sopra la nota 5. Qui Riccardo insinua soltanto che la Shore, la favorita del re Edoardo VI, trescasse con Hastings. Più sotto (III, 4) inveirà contro la donna, chiamandola “puttana” e accusandola di stregoneria.

(59) Il cinghiale era lo stemma araldico di Riccardo Gloucester.

([60])I’ll have this crown of mine cut from my shoulders”: gioco di parole: “crown” è nell’inglese antico sinonimo di “testa” (“the top part of the skull”, “la parte superiore del cranio”).

(61)I’ll send some packing”: per l’altro mondo, si capisce.

(62) “… his head upon the Bridge”: le teste dei giustiziati per alto tradimento, mozzate dalla mannaia del carnefice, venivano issate, infisse su aste di legno, sul Ponte di Londra.

(63) Tenere il cappello in testa nelle cerimonie ufficiali era segno di dignità, riservato ai nobili. Il popolo doveva scappellarsi. Dire di uno che non era degno di tenere il cappello in testa era come dirgli di essere di bassa estrazione.

(64) Questo personaggio è indicato nell’in-folio come “Pursuivant”: così si chiamavano i commessi della Corte di giustizia incaricati di notificare gli atti della stessa. Si capisce, dal dialogo, che è lo stesso che aveva notificato ad Hastings l’ordine del re di imprigionarlo. Nei testi è anche nominato Hastings, come il suo nobile interlocutore. Ma il nome, ai fini dell’economia del dramma, è inefficiente; e noi, col Lodovici, lo saltiamo, anche perché il personaggio non compare più.

(65) Anthony Rivers ci lascerà, per averla scritta in prigione in attesa di essere giustiziato, una composizione poetica sul tema dell’alterna vicenda delle umane sorti, opera che è storicamente considerata come la più importante testimonianza sul colpo di Stato perpetrato da Riccardo York, per diventare re Riccardo III.

(66) Shakespeare, quasi per deformazione professionale, ogni tanto fa usare ai suoi personaggi un linguaggio teatrale. Prima ha fatto parlare le due donne di scena e di atto; qui è il Duca di Buckingham che dice a Riccardo: “Had not come upon your cue… Hastings had pronounced your part.” “To come upon one’s cue” si dice dell’attore che entra a tempo giusto in scena, o pronuncia a tempo giusto la sua battuta, avendo come segnale d’entrata l’ultima parola (“cue”, la “coda”) che il copione fa dire all’altro attore. (Cfr. in “Sogno d’una notte di mezza estate”, V, 1, 186: “… ‘deceiving me’ is Thisbie’s cue: she is not to enter”).

(67) Località nel sobborgo londinese di Camden.

(68) Questa battuta di Riccardo è la svolta del dramma. Da qui in poi esso è la rappresentazione della orrenda mostruosità morale del protagonista, della quale il corteggiamento ad Anna nel macabro ambiente di una esequia funebre è stato solo il prologo. Il Lodovici, uomo di teatro e traduttore di Shakespeare per il teatro, citando le cronache dell’Holinshed (Raphael Holinshed, “Chronicles of England, Scotland and Ireland”, London, 1577), premette a questo discorso di Riccardo ai nobili, una “Nota per l’attore” che deve sostenere la parte di Riccardo, avvertendolo del repentino mutamento di umore da mostrare al rientro in scena con Buckingham: da “affabile e gioviale”, come l’ha definito prima Hastings, a “ truce, stravolto e minaccioso”.

Gli storici Galibert e Pellé (op. cit., I, pag. 41) così raccontano l’episodio: “Dopo alcuni istanti di assenza, rientrò tutto smarrito, gridando: “Milordi, si attenta alla mia vita! Si cospira contro di me!”. “Coloro che si sono resi colpevoli di un tal delitto - disse Lord Hastings - siano puniti come traditori!”. E Gloucester: “Ebbene, milordi, sapete chi sono i traditori? Elisabetta, vedova di Edoardo, Giovanna Shore, di lui amante, che vogliono con sortilegi attentare alla mia vita: vedete che giàmmi si dissecca il braccio?” E Gloucester si snudò il braccio, e l’immagrimento di quell’arto atterrì il Consiglio. Il Protettore strumentalizza all’adempimento dei suoi disegni una sua infermità naturale”.

