Lo sceriffo era il funzionario, di nomina regia, incaricato, nell’ambito della contea, delle funzioni giudiziarie (custodia delle carceri, preparazione delle liste dei giurati, esecuzione delle sentenze e altre incombenze). Il personaggio non parla.
(7) La spedizione in Francia, si capisce. È il primo accenno a quello che è il motivo ispiratore, l’impostazione ideologica del dramma: il contrasto tra la corona inglese e la chiesa di Roma; contrasto che ha inizio appunto col regno di Giovanni, da alcuni storici ritenuto precorritore della riforma protestante in Inghilterra, che prenderà corpo con Enrico VIII. Abilmente, il drammaturgo lo introduce quasi di sfuggita, come un pensiero che sfiora improvvisamente la mente di Giovanni mentre questo è intento ad altro.
(8) ”A good blunt fellow…”: ”blunt“ è qui nel senso di ”abrupt of speech and manner“ come in ”Enrico V“, IV, 7, l72:”By “his blunt bearing he will keep his word”: “A giudicare dai suoi modi spicci/ Manterrà certamente la parola”.
(9) “Con mia madre” non è nel testo, che ha semplicemente ”how he did prevail“, dove ”he did
prevail ” ha il senso di ”he succeded in persuading (or inducing) (my mother)”.
(10) La legge inglese del tempo, fedele al principio del diritto romano: ”Pater est quem nuptiae demostrant“ (“Il padre è colui che tale è dichiarato dallo stato di coniuge”), prescriveva che il nato da donna sposata poteva essere dichiarato “bastardo” solo se fosse provato che il marito, al tempo del concepimento, si fosse trovato “lontano al di là dei quattro mari” (cfr. C. K. Davis, ”Law in Shakespeare“). Ciò spiega il riferimento alla “distanza di mari e spiagge” fatto poc’anzi da Roberto Faulconbridge.
(11) Veramente di “disturbo” ha parlato prima Filippo; Giovanni si diverte a dare una lezione di diritto di famiglia al sempliciotto Roberto per convincerlo della inanità della sua pretesa. Roberto sparirà dalla scena dopo questo dialogo.
Questi personaggi Faulconbridge - padre, madre, figlio Roberto e figlio bastardo Filippo - non hanno riscontro storico: sono inventati da Shakespeare, soprattutto il Bastardo, che ha una parte assai cospicua in tutto il dramma - all’evidente scopo di animare una vicenda altrimenti piuttosto confusa e scarsamente caratterizzata di questa sua ”history” di Giovanni Senzaterra.
Sulle inclinazioni lascive di Riccardo Cuor-di-leone gli storici G. Galibert e C. Pellé (“Storia d’Inghilterra“, I, pag. 350, Venezia 1845) così scrivono: “Era principe valoroso ma avido… un vero cavaliere dell’epoca che all’amore delle pugne univa quello della poesia e il gusto dei piaceri sensuali… Di passaggio per Cipro, durante la sua crociata in Terrasanta, rapì, oltre a un bottino considerevole, una bellissima principessa, che lo seguì nella sua spedizione”.
(12) ”Look where three-fanting goes!”: il ”fanting“ era la quarta parte di un penny; il termine ”three-fanting“ equivale al nostro “tre soldi”, poco più che niente.
(13) “… were heir of all this land“, “… fossi erede di tutta questa terra”: ”this land“ è qui chiaramente “questo paese”.
(14) ”I would not be Sir Nob in any case“: ”nob“ nel gioco della carte chiamato ”cribbage“ è la carta del mazzo di più basso valore nel conteggio dei punti; recava di solito la figura di un soldato o di un servo in livrea. È l’equivalente, quanto a significato spregiativo, del nostro “due di briscola”.
(15) Il “cavaliere senza terra” (“landless”) è lui stesso, Giovanni, che sa di essere così chiamato perché il suo diritto di succedere al fratello Riccardo è contestato dal giovane nipote Arturo, figlio di Goffredo; sicché si diceva che Giovanni regnava, ma era un re “senza terra”, la “terra” (l’Inghilterra) appartenendo di diritto ad Arturo.
