione di offrire alla moglie alcunché di più costoso di una barca a remi.

«Sua moglie!… Come se potesse mai averne una! Non è sicuramente nemmeno lui il tipo da sposarsi per un panfilo! » Nonostante il suo passato, Susy aveva conservato nell’intimo un’indipendenza sufficiente a farle cogliere negli altri le tracce latenti di essa, e anche ad ascriverla d’impulso agli esponenti dell’altro sesso che avevano la ventura di interessarle. Provava un disprezzo naturale per coloro che godevano di ciò che invece avrebbero dovuto subire. Aveva dunque certamente intenzione di sposarsi, un giorno o l’altro, perché non si può passare tutta la vita a vivere alle spalle dei ricchi, ma avrebbe aspettato finché non avesse trovato un uomo che combinasse il massimo di ricchezza con almeno un minimo di socievolezza.

Aveva immediatamente intuito che il caso del giovane Lansing era esattamente l’opposto: era povero come più non si può essere e socievole come più non è possibile immaginare. Aveva pertanto deciso di vederlo quanto più spesso le consentisse la sua vita frettolosa e ingarbugliata; e la cosa, grazie a una serie di abili aggiustamenti, si era rivelata un buon affare. Si erano visti di frequente per tutto il resto dell’inverno, tanto di frequente che la signora Gillow un giorno le aveva improvvisamente e bruscamente fatto capire che « si stava rendendo ridicola ».

«Ah… », aveva ribattuto lei con un lungo respiro, guardando fisso negli occhi truccati la sua amica e ospite.

« Sì », era esplosa Ursula Gillow con un singhiozzo, « prima che ti intromettessi tu, a Nick piacevo moltissimo… anche se naturalmente non voglio fartene una colpa…ma se penso… »

Susy non aveva replicato nulla. Pensandoci lei stessa, aveva capito che non sarebbe mai stato possibile. L’abito che indossava le era stato regalato da Ursula, ad accompagnarla alla festa da cui stavano tornando entrambe era stata la sua automobile. Inoltre contava di passare il prossimo agosto con i Gillow a Newport… Altrimenti l’unica alternativa sarebbe stata andare in California con i Bockheimer, gente da cui fino a ora si era persino rifiutata di andare a cena.

« Naturalmente, cara Ursula, quella che ti sei messa in testa è una pura e semplice sciocchezza; e quanto al fatto che io mi sia intromessa… » Aveva avuto un’esitazione, dopo di che aveva mormorato: « Ma se la cosa può in qualsiasi modo farti piacere, cercherò di vederlo il meno possibile…». Dopo di che, nel ricambiare il lacrimoso bacio di Ursula era parsa l’abisso più profondo di remissività…

Susy Branch aveva un rispetto di natura mascolina per il suo mondo, sicché il giorno dopo si era messa il cappellino più grazioso ed era andata a trovare il giovane Lansing nel suo alloggio. Era determinata a mantenere la promessa fatta a Ursula, ma al momento di farlo intendeva apparire al meglio di se stessa.

Sapeva quando era probabile trovarlo in casa, perché era impegnato in un tetro lavoro di compilazione di un’enciclopedia (dalla V alla Z) e le aveva detto quali ore venivano dedicate a tale esecrabile attività. « Oh, se invece fosse un romanzo! » aveva pensato mentre saliva le sue scalcinate scale, riflettendo tuttavia immediatamente che, se fosse stato del tipo di quelli che piacevano a lei, probabilmente non gli avrebbe reso molto di più della sua enciclopedia. Per quanto concerneva la letteratura, la signorina Branch aveva certi criteri molto personali…

L’appartamento in cui Lansing l’aveva fatta entrare era parecchio più pulito ma assai poco meno scalcinato delle scale. Sapendolo un appassionato di archeologia orientale, se lo figurava in una stanza spoglia, adorna unicamente di un bronzo cinese di forma impeccabile, o di qualche prezioso frammento di vasellame asiatico. Invece il riscatto che simili oggetti avrebbero potuto proporre risultava del tutto assente: non veniva fatto nessun tentativo per nascondere la dignitosa indigenza di quel salotto-camera.

Lansing l’aveva accolta con le più evidenti manifestazioni di piacere, oltre che con apparente indifferenza nei confronti di qualsiasi cosa lei potesse pensare del suo mobilio. Sembrava consapevole soltanto della fortuna di averla lì in un giorno in cui non avrebbe mai pensato di vederla.