Si legga, per la metrica, “Glo-ster”.

(9) Cioè Isabella, figlia di Carlo VI di Francia, che Riccardo II aveva sposato in seconde nozze dopo la morte della prima moglie Anna di Boemia. Isabella, al momento delle nozze, aveva otto anni. Il matrimonio venne celebrato prima in Francia, per procura, in una località presso Calais; poi nell’ottobre dello stesso anno (1396) a Westminster.

(10) Testo: “Even in the best blood chambered in his bosom” = “nel sangue migliore albergato nel suo petto”, cioè fino al cuore.

(11)“Lord Marshall”: era l’alto funzionario della corte incaricato di organizzare e presiedere le cerimonie, i banchetti e le contese cavalleresche.

(12) In realtà i figli legittimi di Edoardo III erano cinque (v. schema genealogico allegato e note della mia traduzione dell’Enrico VI - Seconda parte).

(13) Nella religione anglicana il re è l’unto del Signore, e suo vicario in terra.

(14)“Unpeopled offices”: “offices” è la stanza, o la serie di stanze della casa patrizia dove alloggia il personale di servizio. L’italiano non ha un vocabolo corrispondente, donde la necessità di renderlo con un giro di frase.

(15)“The summons of the appelant’s trumpet”: gli squilli di adunata della tromba dello sfidante.

(16) Il Dover-Wilson (“The Essential Shakespeare”, Cambridge, 1932) immagina così la disposizione di questa scena sul palcoscenico: “Da un lato, una piattaforma con il trono per il re, riccamente addobbato, e i seggi per i membri della corte; alle due estremità della lizza, una sedia per ciascuno dei contendenti; di faccia, la folla degli spettatori, gli araldi e gli altri di servizio.”

(17) È da immaginare che nel dire questa parole Riccardo scenda dal suo seggio sul terreno della lizza e vada ad abbracciare Bolingbroke, restandovi fino al termine della successiva battuta di questi, e poi tornando al suo posto lentamente quando Bolingbroke si rivolge al Lord Maresciallo.

(18)“His warder”: è il bastone del comando, una mazza di foggia diversa, usata come simbolo della funzione sovrana o di quella di alti dignitari del regno, ma anche come strumento per dare il segnale d’inizio o di cessazione in tornei, scontri armati ecc.

(19) L’elsa della spada dei guerrieri cristiani era fatta a forma di croce: giurando su di essa, s’invocava a testimone il Cielo.

(20) Il testo ha: “So far as mine enemy”, ma è lezione dubbia.

(21)“A journeyman to grief”: “journeyman” è l’operaio che dopo aver servito come apprendista (“apprendice”) in un mestiere si qualifica per lavorare con diritto a una paga giornaliera. Bolingbroke, vuol intendere ch’egli sarà legato al dolore per sei anni, come gli apprendisti erano legati al “master” per il tempo che serviva loro a diventare “journeman”.

(22) Quello che Riccardo ha osservato lo dirà tra poco: che il cugino Bolingbroke intenderebbe usurpargli il trono.

(23)“In reversion”: “reversione” è termine giuridico che significa “ritorno di beni e diritti a chi li possedeva in precedenza. Riccardo sospetta che suo cugino Bolingbroke aspiri a ritogliergli il trono per diritto di reversione, come discendente di Enrico III. Come poi avverrà.

(24) Cioè di trovarlo già morto.

(25) Allude, naturalmente, alla vanesia e lussuriosa compagnia dei Bushy, Bagot e Green di cui il re si è circondato.

(26)“Gaunt” in inglese significa “smunto”, ma anche, in senso figurato, “lugubre”, “sinistro”; su questo doppio senso e sull’assonanza con “gauntlet”, il guanto di ferro e cuoio delle armature, Shakespeare farà qui giocare il personaggio nel suo colloquio con il re; ma il bisticcio (“Gaunt I am for the greve, gaunt as a grave”) sarà, purtroppo, intraducibile.

(27) Intendi: “Tu, uccidendo mio figlio, uccidi il mio nome, perché ne impedisci la perpetuazione attraverso la discendenza”.