(16) ”Well, now I can make any Joan a lady“: ”Joan“, femminile di ”John“ è, come questo, nome proprio generico per indicare una donna qualunque di bassa condizione; ”lady” è la dama dell’alta nobiltà, la nobildonna. Il Bastardo, ora che è divenuto nobile, può far diventar nobildonna qualunque donna, di qualunque condizione, sposandola.
(17) Stuzzicarsi i denti a fine pasto era segno di distinzione. S’usava all’uopo il calamo appuntito d’una penna d’oca.
(18) Shakespeare si diverte qui visibilmente a mettere in ridicolo per bocca del Bastardo la vanesia fatuità di certi nobili parvenus (lo farà in altre diverse occasioni, perfino nell‘“Amleto”). Il viaggio in Italia e, meno, in Spagna era una specie di status symbol. Perciò le Alpi, gli Appennini, il Po, i Pirenei.
(19) ”But this is worshipful society“: l’assenza dell’articolo dà a questa ”worshipful society“ il significato di qualcosa di immanente, di istituzionale al disopra degli uomini, la “società adorata che noi siamo e che non possiamo non essere essendo uomini”, ineluttabile.
(20) ”But who comes in such haste in riding-robes?”: ”in riding-robes” è “in veste di cavaliere”, ma s’è tradotto “in veste di cavallerizza” perché il Bastardo s’è accorto subito che è una donna, anche se non ha riconosciuto in lei sua madre; la chiama infatti “donna-postiglione” (“woman post“). I postiglioni vestivano gli stivali e usavano annunciare il loro arrivo con la diligenza ai luoghi di posta con un corno; qui, trattandosi di Lady Faulconbridge, c’è, nella menzione del marito e del corno un’ammiccante allusione del figlio alle corna messe dalla madre al marito.
(21) È il nome di un mitico gigante della favolistica danese, simbolo di sproporzionata robustezza.
(22) Questo breve scambio di battute tra il Bastardo e Gurney è troppo legato all’inglese per potersi rendere nel giusto tono. Gurney, nel rispondere al Bastardo che gli ha chiesto di lasciarlo un momento solo con la madre (“… will thou give us leave awhile?) risponde, ripetendo il ”leave“ di lui: ”Good leave, Philip“, ma pronuncia ”Phlip“ che è il nomignolo dato agli inglesi al passero. Il Bastardo, che sa ora di chiamarsi Riccardo e non più Filippo, prende a volo la metafora del passero/Filippo che è volato via, e annuncia a Gurney che, dopo aver parlato con la madre, dirà anche a lui il come e il quando.
(23) Allusione ad un personaggio con questo nome nel dramma di Thomas Kyd ”Solimano e Perseda“ che il pubblico doveva ben conoscere, perché il lavoro del Kyd era rappresentato con successo sulle scene dell’epoca.
(24) ”By this light“: è una delle formule del giuramento; si giurava sulla luce del giorno (“light” sta qui per ”daylight”), come sul proprio onore, sulla propria spada, ecc.
(25)“Your fault is not your folly!: “La vostra colpa non è peccaminosa lascivia”: ”Folly“ sta qui nel suo significato di ”wantoness”, “lewdness“.
(26) È la leggenda per cui Riccardo fu soprannominato Cuor-di-leone: incontrato un leone ruggente, lo affrontò, gli cacciò nella bocca una mano con tal forza da arrivare a strappargli il cuore.
