più sotto, al v. 29 della quarta scena del V atto: ”That I must dy here and live hnce…”).
(139) L’immagine della forbice che recide lo stame della vita degli uomini è della mitologia classica: la funzione era svolta da una delle tre Parche, Atropo. “Ebbene, che c’è?” non è nel testo.
(140) ”Where is my mother’s care?”: letteralm. “Dov’è la vigilanza di mia madre?” Si ricorderà che la regina Eleonora è rimasta in Francia.
(141) In realtà, Costanza era morta tre anni prima; Eleonora d’Aquitania, madre di Giovanni, morì effettivamente in Francia il primo di aprile dell’anno 1204: il che lascerebbe intendere che dall’inizio del dramma a questa scena siano trascorsi 4 anni.
(142) Questo personaggio, del tutto immaginario, ha qui il ruolo dell’indovino nel ”Giulio Cesare“. Pomfret, nella Contea di York, è la sede di un castello/carcere in cui sarà rinchiuso prima, da Enrico Bolingbroke, Riccardo II, e poi, da Riccardo III, il gruppo di nobili (Rivers, Grey, Vaughan e Hastings) da lui giustiziati.
(143) Cioè delle spoliazioni dei beni ecclesiastici, che Giovanni gli aveva ordinato di fare.
(144) ”The spirit of the time shall teach me speed“: letteralm.: “Lo spirito del momento m’insegnerà la celerità”.
(145) ”Spoke like a sprightful noble gentleman“: “Ha parlato come un nobile gentiluomo pieno di spirito”; ma lo “sprightful“ è attratto, per intraducibile bisticcio, dal precedente ”spirit” (v. nota precedente).
(146) “… for a warrant / To break within the bloody house of life“: noi diremmo, con espressione meno immaginifica, ma anche meno poetica: “… per un mandato a spegnere nel sangue una vita”; ma ci manca l’idea dell’irruzione violenta (“to break”)
e quella della vita come “dimora sanguigna” (dell’anima), che non s’è voluta perdere.
(147) ”Out of my sight, and never see me more!”: letteralm.: “Fuori dalla mia vista, e non vedermi più!”.
(148) Questa morte del giovane Arturo nel tentativo di fuga dal castello di Northumberland è un’invenzione di Shakespeare. Per la storia, Arturo morì, ucciso di propria mano dallo zio Giovanni, il 3 aprile l203, dopo essere preso da lui prigioniero in Normandia mentre, al comando di truppe francesi, assediava il castello di Mirebeau, presso Poitiers, dove erasi chiusa sua nonna Eleonora, a lui nemica.
(149) Bury Saint Edmonds, località del Suffolk occidentale, sede di una antica abbazia benedettina, fondata da Cnut nel 1020, e meta all’epoca di grandi pellegrinaggi. Si capisce che Salisbury parla del Delfino, che è lì accampato con le sue truppe.
(150)“… the crest unto the crest of murther’s arms”: l’immagine è quella del delitto raffigurato come chiuso in una armatura (“arms”), con elmo e cimiero.
(151) ”If that be the work of any hand”: il Bastardo mostra di dubitare che si tratti d’un delitto; ha capito che Arturo s’è gettato dal muro.
(152) ”Our souls religiously confirm thy words”: la “conferma religiosa” si esprime con un “amen”.
(153)O, he is bold and blushes not at death”: alcuni curatori, dal modo sintattico della frase, intendono che Salisbury si riferisca al re. Il lettore creda a suo talento.
(154) ”Must I rob the law?”: letteralm.: “Devo derubare la legge?”.
(155)“… more deep than Prince Lucifer“: si direbbe che Shakespeare qui conosca Dante (non se ne ha prova, anche se è certo che conoscesse Boccaccio), perché nella struttura dell’inferno dantesco Lucifero è posto nel più profondo della sua fossa - la palude ghiacciata di Cocito - ed anch’esso chiamato “principe” o imperatore” che è lo stesso (“Lo imperador del doloroso regno”, XXXIV, 28).
(156)“There is no ugly a fiend of hell…”: “ugly“ è l’attributo classico del diavolo, il “brutto per eccellenza”; così in Marlowe, ”Doctor Faustus”, I, 3, 252: ”You are too ugly…”; e in Dante, Inferno, XXIV, 34: “S’ei fu sì bel com’egli è ora brutto”.
(157) “… of proud swelling state”: alcuni intendono: “… di uno stato che si gonfia d’orgoglio”; altri: “… di uno stato che divien di più in più arrogante”.
(158) ”Now happy he whose cloak and ceinture can / Hold out this tempest“: il Bastardo allude, verosimilmente, alla posizione dei religiosi conventuali ch’egli ha spogliato dei beni, ma che, comunque, come sudditi non di Sua maestà britannica ma della chiesa di Roma, godono di immunità personali. Altri intende: “Beato colui il cui mantello e cintura potranno resistere a questa tempesta”.