(28) “Reduce dalla sua spedizione (in Scozia), Riccardo, travolto dal suo amore per i piaceri, non diede la sua confidenza se non a coloro che seppero procacciargliene, e si attorniò di giovani dissoluti e dissipatori… Il fato e l’insolenza dei favoriti del re non tardarono a suscitargli contro la generale scontentezza” (L. Galibert & C. Pellé, op. cit., I, 378).

(29) Cioè Edoardo III, l’iniziatore della guerra dei cento anni (v. grafico genealogico).

(30) L’immagine del pellicano femmina, che si becca il petto fino ad uccidersi per farne uscire sangue con cui nutrire i suoi piccoli fa parte della favolistica del medioevo. Ce n’è un accenno anche nel “Re Lear” (These pelican daughters”, II, 4, 74).

(31) Gaunt accusa Riccardo di aver causato la morte di Tomaso Woodstock, duca di Gloucester, altro figlio di Edoardo III; delitto del quale Enrico Bolingbroke ha accusato, come si è visto, Tomaso Mowbray, duca di Norfolk.

(32) L’Edoardo cui accenna qui Gaunt è il duca di York, figlio di Edmondo di Langley. Egli è, oltre all’esiliato Enrico Bolingbroke, l’unico Plantageneto coetaneo di Riccardo (è di quattro anni più grande) e l’unico principe reale di cui egli possa pensar di sbarazzarsi. L’aggiunta “tuo cugino” è del traduttore.

(33) Alcuni autori vedono in questa frase di Riccardo un accenno al fatto che in Irlanda - come in Sardegna - non esistano serpenti velenosi. Una credenza popolare voleva che l’isola ne fosse stata liberata dal suo patrono, San Patrizio.

(34) Bolingbroke, in esilio a Parigi, avrebbe voluto sposare la cugina del re di Francia; ma Riccardo, con l’accusa di tradimento, aveva posto il veto al matrimonio.

(35) In realtà York (Edmondo Langley) non è l’ultimo, ma il penultimo dei cinque figli legittimi di Edoardo III: l’ultimo si chiama Tomaso di Woodstock.

(36) Testo: ”And deny his offered homage”: la legge feudale imponeva al vassallo, prima di entrare in possesso del feudo concessogli dal re, di rendere a questi omaggio. Riccardo nel negare a Enrico Bolingbroke di fargli questo atto di sottomissione, gli negherebbe il diritto di ereditare il feudo paterno, come Duca di Lancaster.

(37) Testo: “But by bad courses may be understood/ That their events can never fall out good”: “ma è possibile comprendere dal cattivo corso delle cose che i loro esiti non possono mai essere buoni”.

(38) Il Conte di Wiltshire, come ci farà sapere più sotto Ross, è colui che dovrà prendere in affitto i domini reali.

(39)“As blanks”: “blank” è detta ogni obbligazione firmata in bianco da una persona, e della quale il beneficiario decide l’ammontare.

(40)“… as benevolences”: “benevolences” erano dette le somme di denaro, mascherate da contribuzione volontaria, richieste dal sovrano ai sudditi senza l’autorizzazione del Parlamento.

(41)“And yet we strike not”: “strike” ha qui il senso di “tap the cask”, che è frase idiomatica del gergo marinaresco, per indicare l’operazione che i marinai fanno nel togliere dall’interno dello scafo l’acqua entrata con la forza dei marosi, o per una falla.

(42)“L’Arden Shakespeare” cita, come esempio di “perspective” (il “trompe-l’oeil” francese), il ritratto di Edoardo VI nella “National Gallery” di Londra, che, visto di prospetto, presentava una caricatura del soggetto, guardata da sotto in su diventava un ritratto normale.

(43)“Hath broken his staff”: “staff” è il bastone, di legno o di avorio, portato da alti funzionari della corona come segno della loro dignità.

(44)“Resign’d his stewardship”: ”stewardship” era la carica del “Lord of the king’s Household”, cioè dell’amministratore dei beni della corona e capo del governo della casa reale (antico siniscalco, “senascallus Angliae”).