(27) In realtà, ad uccidere Riccardo Cuor-di-leone non fu il Duca d’Austria. Riccardo, di ritorno dalla crociata in Terrasanta (1192), voleva raggiungere Venezia, e si mise con un sol legno in Adriatico, ma fece naufragio sulle coste dell’Illiria. Da lì, invece di raggiungere Venezia, decise di tornare in Inghilterra attraverso l’Austria e la Germania, travestito da pellegrino: ma, riconosciuto nei pressi di Vienna, fu dal Duca Leopoldo d’Austria arrestato e consegnato all’imperatore di Germania Enrico IV, il quale vantava, da parte di sua moglie, diritti sulla corona di Sicilia e considerava Riccardo suo nemico in quanto alleato del re di Sicilia Tancredi d’Altavilla il cui fratello, Guglielmo, aveva sposato la sorella di Riccardo, Giovanna. Tornato in Inghilterra dopo 52 mesi da questi fatti - di cui 14 trascorsi in prigione in Germania, non tardò molto a ripartirne per andare in Francia a rimettere ordine in quei domini della corona inglese; e là, durante un assedio al Castello di Chalus, presso Limoges, fu colpito alla spalla da una freccia e in dieci giorni morì. Non fu quindi né il Duca d’Austria né il visconte di Limoges (che qui Shakespeare, seguendo una leggenda popolare, unisce nella stessa persona di questo Limoges) a “spedirlo innanzi tempo alla tomba”, ma un modesto ed ignoto arciere francese.
(28) Questa battuta di Filippo, come anche la prima della scena, sono da molti testi attribuite al Delfino Luigi.
(29) ”that pale, that wite-faced shore / Whose foot spurns back the ocean’s roaring tides / Amd coops from other lands her islanders.”: una descrizione poetica della costa inglese verso la Francia, “le bianche scogliere di Dover”, che sembra incongrua sulla bocca di un allocco come il Limoges.
(30) Questo verso non è nel testo, che ha semplicemente “le grazie d’una vedova” (“a widow’s thanks“), ma il suo concetto è implicito nel senso della frase di Costanza.
(31) ”Our cannons shall be bent…”: è uno dei soliti anacronismi di Shakespeare: all’epoca di Giovanni Senzaterra la polvere da sparo non era stata ancora inventata, e non c’erano “cannoni”; le “artiglierie” erano i frombolieri e gli arieti.
(32) La piazza del mercato (“market-place“) nella città medioevale era il centro, il cuore dell’abitato.
(33) Ate era la divinità della discordia della mitologia greca, scagliata da Zeus dall’Olimpo sulla terra.
(34)“… ladies’ faces and fierce dragons’ spleens”: la milza (“spleen“) era ritenuta l’organo umano sede della violenza, della irritabilità, del capriccio e della mutevolezza del carattere.
(35) ”The interruption of their curlish drums / Cuts off more circumstance. They are at hand”: letteralm.: “L’interruzione dei loro petulanti tamburi taglia via maggiori particolari. Essi son sottomano”.
(36)How much unlooked-for is this expedition!: letteralm: “Quanto inattesa è questa spedizione!”
(37) Questa interrogazione esclamativa (“My boy a bastard?”) si trova nel testo alcuni versi più sotto.
(38) Il Duca d’Austria s’è presentato in scena con una pelle di leone a tracollo. Questa grottesca acconciatura sarà oggetto di altri salaci commenti nel corso della scena.
(39) Alcide è il nome greco di Ercole, l’eroe-semidio rappresentato nella iconografia classica vestito d’una pelle di leone (quella del leone da lui ucciso a Nemea) e con una clava in mano.
(40) Arturo è “di Bretagna” perché il nonno materno, come s’è visto, era duca di Bretagna. Stupisce però che Giovanni lo chiami così, come se fosse duca di Bretagna, quando sarà lo stesso Giovanni, più sotto, a pensare di conferirgli quel titolo per dare un contentino alla madre Costanza.
(41) ” The canon of the law is laid on him”: il “canone della legge” è quello della Bibbia (“Esodo“, XX, 5).”… Imperocché io, Jeova,… punisco l’iniquità fino alla terza e alla quarta generazione”. Arturo è ancora la seconda generazione dopo Eleonora, e quindi ricade su di lui la sanzione divina per l’iniquità dell’ava.
(42) ”Bedlam, have done!”: ”Bedlam“ è l’antico nome di Betlemme. Era così chiamato a Londra l’ospizio di S.
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