Questo monologo del Bastardo, come gli altri alla fine degli atti precedenti, sono classici esempi di tecnica teatrale avanzata. Essi proiettano il personaggio in una dimensione al di fuori del dramma in cui è immerso, come in funzione di coro, di voce, cioè, che dà lingua a quello che è il sentimento profondo che pervade il dramma: la condanna di un mondo dominato dalla brama di potere e dal tornaconto; di un re volubile, fedifrago e prepotente; di un clero corrotto e corruttibile; di una nobiltà settaria, raramente pervasa da un sussulto di nobili virtù.
(159) “… fore we are inflam’d“: altri traduce: “… prima che divampi la nostra collera”.
(160) “… for the present time is so sick”: “… perché i tempi son così malati”.
(161)“… or overthrow incurable ensues“: “… o seguiranno postumi incurabili”: prosegue il traslato introdotto dal precedente ”sick” riferito a “tempi”.
(162) ”Have thou the ordering of this present time”: è la battuta che segna un’altra svolta del dramma: la rinuncia di Giovanni, ormai malato e indebolito dalla febbre, ad assumere le decisioni supreme dello Stato, e l’affermazione del Bastardo come personaggio centrale della vicenda; una vicenda che vede con Re Giovanni la monarchia inglese sconfitta dalla Chiesa di Roma per mano dei Francesi: si prenderà la rivincita con Enrico VIII, come Shakespeare farà intravvedere nelle parole del Bastardo che chiudono il dramma.
(163) “… that such a sore of time”: il malgoverno, il dispotismo di Re Giovanni. Questo discorso di Salisbury è un magistrale espediente drammaturgico per preparare, e giustificare, il voltafaccia dei baroni al Delfino e il loro ritorno al re.
(164) “… and there / Where honorable rescue and defense / Cries out the name os Salisbury“: senso: “… e proprio quando l’onore mi imporrebbe di stare dall’altra parte, a combattere contro di voi a riscossa e difesa del mio paese invaso”.
(165) “… the gentry of a land remote“: “gentry” ha qui il senso dispregiativo, che aveva comunemente dell’inglese antico, di “people”, “folks”.
(166)“What, here?”: questa interrogazione retorica, che Salisbury fa a stesso, ha fatto pensare ad alcuni critici che quando prima egli ha esclamato: “E questo là, dove il nome di Salisbury, ecc.” volesse riferirsi a qualche fatto d’arme davanti a Sant’Edmondo in cui fosse rifulso il nome della sua famiglia. Quale fatto, però, nessuno indica.
(167) ”And even there, methinks, an angel spoke.” A chi si riferisce il Delfino con questa frase? È difficile pensare che sia al cardinale di cui lo squillo di tromba ha annunciato l’arrivo al campo francese; l’accenno alla prosperità e alla ricchezza (“rich prosperity”)
promessa ai nobili inglesi che si sono uniti a lui contro Giovanni fa piuttosto pensare che ”angel“ si riferisca all‘“angelo” moneta d’oro che ha fatto già oggetto di bisticcio di doppi sensi.
Ma tutta questa “tirata” del Delfino all’indirizzo di Salisbury, che sa palesemente di smanceria ipocrita, con la parola “nobile” ripetuta tre volte in quattro versi, fa pensare ad un tono copertamente ironico. Si vedrà infatti che il Delfino, mentre diceva a Salisbury tutte queste belle cose, meditava di decapitare i nobili inglesi “a battaglia conclusa”.
(168) ”I am high-born to be propertied”: “propertied”, “proprietarizzato” è verbo coniato da Shakespeare.
(169)“… as I have banked their towns”: cioè mi sono insediato da padrone. S’è tradotto così ”as I have banked“ per rendere un qualche modo il ”quibble” diabolico della frase, che sta in questo: “vive le roi”, francese per “Viva il re” è un’espressione che gli inglesi usavano in un gioco di carte, proveniente verosimilmente dalla Francia: ”banked”, usato solo da Shakespeare nel senso di “insediarsi” prosegue la metafora del gioco, che continua poi nei versi seguenti: “Non ho con questo / in mano le migliori carte in tavola?”, ecc. Altri intende, meno correttamente, a nostro avviso, nonostante il suffragio dell’”Oxford Universal Dictionary“ che, alla voce, dà ”to bank” sinonimo di ”to coast“, “costeggiare”: “Mentre ho costeggiato le loro città”: lezione che né spiega la metafora del gioco e delle carte, né s’accorda col fatto che le truppe del Delfino sono sbarcate all’insaputa di tutti e non hanno “costeggiato” da mare o da fiume nessuna città.
(170) ”Like pawns“: ”pawns” sta qui per ”gages”, come in ”Riccardo II“, I, 1, 74 “… my honour pawn”, “il mio pegno d’onore”.
(171) “… even at the crying of your national crow“: il gallo (“crow“), che i francesi chiamano “Cantachiaro” (“Chanteclair“) è l’emblema nazionale dei francesi.
(172) L’Inghilterra raffigurata come Agrippina, la madre dell’imperatore Nerone, che ebbe da questi squarciato il ventre perché ostile al di lui matrimonio con Poppea, ripudiata Ottavia.