(45) Intendi: “del mio dolore senza nome, che non era ancora venuto alla luce, tu fai da levatrice recandomi la notizia dello sbarco di Bolingbroke: questo era l’evento inconsciamente temuto dal mio animo, e la causa della mia tristezza.”

(46) Che cosa siano queste “insegne di guerra”(“signs of war”) la critica si è affannata ad arguire. Forse York ha indosso un’armatura, di cui la regina indica la gorgiera; o forse, nella sua carica di reggente del regno porta al collo un qualche emblema indicante che la nazione è in stato di guerra.

(47) Si capisce che l’anello porta inciso l’emblema gentilizio della casa York e deve servire per far riconoscere dalla duchessa di Gloucester - che lo conosce - l’identità del servo.

(48) I testi hanno “Bristow” (dal celtico “Brycstow”, “sito presso il ponte”), che era l’antica denominazione di quella che è oggi Bristol.

(49) Per la metrica, si legga “Wilt-sciaire”.

(50) Per la metrica, si legga: “Glo-ster-sciair”.

(51)“Costwold Hills” è la catena di monti che, attraversando la contea di Gloucester, va dal fiume Avon a Bath, nel Somerset, per circa 80 miglia.

(52) Il Duca di York, s’intende.

(53)“The exchequer of the poor”: l’“exchequer”(“scacchiere”), così chiamato dal tavolo coperto di un panno diviso in tanti quadrati, come quello degli scacchi, era il luogo dove in origine i contabili tenevano i conti delle pubbliche entrate; sotto i re normanni ebbe anche funzioni giudiziarie; in seguito si chiamò così - e ancora si chiama - la Tesoreria di Stato vera e propria.

(54) Bolingbroke rivendica il titolo di duca di Lancaster, che era di suo padre.

(55) Così era chiamato Edoardo principe di Galles, primo figlio di Edoardo III. L’accenno è alla spedizione di Francia, da lui comandata, per riaffermare il possesso della corona inglese sui territori d’Aquitania, apportati come dote ad Enrico II dalla moglie Eleonora d’Aquitania, figlia del re di Francia.

(56) L’allusione è ai favoriti del re.

(57)“And chase them to te bay”: letteralm. “e li avrebbe condotti in porto”. “To chase the bay” (o semplicemente “to bay”) è locuzione del gergo marinesco (cfr. ”Sogno d’una notte di mezza estate“ IV, 1, 110: “When in a wood of Crete they’d bay’d the bear”).

(58) Intendi: “dell’irrimediabile, è inutile andar cercando rimedi”. Il vecchio York ha capito l’inarrestabilità dell’avanzata al trono di Bolingbroke.

(59) Questo capitano Gallese è lo stesso personaggio che Shakespeare farà entrare in scena nell’“Enrico IV“ col nome di Own Glendower, e che in quel dramma è presentato come un mago. Ciò spiega, forse, il suo funesto vaticinio, con l’interpretazione dei segni celesti. È il comandante in capo delle forze gallesi: più sotto Bolingbroke dice: “Andiamo ad affrontare Glendower”.

(60) Testo: “And crossly to the good all fortune goes”: “e la fortuna va tutta di traverso al (tuo) bene”.

(61) L’impresa, o stemma gentilizio, è il simbolico disegno che figura negli stemmi nobiliari, consistente in una figura o in un motto. Quello che figurava sull’impresa di Bolingbroke era “Souverain”.

(62) Il Dover-Wilson (op. cit.) annota queste parole di Riccardo con questa didascalia: “Egli siede su un monticciolo e accarezza l’erba con la mano”. Il rito del seder per terra e raccontarsi le proprie sventure è ripreso da Shakespeare nel IV atto del ”Riccardo III“.

(63)Mock not my senseless conjuration, lords”: “senseless” riferito a persone vale “insensibile”, “incapace di percepire”; riferito, come qui, a cose, ha il senso di “privo della facoltà di percepire”.