(69) V. sopra la nota 58.

(70) “Per una sadica ironia - osserva Vittorio Gabrieli nelle note alla sua traduzione del dramma (Garzanti, 1988) - Riccardo fissa il calendario delle sue mostruose stragi in relazione alle pause naturali della giornata e alle ore dei suoi pasti. Vuol vedere la testa mozzata di Hastings prima d’andare a pranzo e chiede a Tyrrel un resoconto dettagliato dell’assassinio dei nipoti dopo cena, prima di coricarsi”.

(71)Who builds his hope in air of your goor looks”: qui “air” è evidentemente usata nel suo senso di “spazio vuoto”, “unsubstantial” come contrario di “solido”, “concreto”, “substantial”.

(72) Il Lodovici così annota questa scena: “Anche questa (come l’improvviso mutamento d’umore ostentato la scena precedente, N.d.t.) è tutta una commedia. Gloucester e Buckingham, ora che s’è sparsa la notizia dell’assassinio di Hastings, vogliono far credere di essere stati sorpresi da un attacco proditorio condotto contro di loro dallo stesso Hastings”.

(73) Si capisce che i due fanno la scena davanti al Sindaco di Londra, perché sanno bene chi arriva.

(74) L’Alexander, al cui testo generalmente m’attengo, attribuisce questa frase al Lord Mayor; altri - seguendo l’“Arden Shakespeare” - l’attribuiscono a Buckingham.

(75) Il Palazzo di città, il Municipio.

(76) La lascivia di Edoardo era in realtà proverbiale tra il popolo. (V. sopra la nota 9).

(77) Era uno dei più antichi fortilizi della Londra normanna, costruito da Guglielmo il Conquistatore.

(78) Sull’identità di questi personaggi, trascrivo dalle note del Lodovici (op.cit.): “John Shaw, fratello del Lord Mayor di Londra, dottore in teologia, tenne poi nella chiesa di San Paolo un sermone sulla lussuria del defunto re Edoardo e sulla condizione di bastardi dei due figli… Frate Penker: predicatore illustre, padre provinciale dei frati Agostiniani”.

(79) Si capisce che i principi - i due figli di Clarenza - sono stati fatti trarre alla Torre da Riccardo. Da esperto drammaturgo, Shakespeare ci ha risparmiato la scena, lasciandola immaginare da ciascuno a suo talento.

(80) Lady Elisabeth Lucy, dei conti di Suffolk, andata poi sposa al visconte Lisle.

(81) “Ma intanto che questo matrimonio (di Edoardo con Elisabetta Woodville, vedova di John Grey) si celebrava misteriosamente a Grafton Vourt, Warwick, per incarico dello stesso re Edoardo, negoziava in Francia un legame con Bona di Savoia, sorella della regina; e tutte le convenzioni erano già concluse, allorché il conte riseppe della determinazione di Edoardo” (Galibert & Pellé, op. cit. I, pag. 406).

(82) Riccardo aveva comandato vittoriosamente la spedizione contro gli Scozzesi, nemici tradizionali degli York (1482).

(83) “… were not used to be spoken to but the Recorder”: “Recorder” si chiama oggi in Inghilterra il magistrato monocratico equivalente press’a poco a quello ch’era il nostro pretore. Al tempo di Shakespeare, era così denominata la persona, esperta di discipline giuridiche, nominata dal sindaco e dagli assessori comunali (“Aldermen”) per registrare o tenere a mente le procedure giudiziarie da suggerire che fossero da applicarsi nei casi singoli; la sua testimonianza orale faceva testo. La figura medioevale dello scabino è quella che più gli si avvicina.

(84) “È sempre stato l’accorgimento più astuto del tiranno simulare la devozione religiosa” (John Milton, “The Complete Works”, vol VI, pag. 381, Yale University Press, 1962).

(85)For on that ground I’ll build a holy descant”: l’immagine è tratta dalla polifonia medioevale nella quale il “discanto” era la voce più acuta della composizione musicale, che cantava, sulla base musicale, la parte più alta.