(173) “… and mock the deep-mouth thunder“: “… e si burlerà del tuono dalla bocca profonda” (cfr. in Dante, per lo stesso paragone del tuono con il suono del corno del gigante Nembrotte: “… un alto corno / tanto che avrebbe ogni tuon fatto fioco” (“Inferno”, XXXI, 12-13).
(174) Una località con questo nome non esiste. Altri testi hanno ”Swineshed”, dov’era effettivamente un’abbazia cistercense, a più di 100 km. a nord di Sant’Edmondo. Giovanni è morto a Newark, non molto lontano.
(175)“Goodwin Sands” è il nome geografico dei grossi banchi sabbiosi che si stendono per circa 20 km. davanti alle coste del Kent, ai due lati della ”Trinity Bay“; sono famosi per la loro pericolosità alla navigazione nella Manica.
(176) ”You are bought and sold“: frase idiomatica per ”You are betrayed for a bribe“, “Siete stati traditi prezzolatamente”.
(177) ”And welcome home again discarded faith“: s’è inteso “home” non nel senso di “a casa” (“a casa vostra, dentro di voi”), ma nell’altro suo significato avverbiale di rafforzativo (“con gioia”, “nel profondo del cuore”).
(178) ”Before the stumbling night…”: “prima che la notte che (col suo buio) induce a incespicare”.
(179) ”or I shot”: “o io sparo”; ma abbiamo visto che far dire: “Io sparo” ad un uomo del 1200 è uno degli anacronismi, scusabili in Shakespeare, non in un suo traduttore del 2000.
(180) ”Pardon me that any accent breaking from your tongue should scape the true acquintance of mine ear”.: letteralm.: “Perdonami se ogni accento prorompente dalla tua lingua sia sfuggito alla conoscenza verace del mio orecchio”. Una parafrasi di bolsa retorica, che giustifica l’ammiccante presa in giro del Bastardo col suo francesizzante ”Sans compliments”.
(181) La morte di Re Giovanni per avvelenamento non ha riscontro storico. Il re è morto, come s’è già detto, nel castello di Newark, Nottinghamshire, di normale malattia. Del resto, non si capisce perché doveva essere avvelenato proprio da un religioso, dopo che si era rappacificato col papa e con la Chiesa di Roma. La storia dice anzi che prima di morire dettò una lettera per il nuovo papa Onorio III, raccomandando alla sua protezione gli interessi di suo figlio Enrico, designato a succedergli; e che espresse a quest’ultimo, in articulo mortis, il desiderio di essere sepolto a Worchester, presso le reliquie di San Vulstano. Shakespeare, da parte sua, dà questo avvelenamento così, quasi di sfuggita, senza spiegazioni dettagliate, da far credere che anch’egli non ne sia troppo convinto; anche perché dev’essere apparsa anche a lui l’incoerenza di un avvelenamento fatto cominciare prima ancora della battaglia di Sant’Edmondo: il veleno ha normalmente un effetto subitaneo.
(182) È il primogenito di Giovanni; diventerà, alla morte del padre, e in età di nove anni, il suo successore col nome di Enrico III, lasciando di sé ricordo di buon marito e padre, ma di cattivo uomo di Stato. Sotto il suo regno (1250) saranno firmate le famose ”Provisioni di Oxford“, l’atto col quale i baroni riformisti ottennero il controllo del governo.
(183) “… and tempt us not to bear above our power!”: ennesimo riecheggiamento biblico: ”Genesi“, IV, 13: “Così disse il Signore. la mia iniquità è più grande che io possa portare”.
(184)“… I doubt he will be dead or ere I come”: “… temo che possa morire prima che io arrivi”.
(185) “… leaves them invisible”: “invisible” sta qui per ”impercettible” nel senso attivo di “che non percepisce il dolore”.
(186) Per un bambino di nove anni, non c’è male! Come poeta, promette bene.
(187) “… now my soul hath elbow-room”: “… ora la mia anima ha spazio per muovere i gomiti”; ”To have elbow-room“ è frase idiomatica per intendere “muoversi liberamente senza impacci”.
(188) Contro chi il Bastardo debba far vendetta della morte di Giovanni, non si sa. Il frate avvelenatore è morto. Probabilmente pensa ad un complotto, di cui quello è stato solo l’esecutore.
(189) “Stelle “(“stars“) è la corrente metafora dei nobili, secondo l’immagine della nobiltà che gira intorno al sole/re, ciascuno nella propria sfera come le stelle ciascuna nella propria orbita intorno al sole (cfr.
in “Enrico IV - Prima parte“, V, 1, 15, il discorso di re Enrico ai nobili ribelli: “… and move in that obedient orb again / Where you did give a fair and natural light”; in “Pericle principe di Tiro”, II, 3, 39-40:” Had princes sit like stars about his throne/ And he, the sun…; e in ”Enrico VIII“, VI, 1, 5: “… These are stars indeed“).
(190)“… out of the weak door“: la porta è “sconnessa” perché ha permesso l’entrata dei francesi.
.
1 comment